Carlo Ferri, La Stampa TuttoScienze, 6.6.2012, 7 giugno 2012
PLANCK è
il satellite lanciato nel 2009 dall’Esa, successore della missione della Nasa chiamata Wmap.
Planck ha percorso 1,5 milioni di km nello spazio con il satellite infrarosso Herschel, e non ha deluso le aspettative.
I dati raccolti dai suoi rivelatori hanno realizzato due mappe inedite. La prima ha tracciato una nuova distribuzione della radiazione cosmica infrarossa, un tipo di luce invisibile emessa da quelle regioni che ospitano i primi istanti di vita degli "abitanti" del cosmo, "culle" di stelle e pianeti che, immerse in nubi di polvere interstellare, risultano fondamentali per la formazione delle galassie. La seconda mappa ha fornito la prima immagine del "galactic haze", una foschia cosmica concentrata nel centro della Via Lattea e i cui responsabili, secondo gli esperti, sono le supernove, i venti galattici e, probabilmente, la materia oscura.
Licia Verde, prof. di astrofisica all’università di Barcellona: "Se l’Universo fosse un uomo di 80 anni, la mappa della radiazione corrisponderebbe a una foto di quell’uomo quando era un neonato di poche ore". L’analisi dei deboli segnali che da circa 13,7 miliardi di anni permeano il cosmo dovrebbe far luce sugli istanti iniziali del Big Bang, nei quali sono "memorizzate" le fasi della storia dell’Universo. In altre parole, "Planck" sarà in grado di svelarci la natura del 96% del cosmo per noi invisibile, ovvero la materia e l’energia oscura.
"Planck dovrebbe restringere drasticamente le possibilità che permettono di descrivere il cosmo. E infatti promette di realizzare una mappa ancora più completa del fondo cosmico di microonde:la useremo come un fare per fare luce sui processi che hanno portato alla formazione delle galassie. Un po’ come un teatrino delle ombre, ma su scala cosmica".
A Licia Verde, astrofisica, piacerebbe osservare l’esplosione di una supernova. "Ma sufficientemente lontana per non farci del male!".