Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera 1/6/2012, 1 giugno 2012
CITTÀ DEL VATICANO —
L’iter è partito e le rogatorie preparate dalla magistratura vaticana al momento sono due: la prima riguarda Gianluigi Nuzzi, autore del libro Sua Santità sulle «carte segrete» del Papa; la seconda le altre persone coinvolte nella vicenda dei «corvi», «quattro o cinque». Padre Federico Lombardi ha smentito ieri che le rogatorie alle autorità italiane siano partite, «questo può avvenire, ma non prima di altri accertamenti». Però l’iter è complesso, passa attraverso la nunziatura in Italia e i ministeri di Esteri e Giustizia, e ci si è mossi per tempo: in base agli articoli 22 e 23 (sugli ecclesiastici: segno che non sono coinvolti solo «laici») del Trattato del Patti Lateranensi. I reati contestati vanno dalla ricettazione alla violazione della corrispondenza di un capo di Stato. Il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, è stato «incastrato» dal fatto che alcune carte pubblicate, come un bilancio della «Fondazione Joseph Ratzinger», potevano trovarsi solo nell’appartamento del pontefice perché non ancora archiviate in segreteria di Stato. I gendarmi le hanno trovate a casa di Gabriele. La casa editrice di Nuzzi, Chiarelettere, ha ribadito che la Cassazione «ha più volte escluso che la ricezione di documenti riservati da parte di un giornalista possa essere considerata reato» anche se «in ipotesi sottratti da terzi al proprietario». Il quadro delle indagini e dei sospetti è già definito, anche se proseguono le «audizioni» della commissione cardinalizia e gli interrogatori e i controlli dei magistrati e della Gendarmeria: ieri è trapelata notizia di un’altra perquisizione negli uffici vaticani, già setacciati. Lunedì o al più tardi martedì ci sarà l’interrogatorio del maggiordomo. Gli avvocati presenteranno istanza per la libertà vigilata o i domiciliari, Gabriele «collaborerà» e ci si aspetta che dopo l’interrogatorio gli vengano concessi i domiciliari. Il governo ha comunicato alla Camera di non esser stato ufficialmente «coinvolto» e che «non risulta» ancora un «passo diplomatico» della Santa Sede. Ma una forma di «segnalazione» ci sarà. Benedetto XVI, ieri, ha pregato perché ci sia più «letizia spirituale» negli animi: «Specie nella vita di questa famiglia che qui in Vaticano serve la Chiesa universale», e cioè nella Curia.
G. G. V.