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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

PASSERA È TROPPO GELOSO CONGELATO IL PROF GIAVAZZI


Una lite vera e propria non c’è mai stata. Ma la guerra fredda è andata avanti per settimane. E, almeno per ora, l’ha spuntata Corrado Passera. Che non ha la minima intenzione di farsi commissariare da Francesco Giavazzi. L’economista ed editorialista del Corriere della Sera, infatti, circa un mese fa era stato chiamato da Mario Monti come consulente del governo, a titolo gratuito, «per fornire al presidente del Consiglio, al ministero dell’Economia e a quello dello Sviluppo analisi e raccomandazioni sul tema dei contributi pubblici alle imprese».
L’incarico a Giavazzi, però, aveva destato un certo scalpore. Perché l’economista, insieme ad Alberto Alesina, sulla prima pagina del Corriere in questi mesi non ha risparmiato critiche all’esecutivo del Professore, accusandolo di avere poco coraggio sulle riforme e di aver aumentato troppo la pressione fiscale. Così quella nomina sembrava rispondere alla massima: se non puoi battere il tuo nemico, conviene fartelo alleato. E agli osservatori era apparsa come una mossa di Monti per mettersi al riparo dalle invettive di Giavazzi sul Corsera. Ma così non è stato. Basti vedere l’editoriale, uscito il 3 maggio sul quotidiano, fortemente critico nei confronti della spending review.
Ma chi ha iniziato una guerra sotterranea contro l’economista è stato il ministro Passera, che dietro quella nomina ha visto l’ombra di un possibile commissariamento da parte di Monti. Così da quel momento i rapporti tra l’ex banchiere e il presidente del Consiglio si sono ulteriormente raffreddati. Il riordino degli incentivi pubblici alle imprese, infatti, è materia di Passera. Il quale ha cercato in tutti i modi di non farsela scippare. Così, come racconta anche il sito “Il retroscena”, il ministro si è dato da fare per isolare l’economista e non fargli toccare palla. Il decreto sul riordino degli incentivi era già allo studio degli uffici di Passera: in questo mese è stato messo a punto e presto vedrà la luce in consiglio dei ministri. Tutto senza alcuna consultazione con Giavazzi. Che nei palazzi romani non si è mai visto. «Passera non ha gradito quella nomina, tanto che subito dopo ha avuto una telefonata piuttosto tempestosa con il presidente del Consiglio. Ora sarà il premier a dover sbrogliare una situazione paradossale che vede Passera e Giavazzi convivere come separati in casa», racconta un’autorevole esponente del governo. A Palazzo Chigi si vocifera che a Giavazzi potrebbe essere affidato un altro incarico. Oppure, ipotesi preferita da Passera, il rapporto di collaborazione tra il governo e l’economista si avvierà alla conclusione.

Gianluca Roselli