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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

I conti in tasca a Berlusconi – Silvio Berlusconi non è più il Re Mida della politica italiana. Rimane uno degli uomini più affluenti della Borsa, ancorché sia ormai affiancato da Ferragamo e Della Valle e superato dagli Agnelli, dai Benetton e soprattutto da Del Vecchio

I conti in tasca a Berlusconi – Silvio Berlusconi non è più il Re Mida della politica italiana. Rimane uno degli uomini più affluenti della Borsa, ancorché sia ormai affiancato da Ferragamo e Della Valle e superato dagli Agnelli, dai Benetton e soprattutto da Del Vecchio. Ma l’inesorabile scivolata del listino verso i minimi storici ridimensiona la Fininvest, che detiene il 39% di Mediaset, il 35% di Mediolanum, il 50% di Mondadori e il 100% del Milan. Povere partecipazioni. Per un’ironia della sorte, Silvio era molto più ricco e liquido con Romano Prodi a palazzo Chigi. Nel 2006, ultimo anno prima dell’avvio della Grande Crisi, la holding di famiglia aveva mezzi propri per 2,5 miliardi, liquidità per 884 milioni e zero debiti in banca; sulle partecipazioni vantava una plusvalenza teorica di 5,9 miliardi. Il valore globale della Fininvest si aggirava sugli 8,3 miliardi. E oggi, Mario Monti regnante, quanto vale il Biscione berlusconiano? Ragionando sul bilancio 2010 (il 2011 non è ancora stato diffuso) e sulle quotazioni correnti delle maggiori partecipazioni, la Fininvest oscilla tra i 2,8 e i 2,2 miliardi. Il conto si fa tenendo buoni i mezzi propri, sempre sui 2,5 miliardi, aggiungendovi la liquidità netta esistente a fine esercizio, pari a 284 milioni, e togliendo le minusvalenze teoriche sulle partecipazioni, pari a 17 milioni. La variazione di valore della holding dipende dalla sentenza della Cassazione sul risarcimento già versato a De Benedetti nella misura di 564 milioni dopo la sentenza di secondo grado. Ma il dato clamoroso è il depauperamento del portafoglio delle partecipazioni. Se Mediaset e soprattutto Mediolanum hanno ancora prezzi di mercato superiori ai valori ai quali le loro azioni sono state iscritte a bilancio, lo stesso non si può dire per Mondadori, Mediobanca, la società farmaceutica Molmed e per il Milan (340 milioni di debiti, 75 milioni di perdita nel 2011). Ennio, un uomo d’oro. La presa di Berlusconi, tuttavia, resta forte anche sulle società di cui ha meno del 50%. In Mediolanum, l’ex premier fa lega con Ennio Doris (cui dovrebbe stendere tappeti rossi, visti i numeri); in Mediaset nessuno si azzarda a entrare senza chiedere permesso non solo per l’incertezza regolatoria ma anche perché la famiglia Berlusconi ha i mezzi per risalire al 50,1% senza fatica, avendo spremuto da Fininvest poco meno di 1,5 miliardi di dividendi negli ultimi 10 anni.