Paolo Berizzi, La Repubblica, 31.5.12, 31 maggio 2012
La dolce vita sarda del governatore Formigoni. Panfili ed aragoste. Il ristoratore: che tavolate con Daccò
La dolce vita sarda del governatore Formigoni. Panfili ed aragoste. Il ristoratore: che tavolate con Daccò. Porto Cervo non è luogo da frati trappisti. Le cene pantagrueliche dai conti hard. Persone che dovrebbero essre tenute a vivere, per loro scelta, secondo il precetto evangelico della povertà. Incalzato sulle sue "vacanze di gruppo", Roberto Formigoni sostiene: "Non ho avuto alcun vantaggio da Daccò né lui ha avuto vantaggi da me". A smentire il governatore è lo stesso Daccò ("... ho sostenuto io tutti i costi"). Emergono i ricordi di chi, di quelle vacanze in Costa Smeralda, è stato testimone oculare. Marinai, comandanti di navi, ristoratori. Circa 400 mila euro sarebbero uscite calcolano i pm milanesi, dalle tasche di Dacco, per pagare vacanze e sfizi del presidente della Lombardia. molto denaro è stato spalmato qui, a Porto Cervo. Tra panfili e aragoste a pagare era sempre Daccò. «Venivano spesso - dice Sergio Volpe, il patron del ristorante Clipper che in trent´anni ha sfamato gli appetiti dei più bei nomi del mondo - . Erano tavolate numerose. Chi pagava? Domanda scontata... ». La meta gastronomica preferita è il ristorante «Gianni Pedrinelli», dal nome del proprietario. Si trova a pochi minuti dalla villa con piscina sulla collina di Abbiadori che Alberto Perego ha acquistato da Daccò. Nell´agosto 2007 il faccendiere dei fondi neri San Raffaele salda un conto da 5353 euro. Uno dei tanti.La dolce vita dei ciellini passa dalle aragoste e dal Billionaire. Il 10 agosto 2008 Daccò offre champagne Cristal nel locale di Briatore dove lascia 3 mila euro. Due estati dopo si festeggia in barca: Perangelo il generoso fa spesa di aragoste nella pescheria di Arzachena (1485 euro) e di vino all´enoteca Azara (4 mila euro). Il Celeste c´era sempre.