Brett Forrest, Espn Magazine, Usa, L’Internazionale 14/6/2012, 14 giugno 2012
LA GRANDE TRUFFA DEL PALLONE
(Indagini in 25 paesi rivelano un giro d’affari illegale da centinaia di milioni)–
La mattina del 20 febbraio 2011 un uomo di Singapore è entrato in un commissariato di polizia di Rovaniemi, in Finlandia. Rovaniemi è una città vicino al circolo polare artico. L’uomo ha detto agli agenti che un altro cittadino di Singapore, Wilson Raj Perumal, si trovava a Rovaniemi con un passaporto falso. Poi è scappato senza aggiungere altro. Nonostante le perplessità per una soffiata apparentemente senza senso, gli agenti di Rovaniemi hanno deciso di sorvegliare Perumal. Tre giorni dopo lo hanno seguito in un ristorante francese vicino allo stadio di calcio dove il Rovaniemen Palloseura aveva appena pareggiato una partita per 1-1. I poliziotti hanno osservato Perumal mentre era seduto al tavolo con tre giocatori del Palloseura. Lo hanno visto rimproverare i calciatori, che sembravano aver paura di lui. Il giorno dopo, con la scusa del passaporto falso, la polizia inlandese ha fermato Perumal. Gli agenti hanno avvertito la federazione calcistica finlandese, che a sua volta ha contattato la Fédération internationale de football association (Fifa), il più importante organismo di governo del calcio.
Una settimana dopo Chris Eaton, il responsabile della sicurezza della Fifa, è arrivato a Rovaniemi. Eaton sapeva molto bene chi era Perumal: gli investigatori inlandesi avevano appena catturato l’uomo che aveva truccato più partite di calcio nel mondo. Eaton gli dava la caccia da sei mesi.
Perumal aveva truccato centinaia di partite, facendo vincere centinaia di milioni di dollari in scommesse alle organizzazioni criminali asiatiche ed europee. Alla ine era stato preso. Ed era stato proprio uno dei suoi complici a consegnarlo alla polizia.
Lo sport più popolare del mondo è anche quello più corrotto. In più di venticinque paesi ci sono inchieste in corso su partite truccate. Ecco alcuni piccoli esempi di quello che sta succedendo dall’inizio del 2011: l’operazione Last bet ha travolto la federazione calcistica in Italia, dove ventidue club e 52 giocatori sono in attesa di essere processati per varie combines. L’Associazione gioco calcio dello Zimbabwe, invece, ha già escluso 80 giocatori corrotti dalle selezioni per la nazionale. Lu Jun, il primo arbitro cinese di un incontro dei Mondiali, è stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere per aver condizionato alcune partite della massima serie del campionato cinese, incassando 128mila dollari.
Il mercato cinese
In Corea del Sud, invece, i magistrati hanno incriminato 57 persone per presunte combines nella K-League e quattro di queste sono poi state trovate morte in apparenti suicidi. Il manager della squadra Reac di Budapest (che gioca nella seconda divisione ungherese) si è buttato da un palazzo dopo che sei giocatori sono stati arrestati per aver truccato delle partite. Inine, in un’amichevole tra nazionali under 21, il Turkmenistan avrebbe vinto 3-2 contro le Maldive in quello che è stato deinito un “match fantasma”: nessuno dei due paesi, infatti, era a conoscenza della partita per il semplice fatto che non è stata mai giocata. Nonostante questo i bookmaker l’hanno quotata e le organizzazioni criminali ci hanno lucrato sopra.
Per la criminalità, truccare le partite di calcio è diventato un business su scala mondiale, come il narcotraico, lo sfruttamento della prostituzione e il commercio illegale di armi. Secondo i dati dell’Interpol, le scommesse sportive sono diventate un afare da mille miliardi di dollari e il 70 per cento di queste scommesse riguarda il calcio. Le scommesse online hanno trasformato degli allibratori locali in uomini d’affari globali pieni di denaro proveniente da ogni continente. Secondo Eaton, i bookmaker asiatici hanno un giro di afari di due miliardi di dollari a settimana. “È diventato un mercato gigantesco e con molta liquidità”, dice David Forrest, professore di economia dell’Università di Salford a Manchester. “Questo giro di denaro favorisce le combines. Si possono scommettere molti soldi senza rischiare più di tanto”.
