Giornali vari, 21 maggio 2012
Anno IX – Quattrocentoventicinquesima settimana Dal 14 al 21 maggio 2012Terremoto Mentre scriviamo (lunedì 21 maggio ore 10), la terra sta continuando a tremare nel ferrarese-modenese-bolognese, un’area ritenuta fino ad oggi a rischio sismico medio-basso e che invece sussulta incessantemente dall’alba di domenica 20 maggio
Anno IX – Quattrocentoventicinquesima settimana
Dal 14 al 21 maggio 2012
Terremoto Mentre scriviamo (lunedì 21 maggio ore 10), la terra sta continuando a tremare nel ferrarese-modenese-bolognese, un’area ritenuta fino ad oggi a rischio sismico medio-basso e che invece sussulta incessantemente dall’alba di domenica 20 maggio. Le scosse fino ad ora sono state 150. La più forte quella delle 4.03 di domenica, magnitudo 5,9 della scala Richter, replicata nel pomeriggio (ore 15.18) da un altro sommovimento di intensità 5.1. Sotto i crolli dei capannoni industriali della zona sono rimasti uccisi quattro operai, impegnati nei turni di notte nel reparto monocottura della “Ceramiche Sant’Agostino” (Nicola Cavicchi, 35 anni e Leonardo Ansaloni, 51), nella fonderia di alluminio Tecopress (sempre a Sant’Agostino, la vittima si chiama Gerardo Cesaro e aveva 56 anni), nella fabbrica di polistirolo Ursa di Bondeno, frazione di Ponte Rodoni (il marocchino ventinovenne Tarik Nauch). Una quinta vittima è la signora Nerina Balboni, di 103 anni, che le scosse hanno fatto alzare dal letto: ma a pochi passi dalla porta di casa è venuto giù il soffitto e la poveretta ha finito di vivere. I cronisti attribuiscono al sisma anche l’infarto che a San Pietro in Casale ha colpito nel sonno la tedesca Gabi Ehseman, di 37 anni, e a Vigarano Mainarda l’ottantaseienne Anna Abeti, prima stremata da un colpo al cuore e poi finita da un ictus quando è arrivata in ospedale. I feriti sono una cinquantina.
Danni Gli sfollati sono 4.500 e tra questi ci sono anche i malati di un paio di ospedali. Ingentissimi i danni all’industria e all’agricoltura. «Incalcolabili» quelli prodotti all’architettura di un’area culturalmente fondamentale per le sue costruzioni militari e per le sue chiese. Il centro di Finale Emilia, forse il paese più colpito, è un cumulo di macerie, è venuta giù la trecentesca Torre dei Modenesi, è perduto il Mastio della Rocca Estense, sono danneggiati la Torre del Municipio e il Campanile del cimitero, le chiese di San Bartolomeo o della Buonamorte del Rosario dell’Annunciata, tutti edifici risalenti al XV o al XVI secolo, sono precipitati il timpano e le navate interne del Duomo. A San Felice nel Panaro non esiste praticamente più la Rocca Estense e sono crollati una buona parte dei torrazzi. A Mantova sono inagibili il Palazzo Ducale e della Ragione. A San Felice sul Panaro, epicentro del sisma, sono disastrati la Rocca Estense, la Chiesa Arcipetrale (1499), la Torre dell’Orologio. A Ferrara sono crollati alcuni cornicioni del Castello estense e risultano danneggiate San Carlo e Santa Maria in Vado. Giù la Torre dell’Orologio del castello Lambertini a Poggio Renatico (XV secolo), l’oratorio di San Luca e la chiesa di San Paolo a Mirabello, San Lorenzo a Cusumaro di Cento, San Martino a Buonacompra di Cento. Il lettore deve considerare questo elenco largamente incompleto e del resto la contabilità dei danni – dei danni di tutti i tipi – è appena cominciata. I soccorsi in denaro, per gli uomini e per le cose, sono problematici. Lo Stato non può più farsi carico, date le ristrettezze in cui ci troviamo, dei costi provocati dai cataclismi. Il decreto legge di riforma della Protezione civile, appena varato, prevede che paghino le Regioni, raccogliendo i soldi con un’accise sulla benzina di massimo cinque centesimi. Sarà anche ammesso assicurare le case e le cose. Ma ci sono proteste, si chiedono rinvii, Errani, governatore dell’Emilia, vuole che si proclami lo stato d’emergenza nazionale, Formigoni pretende soldi per la Lombardia, a suo dire colpita in modo gravissimo dal sisma (ma non abbiamo ancora l’elenco dei danni lombardi), Modena vuole essere sciolta dal patto di stabilità, ecc.
