Gianluca Paolucci, La Stampa, 6.6.2012, 6 giugno 2012
BERNHEIM
il più italiano dei francesi, si è spento a 87 anni. Ex presidente di Generali.
Non si era rassegnato a stare nell’angolo dopo la sua ultima cacciata, due anni fa, dalle Generali. "Alla mia età lavorare mantiene vivi".
Come il suo mentore Andrè Meyer, patron di Lazard, che pochi giorni prima di spegnersi in un letto d’ospedale, a 81 anni, confidava ai medici il suo desiderio di lavorare ancora.
Si sentiva tradito da tutti e ne aveva per tutti. Si sfogò con Pierre de Gasquet, autore del libro-intervista dal titolo Il padrino del capitalismo francese.
Nel 2007, ai giornalisti che gli chiedevano lumi sulla grande crisi appena scoppiata, rispose di aver sentito dire che Citigroup era sull’orlo del fallimento.
Bollorè lo considerava quasi un figlioccio.
Non aveva mai perdonato a Sarkozy l’aver lasciato Cecilia per risposarsi con Carla Bruni.
Morto Enrico Cuccia ("Il miglior banchiere di sempre"), il suo migliore amico in Italia era un altro francese, Romain Zaleski, con la quale condivideva la passione per il bridge.
Dell’Italia amava Venezia, dove aveva fissato la sua dimora. Aveva da sempre solidi legami con Roma, la figlia ha sposato un principe Orsini.
Definì Generali, nel cui cda era entrato nel 1973 ed era stato presidente esecutivo dal 1995 al 1999 e poi dal 2002 al 2010 rimando presidente onorario, "l’altro grande amore della mia vita". Il primo era ovviamente la moglie, l’unica telefonata per la quale interrompeva le riunioni di lavoro.
Nato in una famiglia della borghesia ebraica parigina, considerava la crisi partita nel 2008 poco più di un episodio, dopo aver vissuto sulla sua pelle quella del 1929 e soprattutto la persecuzione nazista.
Si è spento nella notte tra lunedì e martedì. Porterà con sé molti segreti, sulle origini e sviluppi di alcune delle più grandi fortune d’Europa.
De Gasquet: "Non conosceremo mai l’ampiezza reale del suo patrimonio".