Aldo Grasso, Corriere della Sera 02/06/2012, 2 giugno 2012
LA LEZIONE DI GABETTI PURO PIACERE TV - C
i sono giorni che la tv, inaspettatamente, sa regalare momenti di grande appagamento. Non c’è altro modo per descrivere la lunga intervista che Gianluigi Gabetti ha rilasciato alla rubrica «Watchdog» di CNBC (giovedì, ore 19.00). Giorni fa, avevamo letto su Corriere una sua articolata lettera al presidente Richard Nixon che nel 1969 gli aveva chiesto consigli su come abbattere l’inflazione. Ma sentirlo, vedere i suoi occhi nell’atto di soppesare l’interlocutore, scrutare il suo viso da aristocratico dell’Alta Langa è tutt’altra cosa.
Non prima di aver ricordato alla Germania i danni che ha procurato nelle ultime due guerre mondiali («Vorrei che i tedeschi non dimenticassero questo particolare»), Gabetti si è abbandonato con il consueto ritegno, mai disgiunto da una sottile ironia, ai ricordi della sua vita professionale: gli incontri con Raffaele Mattioli alla Commerciale (erano tempi in cui negoziare il proprio ruolo di dirigente era considerato disdicevole), con Adriano Olivetti (lo assunse dopo un colloquio in cui alle questioni più prettamente industriali si mescolavano le passioni esoteriche di Adriano), con Gianni Agnelli.
Non so come definire questa intervista: un piccolo compendio di economia, una lezione di vita, un puro piacere. Leggermente a disagio davanti alla telecamera (una civetteria?), Gabetti, life trustee del Moma di New York, ha ripercorso ad alto livello almeno cinquant’anni di vita lavorativa passata a stretto contatto con imprenditori che hanno caratterizzato l’Italia; sempre un passo indietro nei rapporti personali, sempre un passo avanti nei consigli riguardanti il lavoro. E fedele a una lezione di Mattioli: la finanza viene sempre dopo l’economia reale, mai prima, come in questi sregolati tempi.
«Nella carriera non ho mai dato gomitate perché credo che non sia di buon gusto»: è stato il suo congedo.
Aldo Grasso