Chi scommette sul calcio può scegliere tra molte opzioni. Su Sbobet.com, uno dei siti di scommesse legali più importanti del sudest asiatico, si può puntare su decine di partite ogni giorno, dalla Premier league inglese alla Super league indonesiana, ino ai campionati giovanili ucraini. E le possibilità crescono esponenzialmente se si considerano le propositional bets, le puntate in tempo reale durante una partita.
Intorno alla metà degli anni novanta le organizzazioni criminali cinesi, dette “triadi”, hanno creato un sistema internazionale di scommesse truccate. Ma perché tutto è partito dalla Cina? L’economia in grande espansione e la sua intrinseca cultura del rischio hanno fatto sì che la Cina diventasse il mercato ideale per le scommesse. Ma per sfruttare questo mercato a livello mondiale le triadi avevano bisogno di emissari per truccare le partite all’estero. Avevano bisogno di persone che parlassero un inglese luente e che potessero viaggiare liberamente. Per questo si sono rivolte alle organizzazioni criminali di Singapore, lo snodo occidentalizzato del business asiatico.
Dalla criminalità di Singapore proviene il personaggio più abile: Wilson Raj Perumal. Carismatico e di bell’aspetto, Perumal è un ex ladruncolo che si è dedicato alla missione di truccare le partite di tutto il mondo. Non si è dovuto sforzare più di tanto per trovare degli obiettivi raggiungibili: basta considerare che ci sono diecimila squadre professionistiche nel mondo. Ai giocatori, poi, si aggiungono gli arbitri, i dirigenti dei club e quelli delle federazioni. Per un esperto di combines come lui chiunque poteva essere comprato al giusto prezzo. Grazie a intermediari come Perumal, le organizzazioni criminali cinesi e di Singapore hanno truccato tante di quelle partite da mettere in discussione l’integrità del calcio. Per risolvere il problema gli appassionati di questo sport si sono rivolti all’unica organizzazione che sembra avere l’autorità per farlo: la Fifa. Il 28 marzo, a poco più di un anno dall’arresto di Perumal in Finlandia, Chris Eaton è salito su un palco a Manchester, in Gran Bretagna, durante SoccerEx, la più grande iera mondiale del settore. Il superpoliziotto della Fifa era stato invitato a parlare del fenomeno delle scommesse nel gioco più bello del mondo. “È impossibile goniare la portata del problema, perché stiamo parlando di una quantità enorme di denaro”, ha afermato Eaton. Sessant’anni, caparbio e con alle spalle una carriera da poliziotto lunga più di quarant’anni, Eaton è entrato nell’Interpol nel 1999. Con la Fifa ha cominciato a lavorare nel 2009 come consulente per la sicurezza di un torneo giovanile in Egitto. Alla Fifa ha fatto un’impressione così buona che l’organizzazione lo ha strappato all’Interpol per dargli un ruolo a tempo pieno ai Mondiali di calcio in Sudafrica nel 2010, visto che i dirigenti della Fifa temevano attacchi terroristici e trufe. Dopo che il torneo si è concluso senza intoppi, Eaton è diventato il capo della sicurezza della Fifa, con l’obiettivo di creare una nuova divisione all’interno dell’organismo internazionale per combattere il fenomeno delle partite truccate.
Ingannare le federazioni
All’inizio della sua nuova sida, Eaton ha messo su una squadra di investigatori, tutti poliziotti come lui, scegliendoli in base alla loro “energia e al loro odio per il crimine”. Li ha disseminati in tutto il mondo lasciandogli ampia libertà di azione. Gli investigatori di Eaton sono entrati in contatto con alcuni informatori, che alla ine li hanno fatti arrivare a un’organizzazione criminale di Singapore. Piano piano hanno scoperto in che modo personaggi come Perumal erano riusciti a iniltrarsi nel mondo del calcio. “Avevano smesso di condizionare le partite e hanno cominciato a condizionare le persone”, dice Eaton.
