Fosca Bincher, Libero 7/6/2012, 7 giugno 2012
TERREMOTATI E MAZZIATI
Nel loro carnet ufficialmente è ancora in bella mostra ovunque, ma per gli abitanti di molte zone di Italia è diventato quasi impossibile in queste ore chiedere alle grandi compagnie assicurative un’estensione a terremoti ed alluvioni della propria polizza sulla abitazione. Il sisma continuo dell’Emilia e le notizie sulla quasi nulla capacità di intervento finanziario dello Stato hanno scatenato in quelle zone come in molte altre a rischio sismico una ressa ai centralini delle grandi assicurazioni, da Generali ad Axa, da Fondiaria Sai ai Lloyd’s, da Ina-Assitalia alla Toro. Le proposte ufficiali ci sono, anche se non particolarmente convenienti, ma quasi ovunque quando si tenta di avere un preventivo on line o al telefono ci si trova di fronte a un sistema bloccato. Non è per il sovraffollamento, ma in molti casi una scelta delle compagnie che vorrebbero aspettare sulla vicenda maggiore chiarezza normativa e anche qualche informazione da parte dei tecnici. Su terremoti ed alluvioni la maggiore parte degli assicuratori si limita ad offrire polizze con massimali di risarcimento assai contenuti (in gran parte entro i 100 mila euro, qualcuno si spinge a 200 mila) con franchigie oscillanti fra il 10 e il 20% e costi piuttosto alti per chi sottoscrive. Ma le compagnie stanno attendendo gli orientamenti del governo su un eventuale obbligo legislativo di polizza, chiedendo anche di potere avere una mappa aggiornata del reale rischio sismico del Paese. La zona interessata in queste settimane dal terremoto era infatti considerata a rischio assai tenute nelle mappe sismiche, e se le compagnie avessero davvero assicurato tutti gli immobili dell’area, oggi conterebbero ferite drammatiche. In un territorio come l’Italia e con le incertezze attuali, solo un mix assicurativo pubblico-privato potrebbe garantire in modo soddisfacente dai rischi. Se tutta la sicurezza dovesse essere posta sulle spalle del settore privato, i costi delle polizze dovrebbero lievitare a livello insostenibile per le tasche dei cittadini. Nell’attesa di chiarimenti i premi oggi richiesti per il solo rischio sismico oscillano fra 140 e oltre 2 mila euro (ad esempio in Abruzzo) per la sola copertura dei danni da terremoto fino a 100 mila euro. Le polizze però costano di più, perché non esistono finalizzate solo a quel rischio: sono integrate in coperture assicurative globali per la casa e unite a quelle di altro tipo di eventi (ad esempio gli incendi). Il terremoto dell’Emilia rischia di scompaginare però i tariffari noti anche se ci sono segnali evidenti di unimprovviso aumento della domanda. Nell’attesa di capire qualcosa di più e rifare i calcoli zona per zona, le polizze restano congelate in gran parte dei casi.