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 2012  giugno 07 Giovedì calendario

SCOOP E RACCOMANDAZIONI FINISCE NELLA POLVERE LA REGINA DELLA TV USA


È la giornalista televisiva più famosa d´America, ha intervistato re, dittatori, presidenti, stelle di Hollywood (la sua specialità), i Vip fanno a gara per essere nei suoi talk-show. È un po´ l´essenza di quel "personality journalism" che fa storcere il naso ai puristi dell´informazione ma che rende popolare (e milionario) chi sfonda. Ai sui critici Barbara Jill Walters ha sempre risposto colpo su colpo, forte dei suoi successi, del suo carisma e di una buona dose di arroganza. Ma ieri ha dovuto chiedere scusa, fare pubblica ammenda. Quando nel dicembre 2011 la Walters intervistò in esclusiva a Damasco il dittatore siriano Bashar Al Assad, lo scoop tenne banco per giorni. La rivolta popolare contro il sanguinoso regime era in corso da tempo e le parole di Assad, che negava torture e uccisioni di fronte alle domande (non certo in ginocchio) della star televisiva, finirono sui media di tutto il mondo e diventarono un tormentone sulla rete.
Nessuna critica (a parte l´opportunità di dare la parola ad Assad) su come l´intervista venne condotta. E del resto per una come lei, che in quaranta e passa anni di carriera se l´è vista con personaggi del calibro di Sadat e Begin (intervista congiunta), Fidel Castro, Margareth Thatcher, Reza Palhevi, Indira Gandhi, Gheddafi e che con Monica Lewinsky arrivò ad una audience di 74 milioni di telespettatori (record insuperato), era solo un nome in più sul curriculum.
Il problema è iniziato dopo. Quando qualcuno, che faceva parte del cerchio magico di Assad ed è poi passato con gli oppositori, ha fatto arrivare al Telegraph di Londra una serie di e-mail che la Walters ha scambiato con Sheherazad Jaafari, la figlia ventiduenne dell´ambasciatore siriano alle Nazioni Unite che, guarda caso, era anche media advisor del dittatore di Damasco. E che chiese alla giornalista, in cambio del ruolo avuto per fargli intervistare Assad, un aiuto per entrare in qualche tv Usa o perlomeno alla prestigiosa Columbia School of Journalism.
La Walters disse che per l´Abc (il network di cui è la principale star) non poteva fare niente («Sarebbe un conflitto di interessi») ma che aveva contattato la Cnn per fargli avere una "internship" e il suo vecchio collega della Abc Richard Wald, oggi professore alla Columbia, per facilitargli l´ingresso all´università. Nessuna delle due raccomandazioni andò a buon fine. Alla Cnn non venne mai chiamata, nonostante fosse stata presentata come «una donna brillante, bella, che parla cinque lingue e che sarebbe una meravigliosa assunzione».
Che sia andata a buon fine o meno, la preziosa raccomandazione ha finito per ritorcersi contro la star televisiva. Che una volta scoperta è stata costretta a fare qualcosa che non avrebbe voluto mai, chiedere scusa pubblicamente: «Mi sono offerta di aiutarla nel contattare alcune organizzazioni giornalistiche e dell´accademia, nonostante lei non sia riuscita ad ottenere un lavoro. Ripensandoci, capisco che tutto ciò ha creato un conflitto e mi pento di averlo fatto».