Secondo gli investigatori, Perumal aveva perfezionato le sue tattiche criminali alla fine degli anni novanta in Ghana e Zimbabwe. Il suo obiettivo non era solo corrompere i singoli calciatori ma ingannare intere federazioni. Fingendosi rappresentante di società fittizie dai nomi come Footy Media e Football4U, Perumal si rivolgeva ai dirigenti delle federazioni per organizzare amichevoli tra le nazionali. “Gran parte delle federazioni calcistiche sono in rosso”, ha poi scritto Perumal al giornalista di Singapore Zaihan Mohamed Yusof dal carcere in Finlandia. “Quando ti presenti con una squadra che è pronta a giocare un’amichevole, ti accolgono a braccia aperte. Non sanno cosa c’è sotto”.
Mentre la sua rete criminale cresceva, Perumal irmava accordi regolari con federazioni nazionali di paesi dove non era conosciuto, come Bolivia e Sudafrica, pagando anche centomila dollari per le amichevoli, spesso contro nazionali di livello superiore che volevano risparmiarsi la fatica di organizzare un incontro. Perumal si occupava dell’organizzazione, della pubblicità e della scelta degli arbitri. Molte amichevoli si giocano senza l’ok della Fifa. Dunque, spesso tutto quello che doveva fare Perumal era trovare uno stadio e pagare l’aitto per un giorno. Queste partite attiravano l’attenzione dei bookmaker internazionali nonostante un numero insolito di espulsioni, rigori concessi o fuorigioco ischiati. Per match del genere, gli arbitri sono pagati dalla Fifa solo 350 dollari, quindi era facile corromperli. “Ogni federazione calcistica iscritta alla Fifa è responsabile dell’organizzazione e della supervisione delle partite nel suo paese”, spiega il portavoce della Fifa Wolfgang Resch. “Il controllo degli arbitri e dei dirigenti rientra nei doveri delle singole federazioni”.
Corrompere gli arbitri era un modo per manipolare i risultati, ma per raggiungere quello che i criminali chiamano un lavoro eccellente, Perumal doveva accordarsi anche con giocatori e allenatori. Per riuscirci ha vestito i panni del Robin Hood del calcio, pagando oltre cinquemila dollari a partita a molti giocatori di Africa, America Centrale e Medio Oriente che con i loro compensi regolari riuscivano a stento a sfamare le famiglie. Perumal si è iniltrato così bene nei campionati professionistici che, secondo fonti di Singapore, parlava con gli allenatori in panchina durante le partite. Perumal si è vantato del fatto che “controllava il calcio siriano più di quanto Assad controlli il paese”.
Di fronte a organizzazioni criminali che operavano in piccoli centri africani e negli spogliatoi del Medio Oriente, Eaton ha deciso che bisognava combatterle con un approccio da “antiterrorismo”. Ma quando ha proposto due iniziative – un numero di telefono speciale per le soiate e l’amnistia per chi confessava le trufe – la Fifa le ha subito scartate. “La Fifa è un’organizzazione non proit che vigila sulle squadre, le istituzioni e i vari campionati. La sua autorità si applica solo ai suoi ailiati, è impossibile per l’organizzazione controllare chi agisce fuori dal sistema”, dice Resch della Fifa.
Ogni volta che ne ha l’opportunità, il presidente della Fifa Sepp Blatter sottolinea il suo impegno nell’estirpare il fenomeno delle combines nel calcio. Ma Eaton alla ine si è ritrovato con le mani sempre più legate. “L’approccio di Chris è di tipo olistico”, sostiene Ronald Noble, un suo ex collega all’Interpol. “Vuole un programma di protezione dei testimoni e una squadra di investigatori della Fifa pronta a volare in ogni parte del mondo, in qualsiasi momento. Ma tutte queste cose sono impossibili per istituzioni come la Fifa che non hanno compiti di polizia”.
Eaton, invece, la pensa così: “Stiamo parlando dello sport più difuso del mondo, dunque deve essere un modello. Il punto è la sua gestione. Allora c’è solo un business con un pizzico di controllo o c’è un sistema di controllo con un pizzico di business?”.
