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 2012  giugno 05 Martedì calendario

“NON VOGLIO FARE DEL MALE” PROVENZANO PARLA A PM E POLITICI

Prima un sms, poi una strana telefonata che chiede la conferma della sua partecipazione a un convegno Zen a Torino “sul significato della vita e della morte’’. Quando? Proprio mentre Sonia Alfano si avvia sulla sua blindata da Li-nate al carcere di Parma per incontrare, assieme al deputato pd Beppe Lumia, il superboss Bernardo Provenza-no, reduce da un tentativo di suicidio. E poi, dopo l’incontro riservatissimo con il detenuto al 41 bis, due mail provenienti da un server straniero che informano la neo-presidente della Commissione antimafia europea dei suoi spostamenti in modo dettagliato, dall’una del mattino alle sette di sera.
SEGNALI inquietanti, subito denunciati alla Procura di Palermo, e dei quali l’eurodeputata non vuole parlare, così come top secret è rimasto l’esito del colloquio in carcere con il boss corleonese arrestato nel 2006 a Montagna dei Cavalli, che qualche giorno dopo ha ricevuto anche la visita di due magistrati della Procura di Palermo, Antonio Ingroia e Ignazio De Francisci.
“Il tentativo di suicidio? Non ricordo, sia fatta la volontà di Dio. Io non voglio fare del male a nessuno”, ha detto il boss ai due magistrati che hanno cercato di sondare eventuali “aperture al dialogo” dopo il gesto del sacchetto attorno al volto. Nella sua cella del carcere di Parma, Provenzano ha accolto i due procuratori aggiunti senza nascondere la sua sofferenza fisica. Dal colloquio (al quale non ha presenziato l’avvocato Rosalba Di Gregorio, difensore di Binu, che sostiene di “non essere stata avvertita”), durato circa un’ora, i pm che indagano sulla trattativa mafia-Stato avrebbero cercato anche di raccogliere elementi per capire meglio i contorni del negoziato aperto tra il 2003 e il 2005 dal commercialista laziale, collaboratore della Guardia di Finanza, che offrì alla Dna la consegna di Provenzano in cambio di 2 milioni di euro. Dopo avere acquisito i ritagli di stampa pubblicati nei giorni scorsi, infatti, la Procura di Palermo ha aperto sulla vicenda un fascicolo e ha già convocato il pm Alberto Cisterna, ex aggiunto della Dna, che con il collega Enzo Macrì seguì all’epoca i colloqui con il mediatore. L’incontro era fissato per giovedì scorso, ma Cisterna ha fatto sapere di essere impegnato, chiedendo un rinvio del colloquio. I due aggiunti sono così volati a Parma per cercare di ottenere nuove informazioni dallo stesso Provenzano, sentito in veste di testimone.
TRA LE CONSUETE invocazioni religiose a sostegno di una visibile sofferenza fisica, e qualche segnale di un probabile deterioramento mentale, Provenzano è apparso ai magistrati ancora lucido e presente a se stesso. Del tentativo di suicidio avvenuto due settimane fa in cella, con un sacchetto di plastica, ha detto di non ricordare nulla, ma sulla sua reale intenzione di farla finita i dubbi sono tanti: il detenuto ha infilato la testa nel sacchetto proprio dopo aver sentito il campanello che annunciava il cambio del turno di guardia carceraria. L’indagine ora prosegue a Palermo con una delega alla Dia per individuare il mediatore che il 24 maggio scorso è apparso, a volto coperto, in un’intervista tv della trasmissione Servizio Pubblico, sostenendo di essere stato quattro anni in Iraq, di aver collaborato con la Cia, e di essere – all’epoca della trattativa con la Dna – “già da quattro anni nel Sismi”. Sull’arresto di Provenzano, l’uomo ha dichiarato: “Esiste una piramide, un’istituzione... loro hanno catturato Provenzano prima del voto del 2006, ma hanno detto di averlo preso dopo, perché è una questione squisitamente politica”. Una volta identificato, il commercialista sarà sentito al più presto a Palermo per ricostruire tutti i passaggi della sua interlocuzione con i vertici della Procura nazionale.
Provenzano è stato catturato in un casolare di Montagna dei Cavalli (Corleone), la mattina dell’11 aprile 2006, nel blitz che è stato raccontato ai media come un successo epocale dello Stato. A riferire per primo la vicenda del mediatore è stato il capo della Dna Pietro Grasso, deponendo al Csm nell’ambito dell’inchiesta disciplinare contro il suo ex aggiunto Cisterna, il 14 dicembre dell’anno scorso. Per Grasso, così come per il suo predecessore in via Giulia, Pier Luigi Vigna, l’offerta del commercialista era una “bufala”. Ma su tutto questo Provenzano, a quanto pare, non avrebbe risposto.
Il legale del boss, intanto, ha presentato un’istanza alle Procure di Palermo e Caltanissetta per sollecitare i pm a indagare sull’episodio del tentativo di suicidio del suo assistito, verificando anche l’origine e la legittimità della presenza di un sacchetto di plastica all’interno della cella.