Appennini Gli esperti hanno spiegato che il terremoto si è prodotto per la pressione degli Appennini sulle Alpi (stiamo evidentemente semplificando fenomeni geologici assai complessi) e che i danni sono inferiori a quelli dell’Aquila perché il sisma era meno forte, diversa la conformazione del terreno, minore la densità abitativa della zona investita e anche migliore la qualità delle costruzioni moderne, anche se il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha invitato a riflettere sul fatto che i capannoni crollati, quelli che hanno provocato i quattro morti, siano stati tirati su intorno all’anno 2000. Epicentro a San Felice sul Panaro, a sei chilometri di profondità, cioè abbastanza in superficie per fare male. Hanno sentito la scossa in tutto il centro Italia (Emilia, Toscana, Marche), in Lombardia, nel Nord-Est. Anche se la zona è considerata a rischio medio-basso, e anzi fino a qualche anno fa non era neanche compresa nei territori sismici, bisogna convincersi che l’Italia, terra geologicamente giovane, è penisola di terremoti, come si capisce bene dalla fotografia scattata da Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi: «In Italia i terremoti sono circa 2000 l’anno. Ben 3 milioni di persone abitano in zone ad alto rischio sismico, 21 milioni sono quelle che abitano in zone a rischio medio. Le zone ad elevato rischio sismico sono circa il 50% del territorio nazionale. I comuni potenzialmente interessati da un alto rischio sismico sono 725 , quelli a rischio medio sono 2.344. Gli edifici che si trovano in zone a rischio sismico sono poco più di 6 milioni mentre le abitazioni sono più di 12 milioni. In Emilia Romagna la popolazione residente in aree potenzialmente a rischio sismico è di 1.308.443 abitanti». Per fronteggiare una situazione simile ci vorrebbero pazienza e politici poco interessati a investire dove si raccolgono voti. Nessuno purtroppo si accorge di un’amministrazione che consolida un edificio e dunque l’operazione non è elettoralmente attraente come l’organizzazione di un festival di belle ragazze o l’acquisto di qualche inquadratura nelle fiction Rai.
Melissa L’orrore del terremoto ci ha allontanato per un giorno dall’orrore della bomba a scuola, che sabato 19 maggio, alle 7.50 del mattino, ha dilaniato e ucciso Melissa Bassi di 16 anni, ridotto in fin di vita la sua amica Veronica Capodieci e mandato all’ospedale altre quattro studentesse dell’Istituto professionale “Francesca Morvillo Falcone” di Brindisi. All’inizio s’era pensato che l’ordigno (tre bombolette del gas collegate tra loro) fosse stato piazzato da anarchici di origine o ispirazione greca, fosse cioè collegato alla gambizzazione del dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi, colpito a Genova il 7 maggio da una cellula intitolata alla greca Olga Ikonomidou della Federazione Anarchica Informale: nel volantino di rivendicazione dell’agguato, questi anarchici fanno esplicito riferimento alle lotte greche e annunciano nuove azioni. Altra possibilità: la malavita locale si vendica di operazioni di polizia recenti e vuole lanciare un messaggio al governo, sulla falsariga di quanto sarebbe avvenuto nel 1993 (strage di via dei Georgofili, attentati di Roma e di Milano): governo, tu che ti sei appena insediato, sappi che devi trattare con noi. A qualche giorno di distanza, però, la pista più probabile sembra quella del gesto isolato: non ci sono rivendicazioni, e dunque la pista terroristica è momentaneamente esclusa, e la malavita locale sta addirittura collaborando alle indagini. Dell’uomo che ha piazzato le tre bombolette del gas esistono parecchie immagini riprese dalle telecamere collocate sul posto e lungo l’ipotetica via di fuga. Non sono nitide, sono in bianco e nero, ma delineano comunque la figura di un cinquantenne in giacca scura e pantaloni chiari, che, dopo aver azionato il telecomando che ha provocato lo scoppio, si allontana con passo svelto, ma non di corsa. Un professionista, si direbbe, se non avesse lasciato troppe tracce sui video. La polizia e i carabinieri, che hanno fatto incetta dei reperti da cui si potrebbe ricavare un dna significativo (mozziconi, fazzoletti di carta), giurano che questo killer sarà catturato. Sperando che la persona destinata alle manette sia quella giusta.
