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 2012  giugno 07 Giovedì calendario

FABRIZIO PALENZONA IL BANCHIERE DAPPERTUTTO

Milano
Dicono di lui che è un banchiere di sistema. Un peso massimo della finanza, anche nel senso letterale del termine, visto che Fabrizio Palenzona supera abbondantemente il quintale di peso per un metro e novanta d’altezza. Nonostante la stazza, sono vent’anni almeno che il vicepresidente di Unicredit corre da una poltrona all’altra, sempre in equilibrio sul filo del conflitto d’interessi. In questi giorni però l’instancabile Palenzona ha davvero superato se stesso. A Trieste ha gestito da par suo la complessa partita delle Assicurazioni Generali, tirando le fila della congiura di palazzo che sabato scorso ha portato al siluramento dell’amministratore delegato Giovanni Perissinotto. Allo stesso tempo, però, il vicepresidente di Unicredit non ha mai smesso di seguire da vicino le trattative per il salvataggio della Fondiaria-Sai dei Ligresti che negli anni scorsi è stata finanziata alla grande proprio da Unicredit. Solo che Fondiaria è anche il secondo gruppo assicurativo nazionale e quindi, almeno in teoria, sarebbe anche il più importante concorrente di Generali. Palenzona, per non farsi mancare niente, gioca da protagonista su entrambi i fronti. La sua passione vera però sono i trasporti e infrastrutture. Altrochè polizze, qui ci sono in ballo appalti miliardari per strade, autostrade e aeroporti. E nella sua lunga carriera Palenzona ha davvero fatto incetta di incarichi in questi settori strategici.
La conquista di Impregilo
L’elenco sembra destinato ad allungarsi presto. Potrebbe infatti essere proprio lui, il corpulento finanziere di Novi Ligure, il prossimo presidente di Impregilo, la più importante azienda nazionale di costruzioni, da settimane al centro di una battaglia in Borsa. A designarlo sono stati i Gavio, soci principali di Impregilo, gli stessi che un quarto di secolo fa sponsorizzarono i primi passi in politica dell’allora democristianissimo Palenzona, partito da Novi Ligure, provincia di Alessandria. Da allora i legami non si sono mai allentati. Il gruppo Gavio è diventato un colosso di dimensioni nazionali, tra l’altro gestisce una rete di autostrade che copre buona parte del NordItalia.
Ebbene, l’onnipresente Palenzona è da tempo molto vicino anche ai Benetton, che controllano Autostrade per l’Italia, ovvero quello che (in teoria) sarebbe il principale concorrente dei Gavio. I rapporti con la famiglia di Ponzano Veneto sono tanto stretti che hanno fruttato al banchiere la presidenza di Aeroporti di Roma, cioè Fiumicino. D’altra parte, come detto, Palenzona è anche vicepresidente di Unicredit. Indovinate un po’ quale banca sta sostenendo alla grande gli ultimi affari dei Gavio? Risposta: Unicredit. Quindi, ricapitolando: i Gavio offrono la presidenza di Impregilo al banchiere che li sta finanziando. Fenomenale.
Dulcis in fundo va ricordato che Palenzona era anche nel consiglio di Medio-banca, altro storico sponsor dei Gavio. Poche settimane fa, però, il manager di Novi Ligure ha dovuto fare marcia indietro. Palenzona che dà le dimissioni da qualcosa è di per sè un evento. Nel caso specifico la decisione è il frutto di un obbligo di legge. Il decreto salva Italia varato dal governo Monti ha infatti introdotto una nuova norma che regola gli incarichi di vertice nei gruppi finanziari. E così Palenzona ha dovuto scegliere tra la poltrona in Unicredit e quella in Mediobanca. Ha scelto la prima. Un sacrifico, certo, ma il suo potere resta pressoché intatto, come dimostra il ruolo giocato nei giorni scorsi nel siluramento di Perissinotto alle Generali, che hanno come primo azionista, con il 13,2 per cento proprio Mediobanca. Palenzona, infatti, pur senza incarichi formali fa il bello e il cattivo tempo alla fondazione piemontese Crt, grande azionista di Unicredit e indirettamente anche di Generali.
Ambizione Mediobanca
Adesso nel mondo finanziario molti ritengono che il prossimo obiettivo del banchiere sarà proprio la presidenza
di Mediobanca, una carica che dovrà essere rinnovata l’anno prossimo. Sarebbe l’approdo finale, il più prestigioso, di una carriera gestita con straordinaria abilità. Una carriera che fa di Palenzona l’inarrivabile campione del cosiddetto capitalismo di relazione. Un vero fenomeno, nel suo genere, un politico prestato alla finanza che ha maturato crediti tra tutti gli schieramenti in Parlamento, dai berlusconiani fino ai Pd di rito dalemiano e anche in Vaticano. La lettera di benvenuto al Papa pubblicata con gran risalto dal Corriere alla Sera il 3 giugno scorso, nel giorno della visita del Pontefice a Milano, dà un’idea del fervore con cui il corpulento banchiere vuol dare testimonianza della sua fede. A maggior ragione in una fase a dir poco complicata per la Chiesa cattolica.
Il diretto interessato, ovviamente, nega qualunque ambizione, in direzione Mediobanca come altrove. Di certo i suoi piani rischiano di essere ostacolati da una brutta storia di presunte truffe e riciclaggio in cui è coinvolto, in cui è coinvolto Roberto Mercuri, stretto collaboratore di Palenzona. Come è emerso dalle indagini della magistratura, Mercuri si trova al centro di una trama affaristica, che si snoda tra la Calabria e la Svizzera, via Roma e Milano. Per farla breve, l’amico di Palenzona è indagato per riciclaggio dalla Procura di Milano perché avrebbe utilizzato i soldi ricavati da una presunta truffa all’Unione europea per pagare almeno in parte l’acquisto di due case. Una a Milano in zona Fiera e l’altra a Roma, in via Giulia. Ebbene, entrambe le abitazioni risultano intestate a Katsyarina Kouchnerova, di nazionalità bielorussa, sposata con Mercuri e nipote di Alla Kouchnerova, che è la moglie di Palenzona. Quest’ultimo nei giorni scorsi è stato sentito come testimone, mentre i due immobili sono stati perquisiti. La casa romana è stata comprata da Palenzona che ne divide la proprietà con la nipote acquisita. E l’acquisto è stato finanziato con un mutuo di 1,2 milioni concesso nel 2008 dall’inglese Barclays bank. A quell’epoca l’istituto britannico era guidato in Italia da Vittorio De Stasio, finito anche lui sotto inchiesta per aver finanziato l’imprenditore Aldo Bonaldi (al momento latitante) che secondo i pm di Crotone avrebbe organizzato la truffa alla Ue assieme a Mercuri. Insomma al termine di questo lungo giro si finisce per tornare al punto di partenza. Cioè a Mercuri, l’ex braccio destro di Palenzona agli Aeroporti di Roma. “È un galantuomo e lo dimostrerà”, ha detto Palenzona del suo collaboratore. Le indagini proseguono. Vedremo.