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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Editoria. L’acchiappalettori Ecco un’ambiziosa iniziativa che arriva dall’Inghilterra Anticipiamo stralci dell’intervento di Jamie Byng dall’Almanacco Guanda: «L’editore? È un piromane che accende i fuochi e sa come alimentare le fiamme» di Jamie Byng, editore di Canongate SONO SEMPRE STATO UN PO’ PIROMANE

Editoria. L’acchiappalettori Ecco un’ambiziosa iniziativa che arriva dall’Inghilterra Anticipiamo stralci dell’intervento di Jamie Byng dall’Almanacco Guanda: «L’editore? È un piromane che accende i fuochi e sa come alimentare le fiamme» di Jamie Byng, editore di Canongate SONO SEMPRE STATO UN PO’ PIROMANE. SONO CRESCIUTO IN CAMPAGNA E FIN DA PICCOLO I FUOCHI, SIA AL CHIUSO CHE ALL’APERTO, MI AFFASCINANO IN MANIERA INCREDIBILE. Mio padre lavorava spesso fuori e i falò erano parte della quotidianità della mia infanzia; presto ho iniziato a farli con gli amici, senza adulti che ci controllassero. E così ho imparato un sacco di cose su come si accendono e come si alimentano e, in rare occasioni, su come possa.no sfuggirti di mano. Il fuoco ha nutrito la mia immaginazione di bambino e l’alimenta tuttora. Il mestiere dell’editore dovrebbe essere simile al prendersi cura di un fuoco. Combinando la scintilla dell’immaginazione dello scrittore e i ramoscelli secchi del linguaggio si accendono delle fiamme nella mente del lettore, ma sono fiamme che si spengono presto se non vengono continua.mente alimentate da nuovi lettori. Un romanzo come Le braci di Sándor Márai, uscito nel 1942, letteralmente scomparso fino a quando Roberto Calasso non ha deciso di ripubblicarlo all’Adelphi nel 1998, è un ottimo esempio di questa analogia. (...) Ogni libro dipende dalla generosità del lettore, quanto la lettura dipende dalla generosità dello scrittore. Più lettori vengono attirati verso un libro, più carburante riceve quest’ultimo. (...) Il mio primo pensiero, in quanto editore, è senz’altro di dover alimentare tanto i libri con i lettori quanto i lettori con i libri. La relazione fra libri e lettori, infatti, è del tutto simbiotica. Nessu.no dei due potrebbe sopravvivere senza l’altro. Ed è responsabilità, privilegio e dovere dell’edito.ria in quanto industria fare in modo che i libri si nutrano di lettori e viceversa. Sotto questo aspetto, in fin dei conti, le cose non sono cambiate più di tanto. Da sempre, infatti, all’editore spetta questo ruolo: noi siamo canali, catalizzatori, elementi di congiunzione. Quello che è decisamente di.verso sono i modi in cui può essere favorito questo rapporto diretto libro-lettore. Non solo l’e-book ha cambiato volto al libro tradizionale, ma la vendita on line e internet hanno fatto sì che il lettore possa trovare e comprare libri usando vie che prima erano impensabili. La velocità e la facilità con cui si può rintracciare in rete ciò che interessa, il fatto che un lettore possa trovare un libro in particolare o un testo fino a quel momento a lui sconosciuto su un argomento specifico, nel giro di pochi minuti e ovunque si trovi, dimostra che questa «connessione» è consolidata. E le possibilità per gli editori di promuovere i propri libri e di comunicare direttamente con i lettori ormai sono infinite. Ma tutto, di questo fenomeno, è cosa buona? Be’, sotto molti aspetti sì. Tuttavia, per usare una metafora molto citata, la tecnologia è una lama a doppio taglio e la rivoluzione digitale ha anche una serie di conseguenze poco gradevoli e, in alcuni casi, impreviste. Tra queste c’è senz’altro il fatto che le persone interagiscono meno. Uno degli spazi in cui quest’interazione si assottiglia di più mentre gli individui lottano per la sopravvivenza è senza dubbio la libreria tradizionale, un luogo in cui i lettori si ritrovano faccia a faccia con altri lettori e dove, soprattutto, lettori e libri possono fare incontri inaspettati. E non dimentichiamoci il ruolo cruciale che può giocare il libraio in tutto questo. È lui l’intermediario, la guida, il link tra il libro e il lettore. I librai contribuiscono alla propagazione delle fiamme e possono farlo in modi molto intimi: uno sguardo, un contatto, il rapporto diretto. La vendita manuale è il modo più bello per vendere un libro perché coinvolge la relazione intima, personale di un lettore con il libro. (...) Sappiamo di avere tra le mani un best seller quando sentiamo il calore, quando libri e lettori si stanno alimentando gli uni con gli altri, quando i risultati ormai hanno superato qualunque nostra aspettativa, quando la cosa più importante da fare è solo ristampare e mantenere vive le fiamme. La fede nell’importanza del passaparola, dei consigli ad personam, del fondamentale ruolo svolto dai lettori nel successo dei libri è ciò che ha portato alla creazione della World Book Night, un’ambiziosa iniziativa non profit lanciata in Gran Bretagna nel 2011, una festa della lettura per promuovere l’alfabetizzazione. L’evento è consistito nel distribuire un milione di libri a un milione di persone nello stesso giorno, con la certezza, nella stragrande maggioranza dei casi, che gli individui coinvolti non avessero mai neanche tenuto in mano i volumi loro assegnati. Il successo dell’operazione è dipeso tutto dal modo in cui sono state distribuite le opere. Per la World Book Night è stato reclutato un esercito di ventimila «addetti alla distribuzione dei libri», un ruolo assolutamente inedito, tutti entusiasti all’idea di condividere la loro passione per un libro in parti.colare (e per la lettura in generale) con un pubblico più vasto. Questo blitz di massa, il dare libri alla gente con un gesto che fosse personale, significativo e quindi estremamente prezioso, ha sprigionato un’incredibile vampata di calore positivo intorno ai libri e alla lettura. Quel giorno, inaspettatamente, si sono accesi un milione di piccoli fuochi, si è nutrita la gente di libri, ma anche i libri con la gente. Abbiamo creato un milione di ragioni per leggere. E la cosa eccitante è che nel 2012 la World Book Night verrà lanciata anche in Germania e negli Stati Uniti, e ripetuta in Gran Bretagna. Le fiamme si stanno propagando a macchia d’olio. Ecco, secondo me è proprio questo tipo d’iniziative propositive, ovvero il portare concretamente i libri verso la gente in modi inattesi e generosi, a far sì che la lettura continui a prosperare e a restare al centro della nostra cultura. (Traduzione di Lucia Ferrantini)