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 2012  giugno 02 Sabato calendario

LANZILLOTTA, ADDIO ALL’API: «PARTITO PERSONALISTICO, NON C’E’ PIU’ UN PROGETTO» —

«Ho deciso di rompere gli indugi».
Davvero lascia l’Api, onorevole Linda Lanzillotta?
«Sì, è ora di staccarmi da un partito troppo personalistico, che non risponde più a un progetto politico».
Per quasi 20 anni è stata uno dei fiori all’occhiello della squadra di Francesco Rutelli. Ma ora, dopo settimane di riflessione sul passato e il futuro, Linda Lanzillotta volta pagina.
Quanto ha influito il caso Lusi sulla sua decisione?
«È stato un colpo molto duro. E a me dispiace che sia arrivato in capo a una persona come Rutelli, che ha avuto anche meriti molto grandi di coraggio, sfida e innovazione. La Margherita è stata una storia importante per la politica italiana, ma la vicenda Lusi ha dato un colpo all’immagine e alla credibilità di quella storia».
C’è qualcosa che rimprovera a Rutelli?
«Ho piena fiducia nella sua onestà personale, ma ritengo ci sia stata una leggerezza nell’affidare a un sistema così personalistico un fiume di denaro come quello di cui stiamo scoprendo l’esistenza. Non ho mai avuto modo di cogliere il funzionamento dei meccanismi finanziari della Margherita, forse anche perché le donne rimangono sempre fuori dalla gestione del potere. Ma penso che tanti soldi avrebbero richiesto un sistema di gestione con maggiori contrappesi, che non il solo rapporto fiduciario tra segretario e tesoriere».
Quale sarà il suo approdo?
«Aderirò al gruppo Misto e continuerò a fare con serietà il parlamentare. Cercando, con la mia fondazione indipendente Glocus, di lavorare a un nuovo progetto».
Quale?
«Aggregare tante persone per bene, tante energie della società e del Parlamento che condividono la necessità di realizzare un cambiamento morale e, in prospettiva, di creare le condizioni per proseguire l’enorme lavoro avviato dal governo Monti».
Montezemolo può guidare questo progetto?
«È una figura importante. Anche come metafora rappresenta un pezzo di Italia che vince sui mercati, guida un’azienda tra le più innovative... Quello che non credo debba essere è il catalizzatore di pezzi di vecchio ceto politico, se facesse questo verrebbe meno alla sua missione».
Chi vorrebbe nel nuovo movimento?
«Tutti quelli che nel Pd, nel Pdl e nel centro hanno una visione liberaldemocratica, che è cosi difficile da affermare in questo Paese. Dobbiamo togliere il tappo alla società italiana. La questione donne non è una rivendicazione femminile, ma può un Paese buttare via il 50% del suo capitale umano?».
Perché ha votato contro la legge sul finanziamento?
«Perché davvero non capisco come si possa dire che basti dimezzare i rimborsi. Questo è uno di quei corto circuiti che stanno erodendo le istituzioni e il Paese. La politica non vuole capire che o cambia radicalmente o viene travolta».
Per Bruno Tabacci l’Api va sciolta. Concorda?
«Sì. Non è più tempo di piccoli partiti, per di più molto personali. È un’esperienza che ritengo totalmente superata».
Un tema che ha molto agitato gli ex dirigenti della Margherita è la possibilità che l’Api abbia avuto soldi da Lusi. Le risulta?
«L’Api non naviga nell’oro, l’ho vista sempre arrancare dal punto di vista economico. Ne deduco che se ha avuto soldi da Lusi sono stati sicuramente pochi».
Monica Guerzoni