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 2012  giugno 03 Domenica calendario

PARIGI

Non chiamerei questa conversazione intervista, perché si è svolta alla presenza di due persone. Cercherei anche di non interrompere il dialogo di Nole Djokovic con troppe domande. Ma ecco le sue opinioni.

IL ROLAND GARROS
«Se vincessi anche il Roland Garros avrei conquistato il titolo del Grande Slam che mi è mancato l´anno scorso. So che un´impresa simile, nello stesso anno, è riuscita solo tre volte, a Don Budge nell´anteguerra, e due volte a Rod Laver. In due anni ovviamente, c´è una possibilità superiore. Per farcela a Parigi bisogna avere fiducia, e io ce l´ho, so che posseggo le qualità necessarie. Ma so anche che è difficile. E che cinque set sono lunghi. Mi sono anche immaginato come riuscirci, mi sono immaginato mentre sollevo la Coppa dei Moschettieri. Ma l´immaginazione non basta».

la forza di sampras
«Recentemente ho incontrato Pete Sampras, e abbiamo parlato della possibilità di restare a lungo Numero Uno. Ritengo ci voglia una forza mentale eccezionale, e lui l´ha confortata con una certa solitudine, una cosa che per me non è facile. Ma era interessante sentire come ci fosse riuscito per ben sei anni, come gestiva la tensione e i rapporti col mondo. Mi è stato utile, per provare, almeno, a pensarci».

i dolori di noi serbi
«Sono molto onorato che Kusturica, il regista, abbia una buona opinione di me. Essere serbo è un aspetto importantissimo, per la mia personalità. Credo siamo, se posso paragonarmi a lui, persone che vivono molto intensamente le emozioni. E credo anche che le condividiamo con tutti i campioni che sono usciti dal mio paese, ufficialmente giovanissimo. Abbiamo sopportato anni difficilissimi, tra la guerra, l´embargo, le sanzioni e l´inflazione. Ma superare tutte queste difficoltà mi ha aiutato a capire che niente è irrealizzabile, se ci si crede. Ci son stati dei momenti in cui potevo sembrare presuntuoso, addirittura arrogante alla gente. Ma sono riuscito a confermare quello in cui credevo».

aiutare i bambini
«In Serbia siamo forse diversi che altrove. Forse la lezione giunge dal nostro passato, che viviamo come qualcosa di ingiusto, immeritato. A moltissima gente è mancato l´aiuto della famiglia, sia umanamente che economicamente. Oggi, tra i miei impegni morali, c´è quello di offrire ai bambini, tramite la mia Fondazione, un aiuto simile a quello che, a me, non era mancato. Bisogna ricordare che, pur in questa crisi economica, uno stipendio medio in Serbia non supera i 250-300 euro mensili. Ma la gente ce la fa, perché è senza altre alternative. Anche per questo, quando rappresento il mio paese, mi sento più responsabile. Sono convinto che la Serbia meriti di meglio della sua immagine, che spesso pare negativa. E spero di essere d´aiuto, nel mutarla in meglio.

un buon sportman
«Al mio paese, non desidero essere ritenuto una star, o soltanto tale. Cerco sempre, nei miei tornei, di essere disponibile per i miei compatrioti, cerco di contagiarli con la mia energia, e con la mia immagine. Vincente, o quantomeno di un buon sportman».

basta imitazioni
«Ho smesso le mie imitazioni in campo, specie all´Australian Open, perché non erano parte di uno spettacolo sportivo. Ora affronterò una particina in un film che uscirà in agosto, The Expendable 2, ma il mio personaggio sarà eguale a me stesso, e quindi mi chiedo se questa sia recitazione. Mi vedrete quindi con la racchetta in mano. Quanto al futuro, e al bene che dice di me Fiorello, che ammiro, è un´altra cosa. È lontano».