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 2012  giugno 07 Giovedì calendario

La notte del 25 aprile 2010 vissuta ad Arcore è il cardine del processo contro Silvio Berlusconi. Lui all’epoca aveva 73 anni e tra le sue ospiti c’era la diciassettenne Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori

La notte del 25 aprile 2010 vissuta ad Arcore è il cardine del processo contro Silvio Berlusconi. Lui all’epoca aveva 73 anni e tra le sue ospiti c’era la diciassettenne Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori. Ora in un’intervista esclusiva che sarà pubblicata nel numero de l’Espresso in edicola domani la testimone chiave di quella serata descrive cosa è accaduto tra l’allora premier e la minorenne marocchina. E racconta quello che si diceva tra le ragazze del Bunga Bunga di altre due minorenni legate a Berlusconi. Michelle Conceicao è rientrata dal Brasile per deporre come teste nel processo venerdì scorso. Per la prima volta però i legali del Cavaliere hanno chiesto e ottenuto di rinviare l’udienza per il legittimo impedimento dell’imputato chiave. Tutto rinviato al 25 giugno. Ma Michelle Conceicao sostiene di "avere paura" e ha deciso di parlare con "l’Espresso" in una lunga intervista. «Sono stanca di vivere in un mondo di bugie. Mentre ero a Rio tutti ridevano di Berlusconi perché ha detto che mantiene tutte le sue ragazze. Trattavano anche me da mantenuta. Che vergogna. Sono l’unica che non ha preso soldi, eppure solo io ho questo marchio. La Nicole è "consigliere regionale", le altre sono "ballerine": nessuno le chiama prostitute. Adesso basta. Ho deciso: voglio andare in tribunale a dire tutta la verità». Prima di tutto: ha ricevuto pressioni, denaro o altro per parlare di Ruby? «No. Al contrario». Pressioni contrarie? «Mentre ero in Brasile mi ha chiamato il presidente». Quale presidente? «Silvio Berlusconi. Ero stata chiamata a testimoniare in tribunale per venerdì 25 maggio, ma io non lo sapevo ancora. Lui sì. Mi ha fatto un discorso. Mi ha ripetuto una frase che usa spesso: quando il mare è in tempesta, non si butta nessuno giù dalla nave». Da quel discorso lei cosa ha capito? «Berlusconi non vuole che io dica la verità. Mi ha detto chiaramente di "fare la brava" in tribunale». Le ha promesso soldi? «No. Al telefono no». E prima di questa telefonata? «Beh... L’avevo chiamato io, alcuni mesi fa. I giornali mi umiliavano, nessuno mi difendeva. Non mi ero mai sentita così disperata. Lui mi ha detto che in quel momento non poteva aiutarmi perché c’è il processo. Però ha aggiunto che non si dimentica mai di nessuno. Non ha parlato di soldi. Ma io ho capito che dovevo solo aspettare». Perché adesso ha deciso di parlare? «Perché ho paura che mi succeda qualcosa. Mia madre è molto spaventata». E allora sentiamola subito, la sua verità su Ruby: è vero o no che Berlusconi ha pagato per andare a letto con la ragazza allora minorenne? «Certo che è vero». Come fa a dirlo? «Io ero lì. Ad Arcore ci andavo anch’io. E da molto prima di Ruby». Testimone oculare, si dice in Italia. Ci racconta la scena che ha visto? «Quella notte, come sempre, Berlusconi ha scelto con chi andare in camera. Tra le ragazze in quei momenti c’è molta competizione. Anche perché quelle che si fermano per la notte prendono cinquemila euro o anche di più, le altre mille o duemila al massimo. Ruby era già stata ad Arcore e ci sperava molto. Invece quella notte il presidente ha voluto solo Barbara Guerra. La porta della camera era socchiusa. Io ero nella stanza vicina, con altre ragazze. C’era anche Ruby, era riuscita a inserirsi anche lei. Sbirciavamo di nascosto. E ridevamo tra di noi: guarda lei come finge... A un certo punto non si sente più niente. La Barbara esce: "Si è addormentato". Io scoppio a ridere. E intanto Ruby, più veloce delle altre, s’infila dentro e chiude la porta». E riesce a risvegliare il Cavaliere stanco? «Sì. Ha fatto tutto lei». E com’è finita la nottata con Ruby? «Come sempre. Il presidente Berlusconi ha dato i soldi alle ragazze. Ruby ha avuto una busta con cinquemila euro». Glielo ha detto lei? «L’ho visto io». Ricorda qualche altro particolare sulla consegna dei soldi? «Alcune ragazze dicevano a Berlusconi che avevano bisogno di soldi per pagarsi il chirurgo plastico. Ruby gli ha detto che voleva rifarsi il seno. Ma il presidente le ha risposto: "No, tu sei bella così". Per lui era come una bambola. Ruby era veramente una ragazzina. E a lui piaceva per quello». In tribunale dirà davvero tutto? «Tutta la verità. So che me la faranno pagare, ma lo devo a mio figlio: voglio che cresca in un mondo più giusto. Voglio che sia orgoglioso di sua madre che ha il coraggio di dire la verità anche se in Italia solo chi dice le bugie diventa ricco».