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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

Il sisma dei misteri “La Pianura Padana non è stata capita” - Erano secoli che la Pianura Padana non tremava così come sta facendo in questi giorni

Il sisma dei misteri “La Pianura Padana non è stata capita” - Erano secoli che la Pianura Padana non tremava così come sta facendo in questi giorni. E’ passato talmente tanto tempo che quasi ci si è dimenticati che nel sottosuolo dell’Emilia Romagna c’è un complesso sistema di faglie che ha avuto tutto tempo di accumulare tanta energia per poi esplodere in una serie di scosse particolarmente intense. Ma su questo la comunità scientifica sembra divisa. C’è chi infatti pensa che sia necessario fare nuove valutazioni sulla sismicità dell’area, aggiornando di conseguenza le carte sismiche, e chi invece non è affatto stupito di quanto sta accadendo in questi giorni. Queste due correnti di pensiero contrapposte concordano però su quello che sembra essere un dato di fatto: «la Pianura Padana è stata spesso snobbata dai ricercatori perché raramente è stata protagonista di terremoti eclatanti», dice Gianluca Valensise, geologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). «Ora dobbiamo ricrederci», aggiunge. Professore, le carte sismiche indicano che le zone colpite hanno una pericolosità medio-bassa. Dopo questo sciame sismico non andrebbero quantomeno riviste? «Quando parliamo di pericolosità medio-bassa facciamo riferimento al fatto che i terremoti di magnitudo superiore a 5 siano poco frequenti e non impossibili. Sulla base dei dati storici a nostra disposizione, e in base agli studi geologici, sappiamo che quell’area è stata interessata in passato da terremoti di simile intensità. Per questo le mappe sismiche l’hanno classificata come area a medio-bassa pericolosità». Nessuno però ricorda terremoti simili. Cosa risponde ai colleghi convinti di essere di fronte a una anomalia? «Pochi ricordano terremoti simili perché sono accaduti molto tempo fa, nel 1570 e poi nel 1639. Dai dati storici sappiamo che questo terremoto rientra quindi nella casistica della mappa. Non ci sono anomalie. Sicuramente quest’area è stata purtroppo snobbata per moltissimi anni. Paradossalmente si preferiscono studiare aree più vivaci, quando invece c’è ancora tanto da imparare sul nostro territorio». Allora è vero che la pericolosità sismica della Pianura Padana è stata sottovalutata? «Direi poco studiata proprio per via della bassa frequenza di terremoti simili. Questa tragedia darà ora l’impulso a una nuova ondata di studi scientifici su questa parte del nostro Paese». Se le carte sismiche non vanno ancora aggiornate significa allora che chi ha costruito gli edifici crollati non ha tenuto conto del rischio terremoti? «Questo rientra nel discorso della prevenzione. Gli scienziati hanno il compito di valutare il rischio sismico, chi costruisce invece deve far in modo che gli edifici rispettino le norme di prevenzione». Non è però insolito che si verifichino scosse intense in successione? «Ogni area ha una sua storia sismica e un terremoto su due presenta una complessità di qualche tipo. Sicuramente una sequenza di scosse di magnitudo simili non è la norma, ma non possiamo neanche definirla un’anomalia. Basta pensare alle scosse di terremoto che si sono succedute in Umbria nel 1997». Cosa sta succedendo sotto la Pianura Padana da provocare scosse così forti? «Proprio nelle aree colpite dal terremoto c’è un sistema di faglie complesso in movimento. E’ qui che avvengono una serie di fratture provocare da continui processi di deformazione dovuti alla spinta tettonica della placca africana che preme da Sud verso Nord e si scontra con parte della placca euroasiatica. La Pianura Padana è situata proprio sul punto in cui avviene questa compressione». Queste scosse quindi interessano più faglie? «Sì. Le scosse coinvolgono più faglie ravvicinate che potrebbero innescarsi a vicenda scatenando altri terremoti, anche molto intensi». E’ una sorta di «contagio» tra faglie? «Più o meno è questo il concetto. Le faglie potrebbero innescare altre che da secoli stanno accumulando energia che poi liberano tramite scosse di terremoto». Quanto può ancora durare questo sciame sismico? «Non possiamo fare previsioni di questo tipo. Le scosse possono durare da qualche settimana ma anche fino a qualche anno. Tutto dipende da come si ridistribuisce lo sforzo sulla crosta terrestre».