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 2012  giugno 07 Giovedì calendario

SCALATE 2005 IL REVISIONISMO SUI FURBETTI

Milano
Assoluzioni, riduzioni di pena, soldi restituiti: davvero i furbetti del quartierino possono festeggiare la loro riabilitazione? Le due sentenze d’Appello dei giorni scorsi sono state lette da qualcuno come sconfessioni secche delle ipotesi d’accusa. Quella del 28 maggio, per la scalata Antonveneta, ha ridotto alcune pene, assolto alcuni imputati, revocato alcune confische. Quella poi del 30 maggio, per la scalata Bnl, ha dissolto le condanne per il reato di aggiotaggio. Tanto rumore per nulla, dunque, attorno ai furbetti del quartierino?
Le scalate ad Antonveneta e a Bnl erano due progetti distinti e la seconda era buona e giusta (Massimo Mucchetti sul Corriere Nessun “patto occulto” tra Unipol e i suoi alleati (Rinaldo Gianola sull’Unità). Il governatore di Bankitalia Antonio Fazio non era il “regista occulto delle scalate”, ma una specie di santo, martire, genio della finanza ed eroe delle istituzioni (Angelo De Mattia, ex braccio destro di Fa-zio, sul Foglio).
IL REVISIONISMO a presa rapida tenta di cancellare la memoria del progetto dei furbetti, peraltro raccontato in presa diretta (nelle intercettazioni) dagli stessi protagonisti. Nella primavera-estate del 2005 a entrare in scena è un poker di personaggi che dà il via a tre assalti in contemporanea : a due banche, Antonveneta e Bnl, e al maggior giornale italiano, il Corriere della sera. Il poker è composto da un banchiere di Lodi, Gianpiero Fiorani, un finanziere di Brescia, Emilio Gnutti, un immobiliarista di Roma, Stefano Ricucci, il padre-padrone di Unipol, Gianni Consorte. Attorno a loro, una piccola folla di com-primari, sostenitori, amici. Il gruppo sembra un po’ una compagnia da Amici miei. “Furbetti del quartierino”, appunto, secondo la definizione coniata lì per lì da Ricucci.
EPPURE è forte. Per due motivi. Perché ha alle spalle, eccome, Antonio Fazio, che dovrebbe essere il custode delle regole e l’imparziale arbitro del gioco, ma in realtà tifa spudoratamente per Fiorani e i suoi amici, meritandosi perfino un bacio in fronte nella notte. E perché è una squadra bipartisan, con sostegni a destra e sinistra, nel mondo berlusconiano e in quello dalemiano, passando per la Lega di Bossi.
Lo confessa candidamente Gnutti il 12 luglio 2005, parlando (intercettato) con il braccio destro di Consorte, Ivano Sacchetti: “A Berlusconi ho detto che con buona probabilità andrò in appoggio anche di là perché mi pare corretto e giusto e Berlusconi ha detto che faccio bene... Io ho detto a Berlusconi che a noi interessa molto appoggiare Gianpiero perché dall’altra parte stiamo facendo quell’altra... Per cui, per una questione di equilibrio, si fa una per uno. Berlusconi mi ha detto che faccio bene”. Una a te, una a me: le scalate Antonveneta-Bnl saranno forse diverse come technicality (vedremo le motivazioni dell’appello Bnl), ma erano un unico progetto politico. L’una “copriva” l’altra. Una bicamerale della finanza. E Fazio ne era il garante istituzionale, come peraltro dimostra la condanna ottenuta in Antonveneta. Ma “i peccatori stavano da entrambe le parti”, insiste Mucchetti: sia tra i sostenitori, sia tra gli oppositori delle scalate. I peccati degli oppositori,però,noncancellanoquellidegli scalatori: confessati in diretta nelle incredibili telefonate dei furbetti.
MENO MALE, dunque, che la procura di Milano (i pm Eugenio Fusco, Giulia Perrotti e Luigi Orsi, coordinati da Francesco Greco) abbia avviato le indagini e bloccato le scalate, perché realizzate con metodi illegittimi. Prima ancora di ottenere il rinvio a giudizio, i pm ottengono alcuni patteggiamenti, tra cui quello della Popolare di Lodi, la banca guidata da Fiorani, che consegna ben 95 milioni di euro di profitti illeciti. Poi a giudizio vengono rinviate, oltre a 68 persone fisiche, anche otto persone giuridiche. Sei di queste chiedono subito il patteggiamento e consegnano anch’esse alla procura i profitti illeciti. Sono Fingruppo e Gipi Finanziaria (di Gnutti), Garlsson e Magiste (di Ricucci), Tikal Plaza e Finpaco (dell’immobiliarista Danilo Coppola). Patteggiano gli amici bresciani di Gnutti e quelli lodigiani di Fiorani. In totale, la procura porta a casa subito ben 350 milionidieuro.“Abbiamovintola partita prima ancora di iniziare il dibattimento”, commentano al quarto piano del palazzo di giustizia. Le sentenze di primo grado e d’appello confermano che la scalata Antonveneta è stata realizzata con mezzi illeciti e dunque condannano per aggiotaggio il governatore Fazio e gli scalatori Fiorani, Consorte, Sacchetti e Luigi Zunino. Assolto, è vero, il senatore Luigi Grillo (Pdl), capo del trasversale “partito di Fazio” e gran manovratore nei mari della politica: ma è assolto perché il Senato non concede di utilizzare le intercettazioni telefoniche che provano il suo darsi da fare per gli scalatori. Per la scalata Bnl, i giudici di primo grado condannano. In appello, invece, ritengono che non sia provato l’accordo illecito tra Unipol e gli immobiliaristi del “contropatto” e dunque assolvono dall’accusa di aggiotaggio Consorte e Sacchetti da una parte e dall’altra Francesco Gaetano Caltagirone, Ricucci, Coppola e gli altri immobiliaristi coinvolti nella scalata. Le motivazioni della sentenza ci spiegheranno il perché e la Cassazione dirà l’ultima parola, se sarà messa in grado di decidere prima che a chiudere la partita arrivi, a dicembre, la prescrizione. Intanto restano aperti altri processi a Roma. Consorte è a giudizio per infedeltà patrimoniale. E tutti gli imputati già processati a Milano per la scalata Bnl (per le operazioni compiute dal 23 maggio 2005 in poi) sono a giudizio a Roma per le azioni realizzate prima di quella data. Tanto rumore per nulla?