Giornali vari, 7 maggio 2012
Anno IX – Quattrocentoventitreesima settimana Dal 30 aprile al 7 maggio 2012Francia Il nuovo presidente della repubblica francese si chiama François Hollande, ha 57 anni, è socialista, convive con una giornalista di Paris Match, bella signora di nome Valérie Massonneau sposata da ultimo con un Trierweiler di cui mantiene ostinatamente il cognome (come la Merkel, che di nascista sarebbe Kasner e che adesso è sposata Sauer ma che non rinuncia al cognome del primo marito, nel frattempo convolato anche lui a nuove nozze con una nuova e a tutti ignota Frau Merkel)
Anno IX – Quattrocentoventitreesima settimana
Dal 30 aprile al 7 maggio 2012
Francia Il nuovo presidente della repubblica francese si chiama François Hollande, ha 57 anni, è socialista, convive con una giornalista di Paris Match, bella signora di nome Valérie Massonneau sposata da ultimo con un Trierweiler di cui mantiene ostinatamente il cognome (come la Merkel, che di nascista sarebbe Kasner e che adesso è sposata Sauer ma che non rinuncia al cognome del primo marito, nel frattempo convolato anche lui a nuove nozze con una nuova e a tutti ignota Frau Merkel). François e Valérie hanno sette figli in due, lui non si è mai sposato (ma faceva coppia con Ségolène Royal, che lo battè alle primarie e si fece poi superare da Sarkozy nelle presidenziali del 2007), lei ha tre divorzi alle spalle. Hollande, pancetta, aspetto da impiegato senza ambizioni, viene soprannominato “mister Normalità” anche per contrapporlo al finto-faraonico Sarkozy, che ha troppo badato all’immagine e alla propria grandeur durante questo quinquennio e se n’è andato adesso con un grandioso discorso unitario: siamo tutti francesi, aiutiamo il nuovo presidente nel difficile compito che lo attende. Quando sono andati a votare, lui e Carlà, gli exit polls e gli altri sondaggi avevano già stabilito che Hollande avrebbe vinto. Al seggio, per la confusione, Carlà ha dimenticato la carta d’identità. Subito dopo, Sarkozy ha disdetto la festa per la vittoria che era stata organizzata in place de la Concorde. Folle agitanti bandiere tricolori e qualche bandiera rossa si stavano già adunando in rue de Solferino, sede del Partito socialista francese. Un solo socialista è entrato all’Eliseo in questo dopoguerra: François Mitterrand, che ci rimase dal 1981 al 1995, cioè quattordici anni. Altissima l’affluenza alle urne: quasi l’82 per cento degli elettori. Hollande ha vinto con il 51,7% dei voti. Nessuna dichiarazione da parte di Dominique Strauss-Khan, dato per sicuro vincitore l’anno scorso, prima che scoppiasse lo scandalo della cameriera nera stuprata all’hotel Sofitel. Una trappola, come si è capito poi, non si sa se organizzata da destra o da sinistra.
Politicamente Che conseguenze può avere l’ingresso di un socialista all’Eliseo, un socialista, tra l’altro, che durante tutta la campagna elettorale ha battuto sui temi della “crescita” contro quelli del “rigore”? Capiamoci bene sul significato delle due parole: per “crescita” si intende un ritorno a politiche della spesa, che non badino troppo all’indebitamento degli stati; per “rigore” si intendono invece le politiche di risparmio, che licenziano, tagliano costi e insomma credono di poter restituire il dovuto attraverso sacrifici. Il problema, relativamente al “rigore”, è che fa precipitare la domanda e conduce dritti alla recessione: a furia d risparmiare per restituire i soldi, si finisce morti di fame e il creditore resta perciò ugualmente con un palmo di naso. Quanto alla “crescita”, si basa sull’idea, evidentemente falsa, che ci si possa continuare a indebitare all’infinito. Con alcune ulteriori complicazioni: per pompare denaro bisogna servirsi delle banche e le banche, oggi come oggi, i soldi che ricevono tendono a tenerseli, come si è visto di recente con i prestiti all’1% di Draghi che gli istituti hanno adoperato per acquistare titoli di stato al 5% e lucrare sulla differenza. C’è poi la questione dell’inflazione: il denaro da pompare va stampato e l’aumento del circolante produce inflazione, cioè aumento dei prezzi e diminuita ricchezza per ognuno di noi. È possibile che Hollande costringa i tedeschi ad allentare la morsa e che renda possibili un arricchimento dei vari fondi salva-stati (ma sono soldi che alla fine dovremo versare noi) e l’emissione di euro-bond, cioè obbligazioni che comincino a trasferire quote di debito dagli stati nazionali all’Europa. In tutto questo bisognerebbe che i mercati stessero calmi, lasciandoci lavorare. Purtroppo non pare sia così: mentre scriviamo le Borse stanno affondando e, relativamente all’Italia, lo spread è tornato sopra i 400 punti.
