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 2012  giugno 02 Sabato calendario

Periscopio – Tutti possiamo sbagliare, ma la casta non perdona gli sbagli degli altri. Giampaolo Pansa

Periscopio – Tutti possiamo sbagliare, ma la casta non perdona gli sbagli degli altri. Giampaolo Pansa. Libero. Le elezioni si avvicinano, e Pier Luigi Bersani non esclude l’idea di affiancare una lista civica al Pd. Invece Ezio Mauro, direttore di La Repubblica, non esclude l’idea di affiancare il Pd a una lista civica. Michele Magno. Il Foglio. Ho visto una gerarchia vaticana autoreferenziale tutta intenta alle lotte di potere e disinteressata alla religione, alla spiritualità, alla teologia, alla liturgia, alla pastorale, profittare della disattenzione del Papa che, rara avis, si occupa solo di teologia, liturgia e pastorale e per questo è considerato un papa minore, sprovveduto, ingenuo. Marco Travaglio. Il Fatto quotidiano. Nella sgraziata richiesta di dimissioni che un giovanissimo pidiellino ha fatto ad Alfano (uno, peraltro, che non se lo merita) c’era comunque più humus politico che in anni di parolame all’ombra dei brontosauri. Era un segno di vita, almeno. Quindi i ragazzotti del Pdl si tolgano la cravatta, che fa caldo, e le varie fighette scendano dai tacchi, che in piazza s’incrostano nei sampietrini. Ai papaveri dovete fargli le scarpe, non lustrargliele. Altrimenti spostatevi: dobbiamo ascoltare l’ultima dichiarazione di Cicchitto. Filippo Facci. Libero. Io, nell’euro, non ci sarei mai entrato. Ora uscirne ci costerebbe troppo caro. Salviamo il salvabile. Roberto Maroni. Sette. Con le mani libere, Berlusconi punterebbe poi a sfruttare il successo di Grillo. Mettere in piedi un movimento strutturato secondo le regole dell’avanspettacolo non è un problema per uno come lui: ha ancora tante barzellette e ci sono in giro ancora tanti moderati che le troverebbero divertenti. Per il nome, se Grillo ha scelto «5 Stelle», Berlusconi può rilanciare con «5 Stelle De Luxe», che ha più presa tra i piccoli imprenditori del «lavoro, guadagno, spendo, pretendo». Il Fatto, supplemento satirico. Stiamo riempiendo un vuoto con dei cittadini incensurati, entusiasti e pieni di buona volontà. Vuoto che, negli altri paesi, si sta riempiendo di estremisti. Beppe Grillo. Sette. Fino a poco tempo fa si pensava di vedere una luce in fondo al tunnel, ora anche il tunnel è stato soppresso. Massimo Bucchi. il venerdì. La gente continua la transumanza lungo i corridoi del treno, arrancando e imprecando come se si trascinasse appresso ceppi di ferro, lanciando occhiate disperate e astiose, verso i fortunati che godono già di un posto a sedere. Franco M. Scaldaferro, Il regalo di un sogno (Valentini editrice). Quel gattino che, nella nota incisione, siede sulla spalla di Edgar Poe, quell’altro gatto che consolava lo spleen di Baudelaire, quei gatti zuccherati di Colette (che aveva finito per assomigliare a una gatta col fiocco al collo), quei gatti polemici di Léautaud, anche lui vecchio gattone pieno di croste, sono arrivati a Roma. Non c’è scrittore o scrittrice che non abbia il suo gatto o che non stia pensando di allevarne uno. L’altra sera io e Maccari incontriamo un gatto tanto insolente che: «Diamogli una pedata», dice Maccari, «c’è il caso che sia il gatto di uno scrittore». E rivolto al gatto che ci guardava spavaldo: «Vergogna! Va’ a prendere i topi». Ennio Flaiano, Diario degli errori. Approda lento, cauto, un treno da Venezia, come guardingo in un porto straniero. Incombono su di noi le ragnatele di acciaio della galleria, Eiffel orizzontale, sogno d’onnipotenza d’alba di Novecento: quando si era certi che la tecnica, la meccanica, la potenza del vapore, ci sarebbero venuti a salvare. Marina Corradi, Diario. Milano e altrove (Marietti). La caduta del Regno delle Due Sicilie portò alla rovina molte famiglie nobili del Meridione e soprattutto un gran numero di famiglie borghesi che erano fiorite all’ombra della corte borbonica. Accadde così che gentiluomini e borghesi di ottima educazione e di elevato tenore di vita, ridotti a povera sorte, aspirarono a modesti impieghi, di preferenza nella pubblica amministrazione, unica immagine, in terra, della quiete in terra. Piero Chiara, Le corna del diavolo (Mondadori). Detto di inquisitore: sbagliando si impala. Gino Patroni, Crescete e moltiplicatevi (Rizzoli). Invecchio, ma posso smettere quando voglio. Altan. L’Espresso.