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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

IN GERMANIA C’È UN IPERPORCELLUM

Pasticcio a Berlino. C’è il rischio che alle prossime elezioni, a settembre del 2013, si vada a votare con una legge non costituzionale. Il governo di coalizione tra la Cdu/Csu della Merkel e i liberali ha varato una riforma elettorale così complicata e malfatta che pochi riescono a capirci qualcosa.

Per giustificare il suo voto, ovviamente al momento segreto, il giudice Michael Gerhardt ha dovuto scrivere un documento di accompagnamento lungo 250 pagine.

È probabile che la Corte costituzionale, nella seduta del 5 giugno, la bocci, ma gli esperti sono scettici sulla possibilità che si possa varare una nuova legge meglio congegnata nel tempo che resta. I custodi della Carta in Germania non sono abituati a compromessi per salvare i politici, ma se chiudessero un occhio per evitare guai peggiori i tedeschi dovranno votare con un sistema poco corretto, per usare un eufemismo.

Tutta colpa dei mandati supplementari, che possono portare a risultati paradossali. La legge elettorale cerca di rispettare il sistema proporzionale e la scelta diretta dei candidati. Ogni elettore ha dunque due voti, con il primo si sceglie il candidato e con il secondo il partito, che può anche essere differente. E i calcoli, per complicare le cose, vengono fatti su base regionale. Così, ad esempio, in un Land vengono eletti 45 candidati della Cdu con il primo voto, ma con il secondo al partito ne andrebbero assegnati solo 40. In questo caso alla Cdu andranno 5 mandati supplementari, e al Bundestag ci saranno più deputati del previsto.

Un male minore, hanno ritenuto i legislatori. Ma se lo splitting è spinto all’eccesso si può giungere a un risultato al limite della Costituzione, come alla consultazione del 2001. Il Cancelliere Schröder, alleato dei Verdi, in base ai primi risultati avrebbe avuto forse uno o due voti di maggioranza, e sarebbe stato costretto a una Grosse Koalition con i cristianodemocratici. Invece, in chiusura gli arrivarono una decina di mandati supplementari e poté rinnovare l’alleanza con i Grünen.

Per questo nel 2009, la Merkel decise di varare la riforma. Avrebbe per correttezza dovuto consultare anche l’opposizione, invece il governo impose la nuova legge di forza. Socialdemocratici e Verdi hanno protestato alla Corte costituzionale, che adesso si trova davanti a un «autentico incubo», come dice il professore di diritto Hans Meyer.

Il vecchio sistema finisce per favorire i grandi partiti a scapito dei piccoli, e la riforma della Merkel avrebbe dovuto evitarlo; allo stesso tempo la Cdu ha cercato di non perdere il vantaggio che probabilmente avrebbe avuto anche nel 2013. Ma i guai saranno ancora più gravi, giudicano gli esperti, e ci si aspetta che fra un anno, votando con il nuovo sistema, i mandati supplementari aumenteranno ancora.

Di fatto i voti non avranno tutti lo stesso peso, e avranno effetti diversi a seconda del luogo. Troppo complicato scendere nei dettagli, ma si potrà avere il caso che, con 5 mila voti in meno, un partito abbia un deputato in più, che perderebbe con un risultato più favorevole, con seggi che passerebbero come in una giostra impazzita da un Land all’altro, nel tentativo di compensare primi e secondi voti. Rischiamo di diventare una Bananenrepublik, si allarma Der Spiegel. I tedeschi voteranno con un Ferkelsystem, come dire con un Porcellum rivisto in Prussia?