Ferruccio Sansa, il Fatto Quotidiano 6/6/2012, 6 giugno 2012
LA RICEVITORIA MIRACOLATA DELL’AMICO DI BUFFON
Il sogno di ogni giocatore: una ricevitoria dove 8 giocate su 10 sono vincenti. L’83%, per essere esatti. La ricevitoria di Massimo Alfieri, in via Garibaldi, a Parma rischierebbe di diventare meta di tutti gli appassionati delle scommesse italiani. Peccato soltanto che prima ci siano arrivati gli investigatori della Guardia di Finanza di Torino coordinati dal pm Cesare Parodi e dal procuratore capo Gian Carlo Caselli. A guidarli fin laggiù era stata un’altra storia curiosa: quel milione e mezzo di euro che dalle tasche di Gianluigi Buffon (che, va sottolineato, non è indagato) erano finiti al titolare della ricevitoria, il suo amico Alfieri (indagato per frode sportiva).
UNA FORTUNA, tanto che gli investigatori torinesi hanno ritenuto doveroso chiarire. Così, come ha scritto Niccolò Zancan sulla Stampa, hanno fatto un’altra scoperta: otto scommesse su dieci negli ultimi quattordici mesi sono risultate vincenti. A Parma la voce ci ha messo poco per circolare: venerdì scorso in via Garibaldi sono arrivate auto della Finanza di Torino da cui sono scesi uomini non proprio disposti a scherzare. Che dopo qualche ora sono usciti con un bel bagaglio di scatoloni: tutto l’archivio delle giocate e delle schedine vincenti che, per regolamento, devono essere conservate. Il decreto di perquisizione riguarda migliaia e migliaia di giocate, tutte quelle degli ultimi tre anni. Gli inquirenti torinesi vogliono capire se a Parma siano molto fortunati oppure se la ricevitoria di via Garibaldi, come quella pescarese di Massimo Erodiani (al centro delle indagini cremonesi dell’anno scorso) fosse un collettore di giocate “sporche”.
UN’INCHIESTA, quella di Torino, di cui non si conosceva l’esistenza. Rimasta nascosta fino alle ultime vicende cremonesi. In via Garibaldi, appunto, gli investigatori sono giunti seguendo le tracce degli assegni di Buffon: quattordici in tutto, di importo compreso tra i 50 mi-la e i 200 mila euro, per un totale di 1.585.000 euro – che tra il gennaio e il settembre 2010 il portiere ha versato sul conto di Alfieri.
L’avvocato Marco Corini, che assiste il portiere della Juventus, getta acqua sul fuoco: “Mi sembra evidente che usare degli assegni sia il modo più sicuro per farsi tracciare. Buffon non c’entra nulla con questa storia. Si è sempre mosso alla luce del sole. Ha dato dei soldi a un amico per acquisti privati”. Alla porta della ricevitoria di via Garibaldi, dopo la visita della Finanza, si sono affacciati in tanti: cronisti e curiosi. Lui, Massimo Alfieri, è tornato ieri sera da un viaggio a New York. È toccato ai suoi parenti schermirsi dalla pioggia di domande: “È un equivoco, gli investigatori hanno sbagliato. Probabilmente non conoscono bene i meccanismi delle scommesse, chissà cosa hanno controllato…”.
Adesso comunque avranno molto altro materiale da esaminare. Certo, per Buffon alla vigilia degli Europei deve ripresentarsi un incubo: era il 2006, infatti, quando fu indagato dalla Procura di Parma insieme con altri giocatori per associazione a delinquere per un giro di scommesse. L’ipotesi dell’accusa era che i giocatori avessero scommesso su partite del calcio italiano (ai tesserati Figc è vietato).
IL NOME di Buffon era emerso perché dal suo conto corrente erano usciti diecimila euro destinati al titolare di un internet point dove si sarebbe scommesso illegalmente. Il portiere ammise di aver scommesso solo su partite estere (è consentito) sostenendo che i soldi erano dovuti per un debito arretrato. Finì tutto con un’archiviazione.
Ma i “maligni” in queste ore si sono messi a passare alla lente di ingrandimento il suo passato: come quando nel novembre del 2010 il portiere aveva lanciato l’Anc, sindacato dei calciatori alternativo allo strapotere dell’Aic, Associazione Italiana Calciatori. Un’avventura poi finita nel nulla. Accanto a Buffon, ricordano le cronache, nel sindacato c’erano Cristiano Doni e Stefano Mauri. I due calciatori arrestati per lo scandalo scommesse.