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 2012  giugno 07 Giovedì calendario

GLI UOMINI VICINI AL GOVERNATORE E LA «LOBBY» DEGLI APPALTI NELLA SANITA’

La centrale operativa è in una palazzina in centro, a due passi da Parco Sempione. Qui ha messo le radici un gruppo di società intorno alle quali ruota la lobby degli appalti della sanità lombarda. È una storia diversa da quella di Piero Daccò e Antonio Simone, indagati e in carcere per le consulenze e i fondi neri del San Raffaele e della Maugeri. Stavolta non ci sono consulenze, ma gare d’ appalto e nessuna inchiesta giudiziaria. Tuttavia a mettere in fila le imprese che vincono le gare e a risalire fino in cima si scopre che a possederle, dirigerle o a esercitare grande influenza sono sempre uomini vicini al governatore ciellino Roberto Formigoni, 65 anni: amici personali e di vecchia data. Come Fabrizio Rota, 67 anni e Mario Saporiti, 62 anni. L’ impianto societario è tortuoso, come un’ edera che spunta ovunque, si infila negli appalti, s’ innesta nelle compagini sociali, si trasforma, abbraccia e fagocita. Chi sono gli amici? Cosa fanno le imprese? La «holding» di via Canova È risaputo che nella sanità pubblica lombarda sono ben piazzati i manager appartenenti o vicini a Comunione e liberazione. Il budget sanitario, 17,5 miliardi di euro, è il più rilevante, rappresenta il 75% dell’ intero bilancio regionale. Rilevante e invitante. Tuttavia se si vuole andare oltre le affermazioni generiche bisogna infilarsi nelle carte degli appalti e dei subappalti e non fermarsi soltanto al capofila, cioè l’ impresa (in genere un costruttore) che vince la gara. Il business accessorio dei servizi è ricchissimo e garantisce rendite pluriennali. Se si fa una spunta analitica dei «lavori in corso», soprattutto negli ospedali lombardi, ci si imbatte con una frequenza impressionante nelle società Isi-Italia Servizi Integrati, oppure Prima Vera, Sinesis e, più defilata, Utilità spa. Un filo le tiene tutte insieme, è tutt’ altro che evanescente e porta in via Canova 19 a Milano. L’ asse Rota-Catanese Prima Vera è un’ azienda che gestisce impianti di riscaldamento e condizionamento, nonché la manutenzione e la sicurezza di apparecchiature biomedicali, scientifiche e strumenti chirurgici. Lavora quasi esclusivamente con enti pubblici, soprattutto negli ospedali. Metà del fatturato è in Lombardia. Negli ultimi tre anni (di crisi generale) i ricavi sono esplosi del 170% passando da 26 a 76 milioni (2010). Oltre 100 mila apparecchiature biomedicali sono sotto controllo ogni giorno in 49 strutture sanitarie italiane. Prima Vera è al 100% di Domenico Catanese, 49 anni, ma nella holding il presidente è Fabrizio Rota che ha anche un ruolo di rappresentanza della proprietà in assemblea. Rota è uno degli amici storici di Formigoni, ribattezzato anche «eminenza grigia» o «braccio destro». Appartiene, come il governatore, alla cerchia dei Memores Domini, laici ciellini riuniti in un’ associazione riconosciuta dalla Santa Sede nel 1988. Castità, povertà, obbedienza, dedizione totale a Dio vivendo nel mondo, è il loro «credo». È stato segretario particolare del governatore dal 2000 fino al 2006. Fu uno dei contitolari (non indagato) dei conti esteri in cui finirono i soldi di «Oil for Food», il programma Onu «petrolio in cambio di cibo» per l’ Iraq. Nell’ inchiesta sulla presunta corruzione internazionale finì l’ azienda italiana Cogep a caccia di barili a buon prezzo. Di chi era la Cogep? Della famiglia Catanese. E di chi è oggi la Prima Vera? Di un esponente di quella famiglia. Domenico Catanese. Dunque, c’ è un asse forte Rota-Catanese e molti affari si fanno con i servizi agli ospedali pubblici lombardi. È un dato di fatto. Prima Vera ha quote di lavori in appalti in corso presso 9 ospedali lombardi che valgono complessivamente 161 milioni. Partecipa, inoltre, a