Paolo Biondani, L’Espresso 14/6/2012, 14 giugno 2012
Quella notte con Ruby – colloquio con Michelle Conceicao Che notte, quella notte. Il 25 aprile 2010 è iniziato da poche ore
Quella notte con Ruby – colloquio con Michelle Conceicao Che notte, quella notte. Il 25 aprile 2010 è iniziato da poche ore. Silvio Berlusconi è ancora il capo del governo, forte di una maggioranza che sembra incrollabile. L’Italia democratica si prepara alla storica festa della Liberazione. Il premier è ad Arcore e festeggia a modo suo. Con un gruppo di ragazze molto disinibite. La cosiddetta cena elegante è finita, il dopocena burlesco pure. Berlusconi è in camera da letto. Quella notte ha scelto di passarla con una giovane italiana. Nella stanza accanto ci sono altre ragazze. La più irrequieta è una minorenne marocchina, Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori. La porta si apre, la bella italiana esce: Berlusconi si è addormentato. Le altre ragazze scoppiano a ridere. E proprio allora Ruby s’infila nella stanza del premier appisolato. Lei vuole risvegliarlo. E vuole meritarsi un bel dono: 5 mila euro in contanti. Consegnati a Karima personalmente dal Cavaliere. Quando lei ha 17 anni e lui 73. Eccolo qui il racconto della prima testimone oculare dello scandalo Ruby. È una persona molto informata dei fatti ("Anche troppo", si lamenta), che finora ha svelato ai magistrati solo una piccola parte di ciò che sa. Il suo nome è Michelle Conceicao, per gli amici "Misci". È brasiliana, vive da anni in Italia. Conosce tutte le "ragazze storiche", come le chiama lei, della cerchia del bunga bunga. E il famoso 27 maggio 2010 tocca a lei risolvere l’emergenza Ruby. Quando quella minorenne senza documenti viene fermata per furto, è proprio Misci a precipitarsi in questura e lanciare l’allarme al capo del governo. Che a mezzanotte telefona da Parigi per raccontare alla polizia l’ormai famosa balla: quella marocchina sarebbe la "nipote di Mubarak" (egiziano), dunque è meglio rilasciarla. Affidata sulla carta a Nicole Minetti, consigliere regionale della lista Formigoni, in realtà Ruby torna a vivere a casa di Misci. Che diventa così la sua custode, quando i pm non sanno ancora nulla del traffico di escort sulla via di Arcore. La custode di una mina vagante. Tra giugno e luglio 2010 Ruby rompe con Misci, rientra nell’orbita dell’indebitato Lele Mora e intanto fa partire l’inchiesta su Berlusconi. I pm Antonio Sangermano e Ilda Boccassini capiscono che Misci è cruciale e la interrogano per ore, ammonendola che rischia la falsa testimonianza. Lei non molla. Crede ciecamente in Berlusconi. E si aspetta molto da lui. Invece l’inchiesta le fa scoprire che il sultano di Arcore versa da anni somme esorbitanti a tutte le ragazze del suo harem. Mentre Ruby scrive di attendersi altri "quattro milioni e mezzo di euro". Misci si sente tradita, emarginata, usata e gettata. Quando comincia a parlare con "l’Espresso", mesi fa, è una donna sola, relegata in un appartamento di periferia. All’inizio è diffidente. Dice e non dice. Il muro del silenzio crolla solo negli ultimi giorni. Lo scorso aprile Misci torna in Brasile, dove mantiene un figlio di dieci anni "intelligentissimo", che vive con la nonna materna. A fine maggio rientra a Milano per testimoniare. Ed è un’altra Misci: "Sono stanca di vivere in un mondo di bugie. Mentre ero a Rio tutti ridevano di Berlusconi perché ha detto che mantiene tutte le sue ragazze. Trattavano anche me da mantenuta. Che vergogna. Sono l’unica che non ha preso soldi, eppure solo io ho questo marchio. La Nicole è "consigliere regionale", le altre sono "ballerine": nessuno le chiama prostitute. Adesso basta. Ho deciso: voglio andare in tribunale a dire tutta la verità". Capelli e occhi neri, pelle ambrata, Misci ora vive in una bella casa sui Navigli affittata da Luca, un imprenditore milanese che già parla di matrimonio. Il suo italiano è scorretto ma efficace. Prima di tutto: ha ricevuto pressioni, denaro o altro per parlare di Ruby? "No. Al contrario". Pressioni contrarie? "Mentre ero in Brasile mi ha chiamato il presidente". Quale presidente? "Silvio Berlusconi. Ero stata chiamata a testimoniare in tribunale per venerdì 25 maggio, ma io non lo sapevo ancora. Lui sì. Mi ha fatto un discorso. Mi ha ripetuto una frase che usa spesso: quando il mare è in tempesta, non si butta nessuno giù dalla nave". Da quel discorso lei cosa ha capito? "Berlusconi non vuole che io dica la verità. Mi ha detto chiaramente di "fare la brava" in tribunale". Le ha promesso soldi? "No. Al telefono no". E prima di questa telefonata? "Beh... L’avevo chiamato io, alcuni mesi fa. I giornali mi umiliavano, nessuno mi difendeva. Non mi ero mai sentita così disperata. Lui mi ha detto che in quel momento non poteva aiutarmi perché c’è il processo. Però ha aggiunto che non si dimentica mai di nessuno. Non ha parlato di soldi. Ma io ho capito che dovevo solo aspettare". Perché adesso ha deciso di parlare? "Perché ho paura che mi succeda qualcosa. Mia madre è molto spaventata". Cosa vi ha spaventato? "Tante cose strane. L’ultima è questa: avevo già il biglietto per l’Italia, non avevo mai avuto problemi alla frontiera, invece una compagnia aerea privata mi ha bloccato in Brasile. Per rientrare in Italia ho dovuto avvertire la polizia. Dovevo testimoniare il primo giugno. Mi sembrava una liberazione. Invece gli avvocati del presidente sono riusciti ad annullare l’udienza. Mi hanno rinviato al 25 giugno". E intanto i pm non possono interrogarla, perché è anche testimone della difesa. "Infatti. Ma io non posso restare fino al 25 giugno l’unica persona che è disposta a dire al tribunale tutta la verità. Così rischio troppo". E allora sentiamola subito, la sua verità su Ruby: è vero o no che Berlusconi ha pagato per andare a letto con la ragazza allora minorenne? "Certo che è vero". Come fa a dirlo? "Io ero lì. Ad Arcore ci andavo anch’io. E da molto prima di Ruby". Testimone oculare, si dice in Italia. Ci racconta la scena che ha visto? "Quella notte, come sempre, Berlusconi ha scelto con chi andare in camera. Tra le ragazze in quei momenti c’è molta competizione. Anche perché quelle che si fermano per la notte prendono cinquemila euro o anche di più, le altre mille o duemila al massimo. Ruby era già stata ad Arcore e ci sperava molto. Invece quella notte il presidente ha voluto solo Barbara Guerra". Cioè l’inquilina di via Olgettina che continua a ricevere bonifici anche adesso, a processo in corso? "La Barbara è una delle ragazze storiche del bunga bunga. Quella notte però esagerava. La porta della camera era socchiusa. Io ero nella stanza vicina, con altre ragazze. C’era anche Ruby, era riuscita a inserirsi anche lei. Sbirciavamo di nascosto. E ridevamo tra di noi: guarda lei come finge... A un certo punto non si sente più niente. La Barbara esce: "Si è addormentato". Io scoppio a ridere. E intanto Ruby, più veloce delle altre, s’infila dentro e chiude la porta". E riesce a risvegliare il Cavaliere stanco? "Sì. Ha fatto tutto lei. Lui ormai ha la sua età". Quanto è durato il tutto? "Non lo so, dopo un po’ io sono andata a dormire". Ricorda quale notte era? "Era un giorno festivo, tra aprile e maggio. Mi pare proprio il 