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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Ecco i sette stipendi che la casta emiliana può dare ai terremotati – Bologna – La crisi morde, la terra in Emilia trema mettendo in ginoc­chio popolazione ed economia mentre la Casta promette e intan­to guadagna doppio

Ecco i sette stipendi che la casta emiliana può dare ai terremotati – Bologna – La crisi morde, la terra in Emilia trema mettendo in ginoc­chio popolazione ed economia mentre la Casta promette e intan­to guadagna doppio. Difficile, di questi tempi, far digerire ai contri­buenti emiliani che ai loro eletti viene retribuito il dono dell’ubiqui­tà con un doppio compenso. Per i lavoratori dipendenti del pubbli­co e del privato si paga due volte. Prima il gettone di presenza per l’attività svolta in consiglio e nelle commissioni e poi il rimborso ai datori di lavoro per le ore trascorse fuori dall’ufficio. La capitale dei politici dai doppi stipendi è Bologna. Spulciando tra le «determinazioni dirigenziali» del settore Personale si scopre che l’elenco dei beneficiari è lungo. Il capofila è l’attuale sindaco, Virgi­nio Merola, che negli anni scorsi da assessore della giunta Coffera­ti, e dipendente della Legautono­mie Regionale, faceva pagare al pubblico 3.900 euro di acconto Tfr. E ora che la sua giunta è in cari­ca da un anno la storia non cam­bia. Nel 2011, per i primi setti mesi della nuova amministrazione, so­no stati prenotati quasi due milio­ni ( 1.275.000 euro) per i doppi com­pensi dei politici. Facendo un passo indietro, si scopre che per la consigliera demo­cratica Siriana Suprani, consorte del presidente del colosso coope­rativo Unipol Pierluigi Stefanini, nel periodo febbraio-aprile 2009 il Comune di Bologna ha versato 4.102,70 euro all’istituto Gramsci, una onlus dell’Emilia Romagna. La cifra va sommata al gettone di presenza, 2.300 euro lordi (per leg­ge un quarto dello stipendio del sindaco) e ai 16mila euro divisi col collega Davide Ferrari per un con­teggio del 2007. Da quello stesso plico, i bolognesi scoprono di aver rimborsato cinque datori di lavoro per un costo di 35mila euro. Tra questi figura anche Legautono­mie Regionale alla quale sono stati versati i 3.900 euro di acconto Tfr per il sindaco Merola da assessore di Cofferati. L’elenco è lungo e non manca­no i presidenti dei nove quartieri, come l’attuale assessore Riccardo Malagoli che tre anni fa si è visto ri­conoscere quasi 2.300 euro di Tfr dalla multiutilty Hera, a sua volta partecipata dal Comune; quella nel cui Cda siedono 18 «super ma­nager » superstipendiati. Più il ca­pogruppo Pd Sergio Lo Giudice che da insegnante, cioè dipenden­te dello Stato, costa triplo. Al getto­ne comunale e ai rimborsi si ag­giunge il costo di un supplente per sostituirlo in cattedra. E i paladini dell’anticasta per ec­cellenza in tutto questo tacciono e intascano. A Bologna, due dei tre eletti del Movimento 5 Stelle si av­valgono degli stessi privilegi. Il con­sigliere Marco Piazza in due mesi di attività nel 2011 ai bolognesi è co­stato 4.708 euro versati all’azienda dove è assunto. Raggiunto per chie­dere dove sia finita la battaglia con­tro i privilegi della Casta si irrigidi­sce e poi scivola tra i corridoi di Pa­lazzo. Gli stessi dove si insinua il dubbio che guarda con sospetto a chi è dipendente, sì, ma di un fami­liare. Il consigliere del Pdl Lorenzo To­massini ha già scritto a Monti per una spending review che interessi Comuni, Province, Regioni italia­ne insieme alle varie comunità montane «dove dietro la legge si ce­la il privilegio. Chi rispetta le convo­cazioni, a Palazzo ci passa almeno otto ore al giorno. A fine mese pre­senta il conto al suo datore di lavo­ro che vuoto per pieno – conclude – lo paga in busta paga come se a la­vorare ci fosse andato». E l’ammi­nistrazione verserà il dovuto con i soldi dei contribuenti. E di questi tempi, i contribuenti, già ben spre­muti, proprio non possono per­metterselo.