Germania L’incognita Hollande è legata pure all’atteggiamento tedesco, cioè alle idee della Merkel. La Kanzlerin ha affrontato anche lei, domenica scorsa, un mini-test elettorale nello Schleswig-Holstein, il più piccolo Land del paese. Senza essere catastrofico, il voto per i partiti al governo non è nemmeno stato un successo: la Cdu, il partito della Merkel, ha perso l’1%, i suoi alleati liberali un 6% (temevano peggio), i socialdemocratici hanno guadagnato quasi il 5. La novità sono i Pirati, partito di ragazzi che potremmo (molto schematicamente) accostare ai nostri grillini/5 stelle. Hanno preso l’8,2 per cento. È probabile che il Land si debba governare con una coalizione larghissima, Cdu-Spd-Verdi-Blu (minoranza linguistica). Interessante la sparizione della Linke, cioè l’estrema sinistra (diciamo: i vendoliani tedeschi).
Grecia Il voto che tremare il mondo fa è però quello greco, dove i due partiti che si sono alternati al governo negli ultimi cinquant’anni escono più che dimezzati nei consensi. Nea Demokratia (la destra, i democristiani) ha il 19,1 per cento, 13 punti in meno dell’altra volta. Il Pasok di Papandreou (socialisti) è passato dal 43,9 al 13,3, non è neanche più il secondo partito, lo ha scavalcato la sinistra radicale (Syryza) che ha preso il 16,6. Entrano in Parlamento, col 7%, anche i neonazisti di Alba dorata che rimpiangono, a forza di saluti romani, il regime dei colonnelli. Contando alla grossa, le formazioni contrarie ai sacrifici che Ue-Fmi-Bce hanno imposto al Paese hanno più del 50% dei voti. Ma è difficile che si mettano insieme, perché appartengono ad aree politiche troppo distanti tra di loro. La regola greca è questa: al partito che ha preso più voti si regalano cinquanta seggi e gli si assegna il compito di cercare le alleanze per formare un governo. Tempo per portare a casa un risultato: tre giorni. Se non ci riesce, si dà l’incarico al secondo classificato, che ha, a sua volta, tre giorni di tempo. Se non ce la fa neanche lui, si passa al terzo classificato, sempre con tre giorni di tempo, e così via a esaurimento. Dopo di che ci sono nuove elezioni: nel nostro caso l’esito più probabile.
Italia Domenica e lunedì scorsi si votava anche in Italia, per rinnovare un migliaio di consigli comunali. Occhi puntati soprattutto su Genova, Verona e Palermo e, più in generale, massima attenzione sui significati politici del voto, l’andamento della Lega e quello dei grillini, l’avanzata del Pd, la prevista disfatta del Pdl che potrebbe portare a un disimpegno dei berlusconiani dal sostegno al governo Monti. Tutti argomenti che non possiamo svolgere perché mentre scriviamo (lunedì, ore 10) le urne sono ancora aperte e i risultati del voto non si conoscono. Possiamo solo segnalare un calo della partecipazione al voto di circa il 6%. Neanche troppo, dato il clima di sfiducia complessiva che circonda l’agone politico.
Juventus La Juventus ha vinto lo scudetto, dopo sei anni di inferno/purgatorio (serie B eccetera) provocati dalla vicenda di Calciopoli. La bella affermazione, dovuta al giovane allenatore Antonio Conte e all’acquisto dal Milan del campione Andrea Pirlo, è arrivata con un turno d’anticipo e in mezzo ai patemi provocati, nel match con il Lecce, da una clamorosa papera del famoso portiere Buffon. Il Milan, superato a tre quarti del torneo, ha concluso una stagione senza luce facendosi battere nel derby dall’Inter dell’allenatore ragazzino Andrea Stramaccioni, nerazzurro di professione, benché romano di nascita e romanista di cuore.