M. Bel., Il Sole 24 Ore 7/6/2012, 7 giugno 2012
MARADONA PERDE IL PRIMO ROUND
Diego Armando Maradona deve ancora al Fisco 35 milioni. La commissione tributaria provinciale di Napoli (sezione 17) con la sentenza numero 321 del 31 maggio 2012 depositata ieri ha respinto quasi integralmente il ricorso presentato dal Pibe de Oro. È stato, infatti, accolta solo una parte dell’impugnazione relativa a quattro cartelle esattoriali aventi ad oggetto imposte di registro notificate in modo irregolare, considerato il noto «espatrio del contribuente dal l’Italia il 1° aprile 1991». Un annullamento che si traduce in uno "sconto" di circa cinque milioni.
La Ctp di Napoli ha invece confermato le ragioni del l’agenzia delle Entrate relative agli accertamenti Irpef emessi per gli anni dal 1985 al 1990. Per i giudici tributari è corretta la ricostruzione degli uffici, fondata sull’intervenuta formazione di giudicato sulla medesima vicenda, per effetto della pronuncia della Cassazione numero 3231 del 2005 (sul ricorso contro l’avviso di mora 351830) e sull’inammissibilità del l’istanza di estensione del giudicato favorevole alla Società e ad altri calciatori del Napoli della sentenza 126 emessa dalla commissione tributaria regionale di Napoli nel 1994.
Il fuoriclasse argentino aveva proposto a Equitalia una mediazione: 3,5 milioni vincolati alla creazione di uno sportello di ascolto delle «vittime e i familiari delle vittime del fisco». Angelo Pisani, legale dell’ex ct dell’Argentina, critica la decisione: «È una sentenza contraddittoria, che fa riferimento a una decisione della Cassazione su una questione di rito e che nega giustizia a Maradona. Ci sono le sentenze del ’92 e del ’94 che gli danno ragione, è estraneo a queste vicende e la sentenza di oggi è parzialmente errata. La impugneremo e andremo avanti fino alla Cassazione se non addirittura fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo».