Il Fatto Quotidiano 1/6/2012, 1 giugno 2012
Sono un chirurgo in forza al S. Camillo di Roma. Ancora una volta vedo il mio Ospedale sotto un infamante attacco mediatico per le condizioni in cui versa il pronto soccorso, attacco in cui si fanno affermazioni distorte e in qualche caso false, come nel caso del vostro articolo di sabato 19/5/2012
Sono un chirurgo in forza al S. Camillo di Roma. Ancora una volta vedo il mio Ospedale sotto un infamante attacco mediatico per le condizioni in cui versa il pronto soccorso, attacco in cui si fanno affermazioni distorte e in qualche caso false, come nel caso del vostro articolo di sabato 19/5/2012. Sono stanco di vedere diffamata, per fini politici, l’istituzione in cui lavoro da 24 anni, soprattutto con interviste a colleghi che l’emergenza non l’hanno mai vista nemmeno con il binocolo. Nessuno ha però detto che proprio nel momento in cui il giornalista faceva quel servizio, dietro alla trincea costituita dal pronto soccorso, venivano eseguiti due trapianti di fegato, alcuni interventi cardiochirurgici e neurochirurgici, interventi di chirurgia mini invasiva “high tech” su bambini. Dimenticavo, scusi, che tutto questo non fa notizia. Sono stanco che ci si fermi alla facciata e si colpisca dove è più facile o, forse, dove è politicamente più comodo. Pensate che nei pronto soccorso degli altri grandi ospedali italiani la situazione sia molto differente? In alcuni sicuramente sì, ma si tratta di realtà minori, in cui non vengono trasferiti da altri Ospedali della Regione i pazienti più gravi, che non sono HUB per l’emergenza traumatica, pediatrica, neurochirurgica, di reimpianto degli arti, trapiantologica. La politica di rientro del Governo non fa sconti e spesso dobbiamo essere noi, con il nostro lavoro a sopperire ai deficit di programmazione sanitaria lasciati da amministrazioni precedenti, distratte da altre meno nobili attività. Sono stanco dei continui attacchi che infangando l’istituzione per cui lavoro, infangano anche me, i miei colleghi ed i collaboratori sanitari, che quotidianamente lavoriamo ben oltre il consentito. Concludo con una domanda curiosa: ma i vermi citati nel titolo dov’erano, visto che nell’articolo non vengono minimamente descritti. Certo che queste mie osservazioni non verranno mai pubblicate, la saluto cordialmente. Dottor Bruno Benini Come evidenziato nell’articolo, se il Pronto soccorso del San Camillo è un inferno, non è certo per responsabilità del personale medico e paramedico che, al contrario, fa tutto il possibile per renderlo più umano. Quanto agli interventi che – ovviamente – io non ho potuto vedere, credo che sia per quello che si va in ospedale: per essere curati. E così come descritto, i vermi, purtroppo, erano nei bagni. si. d’o.