MAURIZIO MOLINARI, La Stampa 29/5/2012, 29 maggio 2012
La Primavera del Quebec “Indipendenza e meno tasse” - Duemilacinquecento arresti, atenei sotto assedio, il premier che teme di essere cacciato, il Gran Premio di Montreal a rischio e il ritorno di fiamma delle tensioni fra francofoni e anglofoni: a scuotere il Quebec è la «Maple Spring», la primavera di proteste che prende nome dalla foglia d’acero simbolo del Canada portando alla ribalta una nuova generazione di leader
La Primavera del Quebec “Indipendenza e meno tasse” - Duemilacinquecento arresti, atenei sotto assedio, il premier che teme di essere cacciato, il Gran Premio di Montreal a rischio e il ritorno di fiamma delle tensioni fra francofoni e anglofoni: a scuotere il Quebec è la «Maple Spring», la primavera di proteste che prende nome dalla foglia d’acero simbolo del Canada portando alla ribalta una nuova generazione di leader. La miccia che ha innescato i primi sit-it è stata la decisione adottata in febbraio dal governo del premier del Quebec, Jean Charest, di aumentare del 75% le rette universitarie, con la motivazione che «al momento sono le più basse del Canada». Il piano di aumenti, nell’arco di sette anni, prevede di far crescere il costo medio per ogni studente dagli attuali 2.168 dollari canadesi a 3.946 (da 1681 a 3061 euro). La reazione degli studenti, a Quebec City come a Montreal, è stata di dar vita a una miriade di proteste spontanee che hanno portato ad emergere come leader indiscusso Gabriel Nadeau-Dubois, 21enne capo dell’associazione «Classe» che riunisce oltre 80 mila giovani. Sono loro ad aver coniato l’espressione «Maple Spring», accusando il premier Charest di «tradire non solo i giovani ma tutti i cittadini del Quebec» per via del fatto che gli aumenti delle rette si aggiungono alle «imposte molto alte che chiunque paga in questa provincia». La scelta di presentare la rivolta anti-rette come una difesa dei diritti del contribuente nella regione francofona del Canada canadesi (97.000 euro). La reazione è ha trasformato Nadeau-Dubois, e i arrivata puntuale con le proteste di collaboratori che lo affiancano, in una massa della scorsa settimana. Decisorta di Robin Hood locali, arrivando ne di migliaia di studenti in corteo a preannunciare una «sfida nelle urne hanno invaso Quebec City e Montreal premier» quando nel 2013 vi saran- al, diventando protagonisti di duri no le nuove elezioni. scontri con la polizia che hanno por- Il braccio di ferro era già rovente tato ad almeno 700 arresti, facendo ma a innescare i disordini più gravi è impennare a 2.500 il numero dei ferstata la decisione adottata a metà me- mati da quando la «Primavera del se dal governo di varare con procedu- Quebec» ha avuto inizio. ra d’urgenza la Legge 78 per limitare Convinto di trovarsi di fronte ad il diritto di manifestare degli studenti. una violazione dei diritti civili, il triuLe nuove norme obbligano i dimo- mvirato di giovani leader che guida le stranti a notificare le manifestazioni manifestazioni - Nadeau-Dubois è afalla polizia con almeno 8 ore di antici- fiancato dai coetanei Martine Desjarpo, specificando percorso, orario e dins e Leo Bureau-Blouin, presidente durata dei cortei, oltre a impedire di della Federazione degli studenti uniarrivare a meno di 50 metri da cam- versitari - si è presentato venerdì dapus ed edifici universitari, pena multe vanti al portone della Corte Superiofino ad un massimo di 125 mila dollari re del Quebec con due istanze legali per sospendere l’applicazione della Legge 78 invocando «il rispetto della legge». La battaglia legale è appena incominciata ma gli studenti sentono di avere il vento a favore ed è proprio Bureau-Blouin che recapita un messaggio di sfida al premier attraverso una raffica di interviste radio e tv: «Noi siamo pronti al compromesso e se anche il governo lo sarà potremmo raggiungere in fretta un’intesa prima delle imminenti scadenze». Il punto è che tali «scadenze» sono il Gran Premio di Formula Uno di Montreal, in programma domenica 10 giugno, e il seguente Jazz Festival, che garantiscono al Quebec entrate per oltre 200 milioni di dollari canadesi (155 milioni di euro) ma, svolgendosi entrambi nel centro della città, potrebbero essere tenuti in ostaggio dalle proteste. I maggiori giornali canadesi parlano apertamente di «ricatto» con il «Globe and Mail» di Toronto che in un editoriale chiede al premier del Quebec di «non cedere alle intimidazioni» degli studenti, che sono considerati nelle province anglofone dei «viziati» per il fatto di risiedere in regioni dove gli aiuti pubblici alle famiglie sono i più alti dell’intera nazione. «Il problema è che il Quebec si sente più vicino alla Francia che parte integrante del Canada - tuona l’editorialista Margare Went dal “Globe and Mail” - e persegue il sistema sociale dell’assistenzialismo totale che ha bloccato la crescita economica della la Francia». Sono motivazioni e termini che spingono i militanti francofoni, ancora proiettati verso il miraggio della separazione da Ottawa a confluire nei ranghi della protesta. La conseguenza, spiega Christian Borque popolare sondaggista in Quebec, «è che la Legge 78 ha trasformato la protesta studentesca in una nuova puntata del conflitto fra anglofoni e francofoni» perché le inchieste svolte dimostrano che «“se sei vecchio, anglofone, ricco e vivi a Quebec City sei a favore delle norme anti-manifestazioni mentre se sei giovane, francofone, di Montreal ed anche un reddito medio-basso sei contrario».