A Singapore il fenomeno delle partite truccate si è trasformato in un’impresa strettamente controllata dalla criminalità. Alla sua guida ci sono quattro boss, con a capo un uomo di nome Dan Tan Seet Eng. Una volta che si è deciso come inirà una partita, le triadi cinesi usano delle “fabbriche di scommesse” nel sudest asiatico dove schiere di persone davanti a un computer fanno puntate da circa tremila dollari ognuna il più velocemente possibile, per non insospettire i bookmaker. I boss spesso agiscono insieme, usando il sistema hawala, una struttura di credito clandestina a cui si aidano le organizzazioni criminali internazionali per scambiarsi denaro senza lasciare tracce. La crescita del giro delle scommesse truccate ha fatto aumentare i gruppi criminali con organizzazioni simili in altri paesi, come Italia, Ungheria, Croazia e Bulgaria.
Ignorati dalla polizia, i boss di Singapore sono diventati sempre più spudorati al punto da organizzare partite fantasma come quella tra le nazionali under 21 di Maldive e Turkmenistan. Visto che sono le federazioni dei singoli paesi, e non la Fifa, ad annunciare le amichevoli, i bookmaker si basano su osservatori locali per ottenere le informazioni su queste partite. Ma gli osservatori sono corrotti dalle organizzazioni criminali per imbrogliare gli allibratori, che ricevono i resoconti di partite mai giocate.
Un folle megalomane
Per Wilson Raj Perumal truccare le partite stava diventando troppo semplice. Così ha preso anche lui il vizio di scommettere, puntando sui Chicago Bulls o sul Manchester United; squadre che per quanto ne sapeva non erano corrotte. Ma come scoprì presto, Perumal era molto più bravo a truccare le partite che a scommetterci sopra. Secondo un investigatore del gruppo di Eaton, in tre mesi Perumal ha perso circa dieci milioni di dollari. Per recuperare i soldi persi Perumal ha deciso di ingannare l’organizzazione criminale di cui faceva parte. Ha cominciato a tenere per sé i 500mila dollari che i suoi capi gli davano per organizzare le combines, sperando che la squadra giusta vincesse regolarmente e con il punteggio che serviva. Presto, però, Perumal si è ritrovato nei guai: secondo alcune fonti della Fifa, doveva un milione di dollari a un boss, 500mila a un altro e un milione e mezzo a un altro ancora. A quel punto era disperato e ha cominciato a commettere degli errori. Il 7 settembre 2010 ha pensato di far passare alcuni impostori come calciatori della nazionale del Togo e fargli giocare un’amichevole contro il Bahrein. Ma la messinscena è stata così sfacciata che dalle cronache dei giornali sembrava proprio una partita truccata. Il commissario tecnico del Bahrein, Josef Hickersberger, disse a ine partita che la nazionale del Togo non “era abbastanza in forma per giocare i 90 minuti”.
Qualche mese dopo Perumal era già in Finlandia, dove truccava le partite con la squadra del Rovaniemi almeno dal 2009. Doveva seguire un afare per conto di Dan Tan. Negli anni il club del Rovaniemi aveva procurato all’organizzazione criminale tanto di quel denaro che Dan Tan aveva deciso di rilevare la squadra per garantirsi introiti costanti. Ma, visto che aveva ancora bisogno di soldi per inanziare le sue scommesse, Perumal ha fatto saltare l’affare. I proprietari finlandesi, infatti, avevano accettato di vendere il club per 500mila dollari. Ma Perumal ne ha oferti solo 200mila, tenendosi il resto per sé. Dopo alcune telefonate infuocate tra i dirigenti del Rovaniemi e i boss di Singapore, è stato subito chiaro dove erano initi i 300mila dollari scomparsi.
