Vincenzo Del Giudice, Il sole 24 ore 1/6/2012, 1 giugno 2012
IL PALLONE BUCATO DALLE SCOMMESSE
Assegni con la firma del portiere della Nazionale, Gigi Buffon, per quasi un milione e seicentomila euro, fra gennaio e dicembre 2010, a favore di una tabaccheria di Parma, abilitata al gioco delle scommesse. L’informativa della Guardia di Finanza che dalla Procura di Torino è stata inviata a quella di Cremona, che da oltre un anno indaga sul calcioscommesse, è un altro pesantissimo schiaffo al mondo del calcio. La stessa procura lombarda ha subito precisato che il portiere della nazionale non è indagato.
Il portiere della nazionale si è detto «sereno», ma non più tardi di due giorni fa aveva tuonato contro chi fa uscire le notizie, in teoria coperte da segreto istruttorio, sui giornali. «È una vergogna che dopo dieci minuti l’interrogatorio finisca tutto sui giornali», aveva accusato il portiere della Juventus. Non aveva mai nominato i magistrati che da un anno indagano sul malaffare delle partite truccate del calcio.
Il portiere che è anche azionista di maggioranza della Zucchi, una società quotata in Borsa, aveva subìto molte critiche, anche pesanti, su quella che in molti avevano definito, «un’uscita a vuoto», tanto per usare un termine calcistico. Chissà quanti avranno collegato l’intemerata con la notizia del giorno: il portiere della Nazionale avrebbe effettuato scommesse vietate per oltre un milione e mezzo di euro. Fra questi c’è Andrea Agnelli, presidente della Juve, che alla Stampa.it ha dichiarato: «È sicuramente singolare che questa informativa esca oggi (ieri, ndr). Buffon è un atleta leale».
L’informativa della Gdf, datata 13 giugno 2011, è allegata ad una lettera che il pm di Torino Cesare Parodi invia alla procura di Cremona dopo che nella prima fase delle indagini dei pm lombardi sul calcioscommesse, era uscito il nome del portiere della Juve. Nella lettera il pm di Torino chiede a Cremona di inviargli le notizie relative a Buffon «in quanto questo ufficio ha in corso accertamenti al riguardo, relativi ad ingenti somme di denaro che lo stesso Buffon avrebbe utilizzato per scommesse presentate, avvalendosi di soggetti terzi».
Nell’informativa, il nucleo di polizia tributaria di Torino scrive che al reparto è arrivata una «segnalazione di operazioni sospette» riguardante il capitano della Nazionale. Dagli accertamenti svolti dalla banca e inviati alla Gdf, si legge nell’informativa, è emerso che «un conto corrente intestato a Buffon Gianluigi ha registrato un’anomala movimentazione caratterizzata dall’emissione, nel periodo gennaio 2010 - settembre 2010 di 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra 50mila e 200mila euro, per un totale di 1.585.000 euro, tutti a favore di Massimo Alfieri titolare di tabaccheria a Parma, abilitata, tra l’altro, alle scommesse calcistiche».
L’avvocato di Buffon, Marco Valerio Corini, contattato dalla banca - si legge ancora nell’informativa - «a tutela della privacy del suo assistito, non ha voluto dettagliare le ragioni dell’operatività segnalata». «Lo stesso - prosegue - si è limitato a descrivere il beneficiario degli assegni, come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon». Ma la banca, conclude l’informativa, «ipotizza che le liquidità possano essere oggetto di scommesse vietate».
Una batosta terribile e circostanziata. Giornata difficile per i colori bianconeri e per quelli azzurri. Cesare Prandelli, ct della nazionale, durante la conferenza stampa ha parlato di «40 sfigatelli» coinvolti nel calcioscommesse. Poco fortunato il ct, perché subito dopo è arrivata la notizia su Buffon. Un altro azzurro, Leonardo Bonucci, risulta indagato dalle procura di Cremona per associazione a delinquere finalizzata alla frode e da quella di Bari. La stessa ipotesi di reato contenuta negli atti dell’inchiesta contro Antonio Conte, allenatore della Juve, e di Domenico Criscito, ex del Genoa che per quell’avviso di garanzia con conseguente perquisizione nel centro tecnico di Coverciano dove era in ritiro con la Nazionale ha dovuto lasciare a casa i sogni di partecipazione all’europeo che comincia l’8 giugno.
E proprio ieri, a Roma, alla giustizia sportiva sono giunte valanghe di patteggiamenti (tra cui quella dell’Atalanta) da parte dei calciatori coinvolti nella prima tranche dell’inchiesta di Cremona partita un anno fa. Oggi a Cremona riprenderanno gli interrogatori del gip Guido Salvini e del pm Roberto Di Martino. Il primo dovrà anche esprimersi sulla richiesta di scarcerazione di Stefano Mauri, capitano della Lazio, e di Omar Milanetto, ex calciatore del Genoa, attualmente al Padova. Non proprio due sfigatelli.
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IL PROCESSO
I primi verdetti
Primi verdetti nel processo sul calcioscommesse in corso a Roma. La Commissione disciplinare ha accolto la proposta di patteggiamento dell’Atalanta che avrà una penalizzazione di 2 punti e dovrà pagare 25 mila euro di ammenda. Patteggia con due anni di squalifica anche
l’ex capitano Cristiano Doni (nella foto).
Le scommesse
1,5 milioni
Un’informativa della Guardia di finanza di Torino, allegata agli atti dell’inchiesta di Cremona, scaturita da una segnalazione di operazioni sospette, ipotizza che il capitano della Nazionale Gigi Buffon avrebbe effettuato scommesse vietate per oltre 1,5 milioni.
La giustizia sportiva. A dirigenti, soci e tesserati delle società è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o per interposta persona, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle. La violazione del divieto comporta per dirigenti, soci e tesserati delle società la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a due anni e dell’ammenda non inferiore a 25mila euro.