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 2012  maggio 29 Martedì calendario

“Papa vittima della Curia Oltretevere aria di golpe” - Con gli occhi di chi ha conosciuto da vicino tutti i poteri e i loro arcani, Rino Formica legge così la crisi in corso in Vaticano: «Il Papa ha finito per restare vittima dell’attuale tendenza della Curia, che oramai è diventata una cosa sola con l’eterno “partito romano”, quello che per decenni è prosperato in un intreccio di massoneria, clericalismo, affarismo

“Papa vittima della Curia Oltretevere aria di golpe” - Con gli occhi di chi ha conosciuto da vicino tutti i poteri e i loro arcani, Rino Formica legge così la crisi in corso in Vaticano: «Il Papa ha finito per restare vittima dell’attuale tendenza della Curia, che oramai è diventata una cosa sola con l’eterno “partito romano”, quello che per decenni è prosperato in un intreccio di massoneria, clericalismo, affarismo. Per tanto tempo questo potere trasversale e senza principii è stato fonte di ricchezza materiale per la Chiesa, ma ha aperto la strada alla sua contaminazione e ora alla sua gravissima crisi». Più volte ministro socialista negli anni Ottanta, una vita di contrapposizioni con i poteri forti, da quando ha lasciato la politica, Formica si addentra in territori concettuali sconosciuti ai suoi ex colleghi. Lei, per 20 anni, si è misurato con una Chiesa ancora forte: questa è una crisi seria? «Sì, è la crisi molto grave di un potere chiuso, incapace di autoriformarsi. Nella Costituzione vaticana il potere del Papa è assoluto e dunque se si scoprisse che la cospirazione fosse rivolta contro di lui, si tratterebbe di un golpe. Dalle carte, per ora, risulta qualcosa di altrettanto eversivo: il Segretario di Stato disattendeva le disposizioni del Papa e spesso lo teneva all’oscuro. Si formavano catene di comando alternative e alcuni cardinali si rivolgevano al Papa come ad un pari: se non fai questo o quello, ti assumi delle gravi responsabilità». Le questioni sulle quali si manifesta lo scontro appaiono molto concrete: Ior, potere sanitario, veline diffamatorie... «C’è una questione che sta portando questo sistema di potere verso la sua fine: la Curia romana è diventata qualcosa di diverso dalla Chiesa. L’attuale tendenza filo-conservatice è la strada quasi obbligata per tenere i rapporti con un soggetto corrotto e senza principii come il “partito romano”». Che cosa è stato e cosa è il «partito romano»? «Un partito della capitale c’è in tutti gli Stati, ma in Italia la capitale ospita due Stati. Tutto questo ha consentito lo svilupparsi di alcune prestazioni occulte: nessuna capitale ospita una banca offshore. Cosa era il riciclaggio? Non c’era uno sportello vaticano con la mafia, c’era una intermediazione romama potente, politica, istituzionale che aveva lo sportello nel Vaticano.» È ancora forte questo «partito»? «Lei mi deve spiegare una cosa: per quale ragione nell’ultimo ventennio tutte le forze politiche, dalla mattina alla sera, stanno nell’anticamera di Gianni Letta? Entrando in una festa, accompagnato proprio da Letta, il cardinale Bertone ha detto: lui non è l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, come si dice, ma il nostro ambasciatore presso lo Stato italiano!». Da laico che ha combatutto per decenni contro le ingerenze della Chiesa, pensa che questa crisi possa avere effetti provvidenziali sullo spirito civico? «I laici che hanno combattuto contro quelle ingerenze, in qualche modo potrebbero rimpiangerle. Un paradosso terribile...». Sarebbe a dire? «Nella frantumazione della nostra società, davanti alla disperazione dei singoli e ai drammi sociali la Chiesa era ancora capace di trasmettere nel territorio messaggi di ricomposizione, sia pure con la debolezza della sola parola. Ma ora, con lo Stato incapace di unire la società; davanti al pubblico ufficiale sequestratore dei beni che si presenta per conto delle... Cancellerie prussiane, anche il laico magari preferirebbe il parroco! Ma non lo trova più...». Se potesse dare un consiglio molto da lontano... «L’unico atto di autorevolezza e di presa di controllo riformatore dentro la crisi per il Papa sarebbe quello di pubblicare tutti i suoi atti. L’occulto consente alla fantasia, anche la meno spericolata, di immaginare tutto e il suo contrario».