Michele Emmer, l’Unità, 8.6.12, 8 giugno 2012
Studi a Harvard per Unabomber Il matematico-killer tra gli ex allievi della celebre università Negli Usa ha fatto scandalo il modulo dell’«Alumni Association» che ha compilato anche lui come laureato Alla domanda sui risultati raggiunti ha risposto: otto ergastoli A CHE COSA SERVE L’UNIVERSITÀ? È UNA FABBRICA INUTILE DI LAUREE? OPPURE LA LAUREA FACILITA LA RICERCA DI UN LAVORO DI ALTA SPECIALIZZAZIONE E PROFESSIONALITÀ? Se ne discute non solo in Italia ovviamente
Studi a Harvard per Unabomber Il matematico-killer tra gli ex allievi della celebre università Negli Usa ha fatto scandalo il modulo dell’«Alumni Association» che ha compilato anche lui come laureato Alla domanda sui risultati raggiunti ha risposto: otto ergastoli A CHE COSA SERVE L’UNIVERSITÀ? È UNA FABBRICA INUTILE DI LAUREE? OPPURE LA LAUREA FACILITA LA RICERCA DI UN LAVORO DI ALTA SPECIALIZZAZIONE E PROFESSIONALITÀ? Se ne discute non solo in Italia ovviamente. Uno dei modi per capire l’utilità di una laurea e l’eccellenza di una università è di raccogliere dati sui laureati tramite dei questionari da aggiornare regolarmente. Cosa che fa lodevolmente anche la Harvard’s Alumni Association, l’associazione degli ex alunni della prestigiosa università. L’associazione ha inviato un questionario per aggiornare i dati ad un personaggio famoso. Domanda: quale è la sua occupazione? Risposta: prigioniero. Riconoscimenti avuti? Risposta: otto condanne all’ergastolo, da parte dalla Corte della California nel 1998. Quando la notizia è trapelata, l’Associazione ha confermato che il questionario era stato inviato a tutti gli ex studenti, compreso il personaggio in questione, Kaczynski. Si deplorava che le condanne all’ergastolo fossero state indicate come «risultati»: questo potrebbe aver causato angoscia a qualcuno». Ma chi è Kaczynski? Theodore John Kaczynski nato il 22 maggio del 1942 è divenuto famoso con il nome di Unabomber. Bambino prodigio, accettato alla Harvard University all’età di 16 anni, si laureò in matematica, ottenne il dottorato all’università del Michigan. A 25 anni è assistente professore all’università di California a Berkeley. Presentò le dimissioni due anni dopo e si ritirò nel 1971 in una capanna nei boschi senza elettricità e acqua corrente. A partire dal 1978 e sino al 1995 inziò ad inviare pacchi bomba a diversi obiettivi, come università e linee aeree, con la motivazione che lo sviluppo industriale stava distruggendo il mondo selvaggio in cui viveva. Una sorta di eco-terrorista. Morirono 3 persone ed altre 23 rimasero ferite. Nel 1995 inviò ad alcuni giornali il cosiddetto Unabomber manifesto in cui dichiarava che le bombe erano uno strumento estremo ma necessario per portare all’attenzione della opinione pubblica la distruzione delle libertà umane dovute alle tecnologie moderne. Se il manifesto fosse stato pubblicato avrebbe rinunciato alle bombe. Il The New York Times e il Washington Post pubblicarono per interno il documento. Leggendo quel manifesto il fratello David Kaczynski vi riconobbe i pensieri di Theodore e lo denunciò consentendo alla FBI di catturarlo dopo anni di inutili tentativi. È il 3 aprile del 1996 poco fuori la città di Lincoln nel Montana, dove si trova la capanna dove vive Theodore Kaczinsky. Gli agenti del FBI circondano la capanna. Appare Kaczinsky, barba e capelli lunghi sulla porta. Fu condannato a sette ergastoli sfuggendo alla pena di morte perché si dichiarò colpevole. PARAGRAFO 96 Nel manifesto al paragrafo 96 Unabomber scrive. «Perché il nostro messaggio arrivi al pubblico bisogna uccidere qualcuno». Il 10 febbraio 1987 piazza una bomba davanti ad un negozio di computer. Per la prima volta viene visto, ha una felpa con cappuccio, viene fatto un identikit. Passano alcuni anni senza bombe. Le investigazioni sono sospese. Ma il 22 aprile 1993, sempre in California a Tiburon, viene colpito un professore di genetica, Charles Epstein. Due giorni dopo alla Yale University David Gelentner e per la prima volta invia agli investigatori un numero 561-47-0287 che lo identifica, in modo che l’FBI sappia che è lui. Nel dicembre 1994 muore Thomas Mosser, decapitato dalla bomba. Ancora in California, a Sacramento 24 aprile 1995, muore Gilbert Murray, è l’ esplosione più potente che Unabomber abbia mai realizzato. Il 28 giugno 1995 il cosiddetto manifesto viene inviato al Washigton Post e al The New York Times. Il 19 settembre 1995 i due giornali pubblicano il manifesto composto di 37.000 parole. Lo legge anche David Kazinsky e riconosce alcune frasi che il fratello utilizza di solito. In particolare nel paragrafo 115 del manifesto si legge: «Il sistema deve forzare le persone a comportarsi in un modo che sia sempre più remoto dal comportamento usuale dell’essere umano. Ad esempio il sistema ha bisogno di scienziati, di matematici e di ingegneri. Un adolescente normale vuole passare il tempo in fattiva iterazione con il mondo reale». David fa esaminare le lettere del fratello da un esperto per avere un parere. E decide di andare all’Fbi a parlare con gli investigatori che si occupano del caso da quasi 20 anni. Il caso Unabomber è stato il più costoso nella storia della giustizia Usa. Per 20 anni ha eluso le ricerche della polizia e viene preso solo perché nel manifesto scrive delle frasi che al fratello sembrano familiari. Se fosse stato per l’Fbi il matematico killer non lo avrebbero mai preso. È detenuto in un carcere di massima sicurezza nel Colorado.