25 aprile. Ricordo che all’inizio c’era anche una showgirl bellissima, che però è andata via dopo cena: non è rimasta per la notte". Ci sono altre ragazze mantenute da Berlusconi e mai scoperte dalle indagini? "Ce ne sono due molto famose. Una volta erano le sue favorite. Poi hanno cambiato vita. Quindi farò i nomi solo se i giudici me li chiederanno". Mentre Berlusconi era in camera con Ruby, anche la Minetti era ad Arcore? "Sì, era rimasta anche lei. Ricordo che era arrabbiatissima". Per via di Silvio e Ruby? "No, la Nicole ce l’aveva con la Miriam Lodolo". Vuol dire Miriam Loddo? "Sì, quella lì. È la stessa ragazza che poi io e Nicole ci siamo viste arrivare in questura, la notte del 27 maggio. Nicole diceva che era una sbandata, che una così non bisognava invitarla ad Arcore. Nicole era veramente affezionata al presidente. Ma di me alla fine se n’è fregata". E com’è finita la nottata con Ruby? "Come sempre. Il presidente Berlusconi ha dato i soldi alle ragazze. Ruby ha avuto una busta con cinquemila euro". Glielo ha detto lei? "L’ho visto io". Ricorda qualche altro particolare sulla consegna dei soldi? "Alcune ragazze dicevano a Berlusconi che avevano bisogno di soldi per pagarsi il chirurgo plastico. Ruby gli ha detto che voleva rifarsi il seno. Ma il presidente le ha risposto: "No, tu sei bella così". Per lui era come una bambola. Ruby era veramente una ragazzina. E a lui piaceva per quello". Prima di quella notte, Ruby si era mai tolta i vestiti ad Arcore? "Faceva gli spettacolini nella sala del bunga bunga, come tutte le altre. Però a letto, per quanto ne so, c’è andata solo quella volta". Secondo le indagini, anche l’italo-brasiliana Iris Berardi ha passato ad Arcore la notte del 13 dicembre 2009, quando era ancora minorenne. Lei l’aveva mai vista a casa di Berlusconi prima di Ruby? "Sì, la Iris frequentava la villa di Arcore già nel 2009". Nel 2009, è sicura? "Sì. Io ero lì". E già allora aveva rapporti sessuali con lui? "Naturalmente. Tutte le ragazze che prendono i soldi devono andare con lui". Se è vero che Iris ha anticipato Ruby, perché non ha provato a sfruttare la sua minore età per chiedere soldi a Berlusconi, minacciando uno scandalo? "Perché è brasiliana. E non farebbe mai del male a uno che la aiuta". E Noemi Letizia? Risulta che mamma un bonifico l’ha avuto. "Noemi io non l’ho mai vista. Devo dire però che anche lei, secondo le confidenze che mi hanno fatto le ragazze storiche, è stata con Berlusconi in Sardegna, nel Capodanno 2008-2009, quello con le ballerine che uscivano dal sacco dei regali con i berretti da Babbo Natale". Noemi è la goccia che spinse Veronica al divorzio. Quali ragazze le hanno detto di sapere della diciassettenne di Casoria? "Sicuramente Barbara Guerra, Maristel Polanco... E Nicole Minetti". E si faceva davvero chiamare Papi? "All’inizio presidente. Papi è per le intime. Con Giampaolo Tarantini, a cena, Berlusconi diceva di avere 34 "figlie"". Come mai tutte queste ragazze non la consideravano un’intrusa? E perché Berlusconi si fidava tanto di lei? "Deve capire che io ero invitata ad Arcore da quando ero la fidanzata di un suo grande amico, che è figlio di un imprenditore che ha aiutato Berlusconi tanti anni fa, all’inizio della sua carriera di costruttore. E prima che arrivasse questa Ruby avevo sempre creduto in lui". In tribunale dirà davvero tutto? "Tutta la verità. So che me la faranno pagare, ma lo devo a mio figlio: voglio che cresca in un mondo più giusto. Voglio che sia orgoglioso di sua madre che ha il coraggio di dire la verità anche se in Italia solo chi dice le bugie diventa ricco". n