John Foot, Internazionale 1/6/2012, 1 giugno 2012
Il calcio italiano travolto dagli scandali – (pezzo da sistemare) – La mattina del 28 maggio gli agenti di polizia si sono presentati ai campi d’allenamento di Coverciano per eseguire alcune perquisizioni e consegnare un avviso di garanzia
Il calcio italiano travolto dagli scandali – (pezzo da sistemare) – La mattina del 28 maggio gli agenti di polizia si sono presentati ai campi d’allenamento di Coverciano per eseguire alcune perquisizioni e consegnare un avviso di garanzia. Mentre un nuovo scandalo legato alle scommesse incombe sulla nazionale italiana di calcio, forse vale la pena di ricordare cosa successe nel 1980. All’epoca, il calcio italiano fu sconvolto da un caso di partite truccate di proporzioni ancora più grandi. In tutto il paese furono arrestati diversi calciatori, alcuni addirittura negli spogliatoi. Tra i giocatori coinvolti c’erano stelle di prima grandezza come l’attaccante Paolo Rossi. I colpevoli furono banditi dal mondo del calcio per molti anni anche se, in mancanza di leggi speciiche sulla frode sportiva, i processi della giustizia ordinaria si conclusero nella maggior parte dei casi con l’assoluzione degli imputati. I giornalisti e i tifosi rimasero sbigottiti e scandalizzati. Poi arrivò il 1982. Ai Mondiali di Spagna l’Italia conquistò la sua terza coppa del mondo e Paolo Rossi, capocannoniere del torneo, diventò un eroe nazionale. Il 1980 fu dimenticato in fretta. Durante i vent’anni successivi sul calcio italiano si è riversato un iume di denaro. La serie A è diventata il campionato più ricco del mondo, in grado di attirare i migliori talenti del pianeta come Maradona, Platini, Van Basten e Gascoigne. Le squadre italiane hanno cominciato a vincere regolarmente la Coppa dei campioni, poi diventata Champion’s League. Ma sotto la montagna di soldi è restato il marcio. L’amministrazione inanziaria lasciava spesso a desiderare (alcune squadre come Napoli, Bologna e Fiorentina sono inite in bancarotta) e le manovre sospette erano all’ordine del giorno. Gli stadi erano presi in ostaggio dalle frange più violente del tifo, spesso collegate al crimine organizzato. Nel frattempo, nei centri nevralgici del calcio italiano prendeva forma un sistema di potere che avrebbe presto condizionato il calciomercato e gli arbitri (e anche chi li sceglieva), e di conseguenza i risultati. Questo sistema è crollato nell’estate del 2006 grazie al lavoro dei magistrati di Napoli, le cui indagini hanno portato alla retrocessione del club più titolato e con più tifosi d’Italia, la Juventus. In seguito a questo scandalo, chiamato Calciopoli, il calcio italiano ha provato a darsi una ripulita. Quasi tutti gli uomini di vertice sono stati allontanati o si sono dimessi. Ma evidentemente non è bastato. Oggi appare chiaro che il sistema-calcio non ha imparato nulla da quello che è successo appena cinque anni fa. I magistrati di Cremona, Bari e Napoli (ancora) hanno scoperto un giro di partite truccate di proporzioni enormi. Alcuni giocatori hanno già confessato, e il numero di club coinvolti ha ormai superato la ventina (tutto lascia pensare che aumenterà ancora). A quanto pare ai giocatori sono state oferte forti somme di denaro per combinare il risultato delle partite, e molti hanno accettato. Sotto inchiesta è inito anche l’attuale allenatore della Juventus campione d’Italia, Antonio Conte, per il periodo trascorso sulla panchina del Siena. Lo scandalo sta avendo un pericoloso efetto destabilizzante sulla nazionale italiana che in questi giorni si prepara per i campionati europei in Polonia e Ucraina. Il destinatario dell’avviso di garanzia consegnato il 28 maggio, il difensore Mimmo Criscito, è già stato eliminato dalla lista dei convocati della nazionale. Perché il calcio italiano inisce così spesso nei guai? Qualcuno potrebbe dire che il mondo del pallone è semplicemente lo specchio di quello che succede nella società italiana. In Italia non passa giorno senza che uno scandalo di corruzione travolga la scena politica, quindi perché sorprendersi se succede anche nel calcio? In un certo senso è un ragionamento corretto. Basta pensare all’inluenza funesta che hanno avuto sul calcio italiano uomini senza scrupoli come Silvio Berlusconi, Luciano Moggi e Luciano Gaucci. Tuttavia bisogna tenere presente un altro fattore decisivo: il potere e l’indipendenza della magistratura italiana. Ai magistrati italiani in questi casi è permesso efettuare intercettazioni telefoniche e avviare lunghe indagini. Inoltre possono cercare autonomamente eventuali illeciti, ordinare arresti e ofrire sconti di pena a chi decide di confessare e collaborare con la giustizia. La polizia britannica, invece, ha un ruolo molto più marginale, ed è poco interessata agli scandali di corruzione legati al calcio. Nel mondo globalizzato in cui viviamo, le scommesse illegali sono un problema che riguarda ogni disciplina sportiva, ed è così da anni (soprattutto nel cricket ma anche in altri sport, tra cui il calcio). L’Italia è un caso particolare, certo, ma sarebbe sbagliato pensare che il calcio britannico è completamente pulito. E se l’unica diferenza tra il calcio italiano e quello britannico fosse che nel Regno Unito si può imbrogliare senza paura di essere scoperti?