Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Massimo, Valentina e una famiglia nel pallone - Per venire a capo della famiglia Mezzaroma, bisogna procedere nel modo più elementare, cominciando dal patriarca, Amerigo, falegname poverissimo che nel boom economico degli anni Cinquanta fece i soldi con gli infissi

Massimo, Valentina e una famiglia nel pallone - Per venire a capo della famiglia Mezzaroma, bisogna procedere nel modo più elementare, cominciando dal patriarca, Amerigo, falegname poverissimo che nel boom economico degli anni Cinquanta fece i soldi con gli infissi. Amerigo ebbe tre figli: Pietro, Gianni e Roberto. Pietro è il papà di Massimo, presidente del Siena, e di Valentina, vicepresidente. Gianni è il papà di Cristina, moglie di Claudio Lotito, presidente della Lazio, e di Marco, marito dell’ex ministro del Pdl, Mara Carfagna; Marco e Lotito sono comproprietari (insieme con Gianni) del Salerno Calcio, nato dal fallimento della Salernitana. Roberto, dei tre figli di Amerigo, è l’unico a cui si schiusero gli orizzonti dell’istruzione e infatti, diciamo così, è stato europarlamentare di Forza Italia dal 1994 al 1999; Roberto ebbe il 14 per cento della Lazio di Lotito, quote poi cedute a Lotito medesimo. Vi è venuto mal di testa? È comprensibile. Però in queste poche righe avete l’intero albero genealogico che vi condurrà per mano lungo il resto dell’articolo. La seconda importante informazione è che da qualche tempo i tre figli di Amerigo hanno litigato. È successo nel 1996, quando il maggiore, Pietro (oggi settantottenne), avvertì i fratelli: «Aho, c’è ’na novità: semo falliti». Il tratto di questa famiglia, va detto, non è la delicatezza dei modi, e nemmeno gli interessa, tanto è vero che Pietro si è sempre vantato di aver fatto montagne di quattrini senza andare oltre la quinta elementare: i tre sono costruttori che hanno tirato su palazzine in mezza Roma, sia detto senza nessuna scialba ironia. All’annuncio del fallimento, Gianni e Roberto risposero a tono: «Aho, sei peggio de’ Gei Ar», citazione impeccabile da Dallas. Da lì in poi, e la genesi è la medesima, Pietro venne anche soprannominato “er texano”. Il sospetto di ruberie e sottrazioni ebbe conseguenze giudiziarie e mai ricompose il terzetto che a inizio anni Novanta si era affacciato sul mondo del calcio rilevando la Roma (insieme con Franco Sensi) da Giuseppe Ciarrapico. Pietro “er texano” Mezzaroma fu anche presidente per sei mesi. Così oggi i Mezzaroma sono divisi in due. Da un parte Pietro, dall’altra Gianni e Roberto, con i rispettivi figli, cognate e cognati. Il cognato per eccellenza è sempre stato Claudio Lotito, che nel 2004 prese la Lazio suscitando grande scandalo in una stirpe di giallorossi. Ma lo scandalo durò poco, poiché Roberto partecipò all’impresa sebbene lo scambio di quote abbia provocato ai due una condanna per aggiotaggio oggi in attesa di Cassazione. Da un annetto, poi, il gruppo si occupa anche del Salerno calcio. E qui se possibile la questione si complica. La Salernitana fallisce nel 2001. Nello stesso anno rinasce per iniziativa di Vincenzo De Luca, del Pd, sindaco di Salerno, che affida la nuova squadra alla coppia Lotito-Marco Mezzaroma, figlio di Gianni e fratello della moglie di Lotito. De Luca dice apertamente di essere stato conquistato dall’offerta dei Mezzaroma-Lotito per la «trasparenza» del progetto. Per combinazione, il Salerno Calcio è anche la squadra del cuore di Mara Carfagna, moglie di Marco e dunque anche lei imparentata con Lotito. È stato un campionato trionfale, col Salerno allenato da Carletto Perrone (ex della Lazio, manco a dirlo) promossa in Lega Pro, la vecchia serie C. Rimane da dire che Lotito e Gianni («er socero», come dice il primo) hanno fatto anche qualche discusso affaruccio su terreni lungo la via Tiberina. Come i loro genitori, anche i cugini non si parlano più. I figli di Pietro, Gianni e Roberto conservano in comune giusto l’origine della loro ricchezza e una certa propensione al tatuaggio. Marco è molto tatuato, e così Valentina, vicepresidente del Siena, che alla vigilia di una sfida con la Lazio concesse un’intervista radiofonica: «Lotito mio zio? Macché ha sposato una mia cugina, ma non lo ritengo un mio parente. Poi ha scelto quella squadraccia... Guardi, sta bene dove sta...». Ora la più intricata famiglia del Centro Italia torna sulle prime pagina perché Massimo (figlio di “Gei Ar” Pietro “er texano” Mezzaroma) è rimasto impigliato nella Scommessopoli. Secondo i convincimenti della procura, il presidente avrebbe chiesto ai suoi di perdere un incontro perché ci aveva scommesso sopra e voleva rimediarci un gruzzoletto. Ora non resta che tifare per una piena assoluzione, se non altro perché dal figlio di Gei Ar ci si attendeva una mascalzonata d’altro calibro.