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 2012  giugno 07 Giovedì calendario

La Russia mette fuori legge la protesta - Ora tutto è nelle mani di Putin. Sarà lui a dover apporre la firma finale, entro 15 giorni, alla draconiana legge «anti-proteste» che aumenta di 10 volte le multe per infrazioni commesse da partecipanti e organizzatori di manifestazioni, specie quelle non autorizzate: 300-600 mila rubli 7-14 mila euro) per i partecipanti, fino a un milione di rubli per chi gli organizzatori

La Russia mette fuori legge la protesta - Ora tutto è nelle mani di Putin. Sarà lui a dover apporre la firma finale, entro 15 giorni, alla draconiana legge «anti-proteste» che aumenta di 10 volte le multe per infrazioni commesse da partecipanti e organizzatori di manifestazioni, specie quelle non autorizzate: 300-600 mila rubli 7-14 mila euro) per i partecipanti, fino a un milione di rubli per chi gli organizzatori . Multe che possono essere sostituite con 200 ore di «lavoro obbligatorio». È il temuto giro di vite dopo l’inverno dello scontento russo. «Legge scandalo» per l’opposizione, «tirannia» per Mikhail Gorbaciov, che invita il capo del Cremlino a porvi il veto. Human Rights Watch nota che il testo è contrario alla Costituzione russa, per Liudmila Alexeieva ai «principi più’ basilari del diritto». Dmitri Peskov, portavoce di Putin, apre uno spiraglio: «Il presidente non firmerà la legge in un solo caso», se contraria ai principi democratici europei. Ma la vera novità è il risveglio della Duma da anni di torpore e conformismo. «Non è un posto per la discussione», l’aveva seppellita l’ex speaker Boris Gryzlov. Invece martedì il dibattito è stato animato come non mai. Undici ore di maratona prima del sì poco prima della mezzanotte, interrotte solo da una breve pausa per il tè, applaudita all’unanimità. Un record, dall’indipendenza della Russia. L’opposizione sapeva di non avere i numeri per bloccare il disegno di legge, proposto dai deputati della maggioranza putiniana di Russia Unita, ma ha deciso di dare comunque battaglia, facendone una questione di principio. Avanguardia il partito Russia Giusta nato come creatura del Cremlino poi sempre più emancipato - che con alcuni deputati attivi in piazza ha promosso, con i comunisti, lo «sciopero italiano»: 400 emendamenti, molti volutamente assurdi come la richiesta di fissare la temperatura nei luoghi di pena ad almeno 30°. Anche l’ostruzionismo è un’arte. Tutto per ritardare l’approvazione della norma a dopo il 12 giugno, giorno della prossima protesta. Così la seduta si trasforma in spettacolo, seguito in diretta sul nuovo sito web OpenDuma.ru da 30mila. Ogni minuto lo speaker Naryshkin decreta impassibile: «La modifica è respinta». Un non-dibattito che a un blogger ricorda «la lettura del Corano a Grozny» O un esercizio di «legislazione tantrica», ironizza Alexei su Facebook. Esasperati, i corrispondenti delle agenzie di stampa statali scrivono: «In aula, dopo 8 ore di discussione, risuona una risata nervosa dopo ogni votazione. Momenti di tensione con scambio di dure osservazioni tra deputati, poi l’atmosfera si rilassa, risate e fischi. Verso le 23 in sala si stabilisce un compiacente stato d’animo». Prima di votare Sergei Mironov, capo di Russia Giusta, dice che la legge riflette «la paura della gente» che ha il Cremlino: «Russia Unita si è scritta il requiem da sola». Il blogger Navalny paragona i membri della maggioranza a «scarafaggi che correvano per l’aula, una scena ridicola». Fuori dall’edificio un picchetto di protesta contro la legge finisce con 70 fermi. Tutti d’accordo: la lotta politica è tornata nel parlamento russo, grazie anche ai nuovi equilibri sanciti dal voto legislativo di dicembre che ha tolto a Russia Unita la maggioranza qualificata. Al Consiglio della Federazione, la camera alta, il giorno dopo va più liscia. Sì in tempo record in mattinata dai senatori. La fronda è donna: Liudmila Narusova, vedova di Anatoly Sobciak, l’ex sindaco di Pietroburgo mentore di Putin negli Anni 90, e mamma di Ksenia, vedette tv dissidente, avverte: «Non abbiamo nemmeno in mano il testo della legge. Perché tanta fretta? Votammo così rapidamente solo quando decidemmo l’invio di truppe» in Sud Ossezia, nel 2008. Ma al momento di pigiare i bottoni Liudmila esce dall’aula. L’unico voto contrario è della senatrice Larisa Ponomareva. L’opposizione dice di non temere le supermulte, convinta che spingeranno più gente in piazza. Ma si rischia la radicalizzazione. Anche perché la legge lascia troppo spazio all’interpretazione: «Ogni riunione di persone in strada potrà essere dichiarata una manifestazione, dunque attenti se andate a un matrimonio o un funerale». E annuncia il ricorso alla Corte Costituzionale.