Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera 4/6/2012, 4 giugno 2012
MILANO —
Oggi, o al più tardi domani, sarà il giorno dell’interrogatorio di Paolo Gabriele, l’«aiutante di Camera» del Papa in cella da dodici giorni con l’accusa di furto aggravato dopo che in casa sua sono state trovate casse di documenti sottratti allo studio privato di Benedetto XVI. L’attesa è grande, ma la «collaborazione» garantita dai legali del maggiordomo potrà contribuire a precisare un quadro che tuttavia è già definito, dare conferme sui nomi prima che gli siano concessi i domiciliari. Perché una lista di nomi è stata trovata, in casa del maggiordomo, la magistratura vaticana ha già avviato l’iter delle rogatorie all’Italia e si parla di «quattro-cinque» sospetti. Le indagini si stringono, il tono Oltretevere suona duro e determinato: «Stanno giocando con i loro fogli, veri o falsi, ma se credono che dipendiamo da loro e dalle loro strategie, bè, se lo sognano...».
La Santa Sede sa che lo stillicidio di documenti segreti, anonimi e veleni è destinato a proseguire: «Non mi sorprenderei se nei prossimi giorni se ne pubblicassero altri, è evidente che chi ha recepito una quantità di documenti poi se li giochi con le sue strategie e certo non in una volta per lasciarci poi tranquilli», dice padre Federico Lombardi. «Non sono stupito né preoccupato, se non per la situazione generale».
Ieri anche il sito di Famiglia cristiana dedicava un commento, «Corvi in Vaticano, avvoltoi fuori», all’ultimo atto di un presunto «corvo». Al quotidiano La Repubblica è stata recapitata una lettera anonima intitolata «Cacciate i veri responsabili dal Vaticano», un testo che difende il maggiordomo («ancora una volta a pagare è il solito capro espiatorio») e accusa il «potere centrale», cioè il segretario particolare e il Segretario di Stato del Papa: dall’«archivio privato di mons. Georg Ganswein», si legge, «fuoriescono di continuo documenti riservati a favore del card. Tarcisio Bertone». L’anonimo sostiene ci siano «passaggi incontrollati di documenti e atti riservatissimi» tra i due. Quindi allega una lettera del cardinale Burke a Bertone contro la liturgia dei neocatecumenali e due fogli «sbianchettati» con la firma «Georg Gänswein». Il tono dell’anonimo è minaccioso: «Ci riserviamo di pubblicare i testi integrali nel caso ci si ostini a nascondere la verità dei fatti». Suona come un avvertimento rivolto all’interno delle Mura, alla vigilia dell’interrogatorio di Gabriele. Chi conosce la prosa curiale, anche anonima, trova il documento «goffo», confezionato all’esterno al Vaticano. «Corvi» dentro e «avvoltoi» fuori. Il nome «Ganswein» è scritto sbagliato, la forma corretta è «Gänswein» o «Gaenswein». Ma soprattutto la lettera non appare coerente con il modo di operare dei «corvi» che hanno fornito a Gianluigi Nuzzi i documenti riservati raccolti nel libro Sua Santità. Nel libro, la fonte «Maria» consegna documenti che mettono in cattiva luce il governo di Bertone, ma i «corvi» non attaccano esplicitamente nessuno, tantomeno monsignor Gänswein: consegnano carte.
Del resto, i documenti mostrano alcune persone che si rivolgono al segretario particolare del Papa per evitare i filtri della Segreteria di Stato. Proprio pochi giorni fa il Pontefice ha rinnovato la fiducia «ai miei più stretti collaboratori». Oltretevere, piuttosto che ai «corvi», si associa l’anomimo alle «farneticazioni» sul «complotto omicida» contro il Papa uscite mesi fa. E si va avanti. Padre Lombardi, ieri, spiegava: «Il Santo Padre conosce bene le situazioni e i problemi della Chiesa e li affronta con serenità, una persona di fede non si spaventa: e lui è la roccia sulla quale la nostra fede si appoggia».
Gian Guido Vecchi