Bossi La politica italiana è devastata dagli scandali. Bossi è indagato per truffa ai danni dello Stato, perché i rendiconti relativi alle elezioni del 2009 sarebbero stati truccati per lucrare un maggior numero di rimborsi elettorali. Sarebbero illegittime anche le elargizioni ai figli, paghette da 5.000 euro al mese, finanziamenti a corsi di Economia in Università mai sentite, ecc. Il Senatùr, un uomo politicamente finito (e i magistrati stanno esaminando anche la posizione della moglie, perno del famoso cerchio magico e beneficiaria di almeno 300 mila euro per la sua scuola Bosina di Varese), dopo una giornata di pianti e di disperazione, ha annunciato che lui col cavolo che si ritira, finché la Padania non sarà liberata continuerà a lottare eccetera eccetera eccetera. Sull’altro lato, il senatore della Margherita Lusi dice alla commissione del Senato di aver distribuito decine di migliaia di euro a Rutelli, Enzo Bianco, Matteo Renzi, Rosy Bindi e molti altri. Tutti smentiscono e infuribondiscono, tutti querelano o annunciano querele o rilasciano interviste indignate. Intanto però, ai ballottaggi di domenica scorsa, la partecipazione al voto è scesa di almeno un altro dieci per cento. Alla fine, sono ancora disposti a far la fatica di votare non più di un italiano su due.
America Vertici a seguire, negli Stati Uniti, prima a Camp David (G8) poi a Chicago (Nato). Nonostante la presenza del nuovo presidente francese, Francois Hollande, Mario Monti, che è dovuto venir via in anticipo a causa della tragedia di Brindisi e del terremoto, è stato l’interlocutore privilegiato di Obama, che lo ha preso sotto braccio e se l’è portato a passeggio nei boschi del Maryland, indicandolo poi in più dichiarazioni come l’uomo che può portare l’Europa fuori dalle sabbie mobili in cui si trova. La linea cosiddetta dello “sviluppo” (risolvere la crisi investendo invece che tagliando) è uscita vincente dal vertice, nonostante la rigidità dei tedeschi e della Merkel. È probabile che la situazione greca si risolverà mettendo Atene di fronte a un doppio piano, in via di definizione (in giugno si svolgerà un G20 in Messico): o restare nell’euro alle condizioni già stabilite o uscire attraverso un percorso controllato e ugualmente doloroso. I greci voteranno di nuovo il 17 giugno e i sondaggi dicono adesso che la vittoria toccherà ai conservatori di Nea Demokratia, in recupero per via di quel 70% di greci che non vogliono uscire dall’euro. Soluzione quasi inevitabile se il 70% di quelli che non vogliono fare i sacrifici dovesse far vincere invece la sinistra di Syryza. Quanto al vertice Nato, Obama vuole che 60 paesi alleati aiutino economicamente l’Afghanistan e specialmente le sue forze di sicurezza. Il ritiro definitivo è ostacolato dal fatto che il Pakistan, per far passare le truppe sul suo territorio, chiede un sacco di soldi.
Facebook Molto rumore per l’entrata in Borsa di Facebook, valutata dalle banche del collocamento a 38 dollari per azione e di poco sopra a questa cifra dopo la prima giornata di contrattazione (giovedì 17 maggio). Molti dubbi su questi numeri, che dànno al network di Zuckerberg un prezzo di cento miliardi, troppi secondo gli esperti per un’azienda che fattura 3,7 miliardi e guadagna 668 milioni. Gli ultimi dati, oltre tutto, mostrano che i numderi di FB sono in calo.