Carlo Bonini; Conchita Sannino, la Repubblica 6/6/2012, 6 giugno 2012
L´AMICIZIA TRA ETTORE E GIUSEPPE COSÌ L´EX PRESIDENTE DELLO IOR SPONSORIZZAVA IL MANAGER
ROMA - Cosa lega Ettore Gotti Tedeschi a Giuseppe Orsi? Quali fili annodano il banchiere del Papa, cresciuto negli insegnamenti dell´Opus Dei di José Maria Escrivà di Balaguer e allontanato il 24 maggio scorso dal torrione di Niccolò V all´ingegnere che ha messo fine alla monarchia di Guarguaglini in Finmeccanica, prima di ritrovarsi indagato per corruzione internazionale dalla Procura di Napoli? Se si deve stare all´anagrafe, la circostanza di essere nati nella stessa città, Piacenza, e nello stesso anno, 1945, certifica solo il contesto e l´occasione di una «conoscenza». Per altro confermata da Orsi come «buona», ma evidentemente non ostentata, perché ignota ai più. E questo nonostante i due risultino membri dell´"advisory board" di saggi voluto dal Comune di Piacenza per «il rilancio della città».
Certo, c´è dell´altro. Che racconta di un tempo non lontano, i primi mesi del 2011, quando la partita per il controllo di Finmeccanica si fa infernale e lo scontro tra l´allora ministro dell´economia Giulio Tremonti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta per l´avvicendamento di Guarguaglini al vertice della holding raggiunge il punto di non ritorno.
Ricorda oggi una fonte vicinissima a Guarguaglini: «Nel gennaio 2011, all´aeroporto di Malpensa, si incontrano per caso Gotti Tedeschi e Alessandro Pansa, il direttore generale di Finmeccanica. Gotti comincia a parlare in termini lusinghieri di Orsi, in quel momento ad della controllata Agusta. Gotti spiega a Pansa che, a suo parere, Orsi merita molto di più. Che la sua "Agusta" è l´unica delle controllate in salute e aggiunge considerazioni severe sui conti di Finmeccanica. Fino al punto di sbilanciarsi, sostenendo che Orsi, prima o poi, dovrà prendere il posto di Guarguaglini». Pansa - prosegue nel suo racconto la fonte - rientrato a Roma, riferisce a Guarguaglini di quell´incontro casuale. E la notizia lo gonfia di risentimento. «Le considerazioni di Gotti vennero definite "irritanti" e "pericolose", perché fuorvianti sullo stato di salute del Gruppo e comunque la "prova" che non esisteva in quel momento alcuna "terna di candidati" alla successione di Guarguaglini, ma un solo nome: Orsi». Anche perché le parole di Gotti vengono lette da Guarguaglini e il suo "cerchio magico" come il segnale definitivo che arriva da Tremonti. I rapporti tra l´allora ministro e il banchiere sono infatti solidissimi. Al punto che Tremonti ha voluto Gotti accanto a sé come "consigliere per i problemi economico-finanziari ed etici nei sistemi internazionali", oltre ad averlo indicato come consigliere della Cassa Depositi e Prestiti.
Insomma, Gotti - se i ricordi della fonte sono corretti e non offuscati dal risentimento che Orsi ha seminato negli uomini di Guarguaglini - a cominciare da quel 2011, diventa, a giudizio di un gruppo dirigente che sente la fine imminente, la leva decisiva in grado di vincere, per il peso che può esercitare Oltretevere, la resistenza opposta da Letta all´uomo che Tremonti e la Lega vogliono al vertice di Finmeccanica. Non è dato sapere se Gotti si spenda su richiesta di Orsi o degli ambienti di Comunione e Liberazione che pure sostengono il manager. Se abbia o meno una qualche rilevanza la circostanza che il "Banco Santander", della cui filiale italiana Gotti è presidente, abbia avuto nel tempo storici rapporti di business con Finmeccanica. Ma è un fatto che, non più tardi di qualche mese fa, lo stesso Gotti aveva cercato di organizzare un incontro con Orsi attraverso un contatto comune, quasi a dimostrazione di una mancanza di un rapporto diretto. Né è dato sapere se Gotti abbia avuto sulla piazza di Torino rapporti con il superconsulente di Finmeccanica Hascke, l´uomo che oggi è la fonte dei guai di Orsi.
Un fatto è certo. Per la Procura di Napoli, nelle mani di Gotti sarebbero passati documenti o comunque informazioni utili per ricostruire la partita di "ricatti" e "veleni" che si giocò sul vertice della holding. A cominciare da quell´accusa di corruzione per la commessa di elicotteri Agusta che cominciò ad allungarsi come un´ombra minacciosa su Orsi non appena fu chiaro che non esisteva altro candidato alla successione di Guarguaglini.