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 2012  maggio 29 Martedì calendario

Così Mauri «comprava» le partite La Lazio brucia un’altra bandiera - Prima Chinaglia, poi Giordano e Manfredo­nia, quindi Beppe Signori

Così Mauri «comprava» le partite La Lazio brucia un’altra bandiera - Prima Chinaglia, poi Giordano e Manfredo­nia, quindi Beppe Signori.E ora un’altra bandie­ra della Lazio finisce in prima pagina per maga­gne giudiziarie. Due settimane fa esultava sotto la curva dopo aver segnato il 3-1 all’Inter, oggi è in carcere a Cremona. Amara e rapidissima para­bola quella del 32enne Stefano Mauri, colonna del centrocampo laziale, che in risposta alle rive­lazioni del pentito Carlo Gervasoni appena un mese e mezzo fa professava la sua innocenza do­po l’interrogatorio in Figc: «Mi hanno fatto mol­te domande, sono sereno e devono esserlo an­che i tifosi». A dar retta alle carte giudiziarie che lo portano in cella, però, non era il caso di star tanto tranquilli. Letterale: «Mauri Ste­fano, giocatoredellaLazio, manife­stava la sua costante disponibili­tà, a favore del gruppo degli «zin­gari », ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio nell’ambito del campionato 2010-11, favo­rendone la vittoria anche per una migliore posizione in classifi­ca ». I match che il vicecapitano avrebbe contribuito a manipolare sono gli ultimi due della scorsa stagione: Lazio-Ge­noa 4- 2 e Lecce-Lazio 2-4. A inguaiare il centrocampista, l’amicizia con l’ex calciatore Alessandro Zamperini che l’avrebbe «messo in contatto» con due figure di vertice degli «zingari», l’ex calciatore Almir Ge­gic e il macedone Hristiyan Ilievski, «tuttora lati­tanti ».Con«alcuni degli associati»,a ridosso del­leduepartiteincriminate, infattiMauriintrattie­ne una «fitta rete di rapporti», sia diretti che tele­fonici. E per questi ultimi il calciatore non usa la sua sim bensì una intestata alla fidanzata di Lu­ca Aureli, suo amico e titolare di un’agenzia di betting a cui «Mauri ed altri associati si appoggia­vano per le scommesse illegali». Il telefono «de­dicato »per la procura è la dimostrazione«incon­futabile » che Mauri abbia «utilizzato una sche­da riservata e coperta con la finalità di eludere le investigazioni». E a riscontrare le accuse contro il laziale messe a verbale da Gervasoni, per gli in­quirenti, ci sono appunto anche le telefonate e i tabulati tra Mauri e altri «associati». Insomma, per le combine con Genoa e Lecce «il referente della Lazio è Mauri, che s’incontra a Roma con Ilievski e Zamperini e che s’incontra a Lecce, quantomeno con lo stesso Zamperini,come am­messo con ambiguità e reticenze anche da que­st’ultimo ». Per avere un’idea del traffico telefonico incri­mi­nato basta leggere tutto d’un fiato questo pas­saggio dello Sco della polizia: «Dopo che Ilie­vski era atterrato a Roma il 14.5.2011, intrattenendo subito una serie di rapporti telefonici con Tan Seet Eng (il boss singaporiano del­l’organizzazione), lo stesso giorno alle 10,14 Mauri invia­va sms a Zamperini che dopo aver parlato con Ilievski alle 11,39, mandava un sms a Gerva­soni e poi a Mauri alle 11,40. A par­tire dalle 12,10, presumibilmente fi­no alle 15,20, Zamperini e Ilievski si tro­vano assieme a Roma. Tra le 12,42 e le 12,45 i due predetti si trovano presso il Centro Sportivo del­la Lazio, ove si incontrano con Mauri per defini­re gli accordi. Quindi Zamperini e Iliesvki si spo­sta­no presso l’albergo di Roma che ospitava i cal­ciatori del Genoa, dove sicuramente Ilievski si trovava alle 13,04 e nell’occasione si incontrano con il Milanetto. (…)Dopo che il 18 maggio 2011 vi erano stati scambi di sms tra Zamperini e Mau­ri, e una telefonata tra Zamperini e il calciatore Ferrario del Lecce, il 19 maggio vi erano numero­si contatti tra Ilievski e Zamperini». C’è anche uno strano incontro, dieci giorni dopo Lazio-Ge­noa, tra Mauri e il genoano Milanet­to( consideratore­ferente ligure per la combine) in un hotel di Modena, do­ve quel gior­no soggior­na anche un tale An­drejHorvath, ritenu­to un «alias» degli «zingari». Oltre alle due parti­te citate la disponibili­tà offerta al sodalizio sarebbe stata più este­sa. Gervasoni aveva di­chiarato al pm che «era stato Zamperini, molto amico del primo (Mauri, ndr), achiederglisecono­scesse qualcuno disposto a “finanziare“ la sconfitta di “una squadra qualun­que“ nei confronti della La­zio, in sostanza per poter sfruttare economicamente queste possibili entrature». Un punto dal quale per gli in­quirenti «emerge con eviden­za che non può essere stato che l’amico Mauri a rappresen­tare­a Zamperini l’esigenza del­la Lazio, e che questi così l’aveva messo in contatto con Gegic». A quel punto, ipotizza la procura, il centrocampistavieneaconoscen­za «dell’esistenza di un gruppo cri­minale disposto a corrompere, tra gli altri, i giocatori delle squadre che la Lazio doveva incontrare». E Mauri finisce per offrire «a Gegic, Ilievski e sociunadisponibilitàpermanentein tal senso, un punto fermo sul quale il gruppo può contare». Quello che i tifosi della Lazio già pensava­no che Mauri fosse. Ma in cam­po.