Stefano Caselli, il Fatto Quotidiano 5/6/2012, 5 giugno 2012
IL MOVIMENTO LENTO DI PIZZAROTTI
Nel mondo a 5 Stelle animato da Beppe Grillo il social network fa più fede di un conclave. Non promettere ciò che si mantiene in rete, dunque, è un rischio che un rappresentante del Movimento non può correre. Ma per fortuna del sindaco di Parma Federico Pizzarotti - osservato speciale numero uno un po’ da tutti, politici e giornalisti in primis - non è accaduto: “Lunedì faremo il nome del primo assessore - scriveva “venerdì su twitter - O forse di più”. Detto fatto: la nuova Parma - a oltre due settimane dalla storica vittoria grillina - ha il primo assessore. Si tratta di Gino Capelli, noto commercialista e, soprattutto, curatore fallimentare. A lui le delicate deleghe al Bilancio, in una città minacciata dal peso di un debito monstre da 600 milioni (ma potrebbero essere 850, stando alla documentazione lasciata in eredità al neo sindaco dal commissario straordinario Mario Ciclo-si). Per il resto della giunta (interamente composta da persone esterne al Movimento, scelte secondo la valutazione dei curricula) si dovrà attendere giovedì 14 giugno, data della prima convocazione del Consiglio comunale, quasi un mese dopo la conquista di piazza Garibaldi.
UN RITARDO che presta il fianco agli attacchi di chi vede nella lunga liturgia della formazione del governo cittadino un rito di antica politica che mal si accorda con i paladini del nuovo assoluto: “Tutti i nuovi sindaci hanno già fatto la giunta - si sfoga Bobo Maroni su facebook - tranne il grillino Pizzarotti a Parma. Ma guarda, il ‘super-efficiente-nuovo-che-avanzà Movimento 5 Stelle è già impantanato con i soliti traffici sulle poltrone. Sparare cazzate sul blog c’est plus facile, vero Beppe?”. Forse - chissà - gli oltre duecento curricula raccolti dal blog di Beppe Grillo (sito gestito dalla Casaleggio Associati, non esattamente un ente pubblico) per un posto da assessore hanno rallentato i giochi. Ed è anche, probabilmente, necessario evitare un caso Tavolazzi bis, dal nome del direttore generale del Comune che Pizzarotti avrebbe voluto accanto a sè ma che non avrà. Tavolazzi, già direttore generale del comune di Ferraraeconsiglierecomunale,èun “grillino della prima ora”. A marzo è stato “espulso” via web dal Movimento per via di alcune iniziative non gradite alla casa madre genovese (e a Gianroberto Casaleggio in particolare). Un cartellino rosso che non ha impedito a Tavolazzi di essere in prima fila (e in piazza davanti a Grillo) nelle trionfali campagne elettorali di Comacchio e Parma. Ma quando Pizzarotti (in accordo con il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Giovanni Favia) lo ha voluto con sè, è arrivata la nuova scomunica. Nonostante la protestata autonomia decisionale, Tavolazzi appare definitivamente accantonato. prima si era parlato di un ostacolo al regolamento comunale che, per quel ruolo, prevedeva un laureato in Giurisprudenza o Economia (Tavolazzi è ingegnere), poi dell’avvenuta soppressione della figura del direttore generale dall’organigramma della macchina comunale. Ora, invece, è diventato un problema di soldi: “Le risorse del comune di Parma - ha detto il sindaco Pizzarotti - sono molto limitate. Quindi la questione del direttore generale rimane in sospeso. Una persona come lui sarebbe stata molto utile per le competenze, ma un conto è volere, un conto è potere”.
L’ANNUNCIO dell’assessore al bilancio è stato dato da Pizza-rotti con un comunicato video diffuso su youtube e sul sito istituzionale del comune di Parma. Dunque era questo il modo “innovativo” per annunciare alla città il nome di chi proverà a rimettere in sesto i conti. Il video via web è la forma di comunicazione prediletta dal Movimento 5 Stelle, un mezzo immediato e di facile fruizione, ideale per quel rapporto simbiotico con “i cittadini” rivendicato come elemento identitario. É la seconda volta che Federico Pizzarotti ne fa uso da quando è stato eletto sindaco. La prima volta fu per negare dissapori tra lui e Grillo dopo l’affaire Tavolazzi e per pregare di “essere lasciati stare” per avere la possibilità “di lavorare tranquillamente per i prossimi cinque anni.
Il video, infatti, oltre che strumento di democrazia diretta, ha il non trascurabile pregio di non prevedere le domande, come ben sa uno che non solo di video (cassette) se ne intendeva, ma che amava anche ripetere “lasciatemi lavorare”. “Le polemiche saranno orchestrate per i prossimi cinque anni” ha detto Pizzarotti durante la sua prima uscita pubblica. Difficile negare che il M5S abbia tutti - ma proprio tutti - gli occhi puntati addosso. Dribblare i giornalisti - e dunque il confronto - non sembra la scelta migliore.
(ha collaborato Silvia Bia)