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 2012  giugno 03 Domenica calendario

È tutto documentato. Boss, capi banda, runners, interessi, legami, metodi. Per capire il pianeta calcioscommesse bisogna leggere «The Fix», il libro del giornalista investigativo canadese Declan Hill, che nel 2008 ha dato il via a una gigantesca operazione di polizia internazionale disegnando - svelandola - la mappa criminale che soffoca il mondo dello sport da Singapore a Roma

È tutto documentato. Boss, capi banda, runners, interessi, legami, metodi. Per capire il pianeta calcioscommesse bisogna leggere «The Fix», il libro del giornalista investigativo canadese Declan Hill, che nel 2008 ha dato il via a una gigantesca operazione di polizia internazionale disegnando - svelandola - la mappa criminale che soffoca il mondo dello sport da Singapore a Roma. Hill, laureato in sociologia a Oxford, ha continuato a scavare e oggi è uno dei massimi esperti planetari di partite truccate. Mister Hill, come funziona l’industria internazionale delle scommesse sportive? «Parte tutto dagli asiatici. Sono loro a truccare il mercato. E sono i loro uomini a contattare i giocatori. Meglio ancora se sono ex giocatori. Perché hanno conoscenze e sono più affamati di soldi. A quel punto agganciano le squadre». Che cosa c’entrano gli asiatici con gli slavi? «Stesso giro. I cinesi, gli indonesiani, i malesi e i tailandesi hanno distrutto lo sport a casa loro. E poi si sono trasferiti. Ma il salto da un continente all’altro non è semplice. Ci sono differenze culturali, di lingua, di rapporti con i club. Così si sono saldati con le gang europee. Soprattutto dell’Est». Quanto è esteso il sistema? «Ha dimensioni industriali. E colpisce i grandi tornei come la Champions e i mondiali, ma anche le competizioni giovanili». Davvero c’è una Piovra che controlla il calcio? «Date un’occhiata al Libro Nero pubblicato dall’associazione internazionale dei calciatori professionisti. Un sondaggio rivela che oltre il 10% di loro - circa due per squadra - è stato contattato per truccare un partita. E uno su quattro ammette di essere a conoscenza di partite truccate nel proprio campionato». Qual è il giro d’affari? «Impossibile dirlo con precisione. È come per la droga. Ma parliamo di centinaia di miliardi di dollari». Le bande sono pericolose? «Non particolarmente. A meno che qualcuno non li tradisca. È il caso, per esempio, di Kevin Zhen Xing Yang». Chi è? «Chi era. Un ragazzo cinese il cui corpo fu trovato a pezzi nel 2008 a Newcastle assieme a quello della sua ragazza. Era entrato in Inghilterra fingendosi uno studente. In realtà raccoglieva le scommesse per gli asiatici. Poi ha voluto fare da solo. Non una buona idea. Ma in generale la violenza non serve. Molti giocatori sono disponibili. Soprattutto quelli pagati poco». In Italia sono pagati moltissimo. «Vero. Ma non per tutti. Non è un caso se la piaga è più larga nelle serie minori. Poi esiste sempre l’avidità personale». Cesare Prandelli, parlando del calcioscommessehadetto:sono40sfigatelli. «Mi pare ottimista. Il vostro calcio ha un problema grosso come una casa e ha bisogno di intervenire subito». Perché l’Italia? «L’Italia come la Germania, il Belgio, la Turchia, chiunque. Ma voi, come tanti, non avete preso ancora le contromisure». Suggerimenti? «Molte federazioni me li chiedono. Faccio io una domanda: se oggi un giocatore viene avvicinato, magari proprio dal suo presidente, come fa a difendersi?». Denunciando tutto. «Così non gioca mai più. No. Per prima cosa serve una hotline anonima. Un posto dove si può telefonare, raccontare, spiegare e mettere in moto le indagini. In secondo luogo bisogna cambiare la classe dirigente. Nel mondo del calcio un sacco di persone non vogliono essere corrotte. Ma il sistema non li difende». Perché un presidente dovrebbe corrompere un proprio giocatore? «Perché la corruzione è diventata un modello di business. E tu puoi programmare di perdere dieci partite in un anno sapendo che il saldo economico sarà abbondantemente attivo». Lei sa chi è il singaporiano Eng Tan Seet? «Certo. È uno dei capi. E lo so come chiunque lo voglia sapere. Nomi, cognomi, indirizzi, fotografie. La mappa è completa. Mi colpisce che la polizia italiana, che per altro sta facendo un ottimo lavoro, fosse all’oscuro dell’identità di questa gente. Dopo la pubblicazione del mio libro è cominciata un’indagine internazionale. I primi a muoversi sono stati i tedeschi». La Fifa e la Uefa? «Ferme. Come se nulla fosse. Hanno i rapinatori in banca ma non sembrano essere preoccupati dei soldi. È folle». Quanto è alto il rischio di calcioscommesse agli Europei? «Non tanto». Perché? «Perché i giocatori delle nazionali europee sono i più pagati del mondo. Perché almeno otto squadre hanno la possibilità di vincere. Perché agli Europei esce sempre una sorpresa e nessuno vuole mollare. Gli anelli deboli di questa catena sono tradizionalmente la Grecia e l’Ucraina e la Polonia che ospitano la competizione. Non sto dicendo che si faranno corrompere - anzi, mi auguro di no - sto solo facendo un’analisi generale». Leicicredeancoraaquellochevedesul campo? «Sinceramente non molto».