Ce. Do., Il Sole 24 Ore 6/6/2012, 6 giugno 2012
ENI FA COOPERAZIONE «ALLA FINE DEL MONDO»
Se ci si fermasse al significato della parola "yamal" («la fine del mondo») nell’idioma locale, non si capirebbe perché Eni si sia spinta in questa striscia di terra nel nord della Siberia. Eppure a giudicare dal tesoro che custodisce – da solo produce il 90% del gas russo e un quinto, stima la Us Geological Survey, delle riserve potenziali di idrocarburi del pianeta – il distretto di Yamal-Nenets è tutto fuorché la fine del mondo. Tanto che Eni ha avviato qui, come altrove, un modello di cooperazione coniato da Enrico Mattei: investimenti per lo sviluppo delle risorse (oltre 200 mila barili al giorno nel 2019 da tutti gli start up siberiani), ma anche attenzione alle comunità locali. Così ieri l’ad Paolo Scaroni e il governatore del distretto, Dmitry Kobylkin, hanno firmato un memorandum che prevede formazione nell’oil&gas, progetti culturali e sportivi, iniziative di beneficenza. Perché il futuro (energetico) del mondo comincia semmai a Yamal, non finisce.