due appalti di un valore totale di 32 milioni, assegnati da Infrastrutture lombarde, la società della Regione che funziona da cabina di regia per i grandi lavori. L’ Utilità di Saporiti Prima Vera ha una partecipazione in un’ azienda attiva nelle forniture di energia elettrica e gas. Si chiama Utilità, il suo presidente e azionista (tramite la holding Occidente in comune con altri soci) è Mario Saporiti. È stato direttore generale della Compagnia delle Opere e vive nella medesima casa dei Memores Domini che accoglie anche don Julián Carrón. Con Formigoni il rapporto risale alla nascita del settimanale Il Sabato. Utilità, che è un’ azienda in salute e di notevoli dimensioni (oltre 200 milioni di fatturato), raccoglie anche gli interessi di altri imprenditori legati al Movimento, come Costante Portatadino, ex deputato Dc, presidente della Fondazione Europa e Civiltà di cui Formigoni è presidente onorario. Rapporti e amicizie si ritrovano anche negli affari ed è recente la costituzione di una holding (Dieci Anni, business dell’ energia) che segna un punto di incontro con i ciellini veneti e con la Carbotermo, altra grande protagonista degli appalti in Lombardia e finanziatrice della campagna elettorale del leghista Davide Boni, ex presidente del consiglio regionale. Gli intrecci nel capitale si replicano nei consigli di amministrazione, così Catanese si ritrova nel cda del gruppo Utilità presieduto da Saporiti. L’ azienda ha appena vinto (29 marzo) un appalto per la fornitura di gas metano agli ospedali Niguarda e Sacco, fortezze cielline. Una gara in forma aggregata da circa 10 milioni di euro. La galassia trova la sua sintesi più sotto, nella Isi-Italia Servizi Integrati. Qui l’ asse Rota-Catanese da una parte e Saporiti dall’ altra, saldano i loro interessi con quelli delle coop e dei ciellini di sinistra. E tutt’ intorno appalti e ospedali. Isi, sintesi e conflitti Isi ha ottenuto in cordata le forniture (portierato, gestione impianti di climatizzazione, pulizia) degli ospedali milanesi Fatebenefratelli, San Paolo, San Carlo, Sacco, Gaetano Pini, Salvini. Quasi 62 milioni il giro d’ affari complessivo. Da aggiungere anche le commesse all’ interno dei mega progetti di costruzione di Niguarda e Legnano. Nel capitale di Isi convivono le cooperative di sinistra come Coopservice e Cmb (protagonista dei grandi lavori infrastrutturali lombardi) e quelle di matrice cattolica della Confcooperative come Team Service. Tutti hanno interesse a inserirsi nel grande business della sanità lombarda. Anche Michela Oberti e Massimo Ferlini. La prima è una manager e moglie di Fabio Binelli, ex capogruppo regionale dei Ds, il secondo, ex esponente del Pci, fino al mese scorso è stato presidente della CdO milanese. Anche loro hanno una partecipazione in Isi tramite l’ ennesima interposizione societaria (Lombardia Integrata). Dentro Isi gli interessi sono talmente intrecciati, che sulla partecipazione alle gare gli stessi soci si sono trovati in conflitto e in imbarazzo, tanto da dover dedicare consigli di amministrazione a risolvere il problema: può Isi partecipare a un bando in concorrenza con i suoi soci? Si potrebbe continuare seguendo il filo che non s’ interrompe mai e arrivare alla Sinesis. È il regno di Binelli e di Luciano Brusaferro, ex Lombardia Risorse e consulente di Formigoni. Insomma non c’ è scampo si finisce sempre lì. Che cosa fa la Sinesis? «Progettazione in ambito ospedaliero e sanitario». Tanto per cambiare. L’ elenco dei lavori è lungo. In sintesi: ospedali e progetti simbolo della Lombardia come il nuovo Palazzo della Regione. Non si scappa, è la sanità il business più amato dagli amici stretti di Formigoni. E anche dagli amici degli amici. In un intreccio che finisce al civico 19 di via Canova a Milano, sede di molte società della galassia.
Gerevini Mario
Simona Ravizza