Antonella Lattanzi, RollingStone 6/2012, 1 giugno 2012
Niccolò Ammaniti «Se non fossi uno scrittore alleverei pesci. O farei lo scalatore. Mi piacerebbe anche scriverci un libro
Niccolò Ammaniti «Se non fossi uno scrittore alleverei pesci. O farei lo scalatore. Mi piacerebbe anche scriverci un libro. Non c’è niente che il corpo detesti di più che andare a 8mila metri; tutto di te, tutte le cellule ti dicono "ti prego, smettila", eppura la volontà ti spinge a fare una cosa che potrebbe ucciderti. Mi affascina la volontà che combatte contro la biologia, è ciò che ci distingue dagli animali» «Passo gran parte della notte a ricordare. Periodi della mia vita,piccoli fatti, fidanzate di due giorni, amici e come mi sentivo, cos’avrei potuto fare o non sono riuscito a dire, come la mia vita sarebbe cambiata se non avessi preso una decisione piuttosto che un’altra. È da lì che parto per scrivere, per sentirmi vicino a persone diverse da me. È come se galleggiassi nella memoria, se all’improvviso mi smaterializzassi e riprovassi sentimenti che ho dimenticato» «Ho mandato Io e Te a Bertolucci, mi son detto: mah, può darsi che gli piaccia. L’ha letto subito, mi ha chiamato e ha detto: lo voglio fare io. Sono rimasto a bocca aperta, non ci potevo credere....»