Perumal aveva troppi contatti con il Rovaniemi, che era una gallina dalle uova d’oro, perché Dan Tan potesse tagliarlo fuori. Ma perino prima che saltasse l’acquisto del club, i boss avevano voluto incontrare i due assistenti di Perumal, Danny Jay Prakash e Anthony Santia Raj. I due avevano confessato che Perumal ormai era diventato un folle megalomane. Aveva perino creato una pagina Facebook con le foto che ritraevano lui e i giocatori corrotti, per non parlare delle informazioni che aveva postato online per contattare altri criminali in Europa. Con i suoi azzardi Perumal si era giocato la credibilità. Mentre la sua reputazione andava a rotoli, il suo vice Santia Raj stava organizzando la più grande combine della sua carriera, ovvero due amichevoli nella località turistica di Adalia, sulla costa turca: Lettonia contro Bolivia ed Estonia contro Bulgaria. Quello che Santia Raj non sapeva è che le due partite avevano fatto nascere dei sospetti prima del ischio di inizio. Janis Mezeckis, segretario generale della Federazione calcistica della Lettonia, era preoccupato per il modo in cui erano stati scelti gli arbitri: l’inesperto Santia Raj, infatti, si era rifiutato di rivelare i nomi dei direttori di gara prima del match. Allora Mezeckis aveva contattato la Fifa. A sua volta Chris Eaton aveva contattato Sportradar, un osservatorio sulle scommesse con sede a Londra che, tra i suoi clienti, ha anche la Fifa, l’Uefa e le federazioni calcistiche di Germania, Francia e Repubblica Ceca. I nodi stavano venendo al pettine.
Sportradar sorveglia trecento siti di scommesse nel mondo, sfruttando degli algoritmi per indentiicare i lussi insoliti delle puntate. Quando lo staf di Sportradar ha controllato quello che succedeva ad Adalia si è accorto che le scommesse su entrambe le partite erano identiche. “C’era un grande lusso di giocate per più di tre gol su tutti e due i match”, racconta Darren Small, il direttore operativo di Sportradar. “La cosa era piuttosto strana, considerando i cinque milioni di euro puntati su ogni partita”. Alla ine nelle due partite furono segnate complessivamente sette reti, tutte su calci di rigore. E quando un giocatore lettone aveva sbagliato un calcio di rigore, l’arbitro glielo aveva fatto ripetere. Dopo i match di Adalia, la Fifa ha contattato Santia Raj via email attraverso la società di facciata del trufatore. Dan Tan e gli altri boss hanno pensato che Perumal avesse fatto una soiata alla Fifa. È stato questo il momento in cui Dan Tan ha autorizzato Santia Raj a consegnare Perumal alla polizia. Per farlo, Santia Raj ha spedito un suo uomo al commissariato di Rovaniemi, mettendo la parola ine alla lunga carriera di Perumal.
Perumal ha deciso di collaborare con gli inquirenti, mentre le prove contro di lui si accumulavano . Ha rivelato diversi segreti sulle combines che nel dicembre 2011 hanno portato un tribunale italiano a incriminare Dan Tan. Perumal è stato un anno in carcere in Finlandia, poi è stato consegnato a febbraio alla polizia ungherese, il primo dei paesi dell’Unione europea che lo vogliono processare per aver truccato le partite.
Perumal ora si trova in un luogo sicuro di Budapest, dove, dicono i ben informati, starebbe svelando le operazioni dell’organizzazione di Singapore con altri gruppi criminali.
La Fifa deve imparare
Eaton non sarà alla Fifa per vedere come inirà questa faccenda. Il primo maggio ha lasciato il massimo organismo del calcio mondiale per lavorare all’International centre for sport security, un osservatorio finanziato generosamente con sede nel Qatar.
Mentre è al bar del Radisson Edwardian hotel di Manchester dopo un giorno passato a SoccerEx, Eaton sembra sollevato dal suo nuovo lavoro: “La Fifa deve imparare ancora molto sul crimine organizzato e le scommesse”, dice. “Il business del calcio è diventato così grande che ha sofocato la sportività. Ecco perché quando vuoi andare a fondo nel mondo del calcio, c’è chi storce il naso”.
Perumal ora ha una nuova e lunga lista di nemici. Da Singapore un suo ex collega lancia un avvertimento: “Custodia cautelare. Se rimane quindici minuti da solo e va al bagno, è un uomo morto. Non ci vuole niente. Mi hanno oferto 300mila dollari per andare in Ungheria, mettermi su un tetto con un cecchino e dirgli chi è Perumal”. Ma Perumal gioca ancora d’azzardo. Come ha scritto dal carcere: “Sono io che ho la chiave del vaso di Pandora. E non ci metto nulla ad aprirlo”.