VARIE 30/5/2012, 30 maggio 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. TERREMOTO, SECONDO GIORNO
REPUBBLICA.IT - BILANCIO
ROMA - Diciassette morti, 15mila sfollati, più di 350 feriti. Sono i numeri complessivi, forniti dalla Protezione civile, dopo il nuovo sisma che ha colpito l’Emilia e le tre scosse di grado superiore a 5 della scala Ritcher che si sono abbattute sul modenese martedì mattina. Anche l’ultima vittima accertata è un operaio, inizialmente dato per disperso, il cui corpo è stato estratto dalle macerie del capannone di Medolla (VIDEO) 1. Il tutto mentre la procura di Modena apre un’inchiesta sui crolli dei capannoni e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi parla di "polemiche artificiose".
Le scosse non si fermano 3. Ben 228 scosse si sono susseguite da ieri, dopo quella principale delle 9 di mattina. Alle 14 la terra ha tremato (grado 3.2) nei pressi di Mirandola, Medolla e San Possidonio. L’allerta, dunque, resta alto. Secondo il presidente del Ingv, Stefano Gresta, "non si può escludere che ci siano repliche di magnitudo uguale o superiore a 5 nelle prossime settimane. Servirà riprendere tutti i dati per individuare se la causa delle ultime
scosse è una seconda faglia o il movimento della prima".
Si muove il governo 4. "Ampia solidarietà nazionale per una risposta efficace" a testimonianza del "massimo impegno dello Stato" al fianco delle popolazioni terremotate dell’Emilia. E conferma della parata militare del 2 giugno, della celebrazione la sera al Quirinale e degli altri enti per la festa della Repubblica ma alla insegna di "particolare sobrietà". Sono le decisioni del presidente della repubblica Giorgio Napolitano, al termine di un’ora e mezzo di incontro al Colle sul terremoto con i presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini ed il premier Mario Monti.
Gli interventi. Per far fronte all’emergenza, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che prevede tra le altre cose la deroga al patto di stabilità per i Comuni colpiti, un fondo per la ricostruzione, incentivi alle imprese, contributi a fondo perduto e sospensione degli sfratti. Dall’aumento di 2 centesimi delle accise, valido fino al 31 dicembre, arriverebbero 500 milioni.
I nomi delle vittime. La Regione Emilia Romagna ha diffuso l’elenco con i nomi delle 17 vittime di ieri: Mauro Mantovani morto a Mirandola; Iva Contini, Daniela Salvioli ed Enzo Borghi a Cavezzo; Sergio Cobellini a Concordia; Gianni Bignardi, Kuman Pawan e Muhamed Arzak a San Felice; Paolo Siclari, Giordano Visconti, Biagio Santucci e Matteo Serra a Medolla; Li Hongli Zhou, Enea Grilli, Eddy Borghi e Vincenzo Iacono a Mirandola; Don Ivan Martini a Rovereto di Novi.
La Procura apre un’inchiesta. "Personalmente sono incline, ad escludere in gran parte malafede soprattutto da parte imprenditoriale". Il presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi, nega responsabilità degli imprenditori nei crolli di alcuni capannoni in Emilia, dopo le accuse sollevate da più parti sull’eccessiva fretta con cui le imprese avrebbero fatto riprendere il lavoro dopo la scossa del 20 maggio. "Questa polemica che sta montando - continua Squinzi - mi sembra molto artificiosa perche’ i capannoni, voi li avete visti anche dalle fotografie, erano l’assoluta normalita’. La zona non era classificata come particolarmente sismica. Non dimenticate che sono morti anche degli imprenditori, direttamente nel crollo". Dura la posizione della procura di Modena. Con il Procuratore capo Vito Zincani che ha annunciato l’apertura di un inchiesta 5relativa alle vittime dei crolli. "La politica industriale a livello nazionale sulla costruzione dei capannoni è una politica suicida" tuona Zincani.
La ProtezionE civile e gli aiuti. La fretta nell’invio di aiuti senza coordinamento rischia di essere controproducente. E’ l’avviso della Protezione civile: "L’invio nelle ore immediatamente successive a un’emergenza, l’invio spontaneo di beni di prima necessità, così come l’istintiva disponibilità ad offrire il proprio impegno, rischiano, se non inseriti all’interno di un’organizzazione di volontariato di Protezione civile già riconosciuta, che garantisca formazione, equipaggiamento e coordinamento delle attività, di ostacolare la macchina dei soccorsi e di assistenza".
Celebrazioni del 2 giugno. Il Capo dello Stato fa sentire forte la sua voce in merito alle tante morti, in primis quelle degli operai sotto i capannoni delle fabbriche: "Abbiamo il problema di cambiare i comportamenti" di tutti noi - è il suo duro monito - "anche come politiche pubbliche che dal lato della prevenzione sono state gravemente inadeguate". Napolitano, poi, torna sull’appello, cresciuto sul web, per la sospensione delle celebrazioni del 2 giugno e la relativa parata delle forze armate. "Le "celebrazioni del 2 giugno si faranno - ha ribadito Napolitano - . La Repubblica non può dimenticare di celebrare la sua nascita". Monti, invece, ha deciso di rimanere a Roma anche domani e non parteciperà alle due conferenze in programma a Bruxelles: "Nessuno lascerà solo nessuno", ha detto il premier. Anche Papa Benedetto XVI ha auspicato che "con l’aiuto di tutti e la solidarietà dell’intera nazione possa riprendere al più presto la vita normale in quelle terre così duramente provate".
(30 maggio 2012)
CORRIERE.IT
MILANO - «Credo si debba evitare l’aumento dell’Iva, però vedremo». Cosi il il ministro della Cooperazione e l’Integrazione Andrea Riccardi sul possibile rincaro della tassa che più pesa sulla vita economica, durante la visita del presidente del Consiglio Mario Monti alla Comunità di Sant’Egidio. L’ipotesi di un ritocco all’insù dell’ Iva potrebbe rendersi necessario dal momento che le risorse derivanti dalla spending review saranno destinate alle popolazioni colpite dal sisma in Emilia.
LA RICHIESTA DI PASSERA - Il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha chiesto intanto ai petrolieri di abbassare i margini sui carburanti per compensare l’aumento di due centesimi dell’ accise sulla benzina. «Siamo certi che, in questo momento di emergenza per tanti cittadini e imprese - ha detto - anche le aziende petrolifere, che rappresentano uno dei comparti industriali più importanti a livello nazionale, vorranno fare la loro parte». Lo scorso 13 aprile era stata confermata l’ipotesi dell’aumento di 5 centesimi al litro della benzina per fronteggiare le emergenze attraverso un nuovo finanziamento della Protezione civile. Contemporaneamente verranno impiegati anche i fondi ricavati dai risparmi resi disponibili dalla spending review.
AIUTI DALL’UE - Aiuti arriveranno anche da Bruxelles. Lo ha assicurato il presidente della Commissione José Manuel Barroso, parlando in italiano, al termine della riunione settimanale: l’Europa è «pronta ad aiutare concretamente l’Italia a far fronte ai danni del terremoto». Domenica in Emilia Romagna arriveranno il Commissario per la politica regionale Johannes Hahn e il vicepresidente della Commissione Antonio Tajani.
PATTO DI STABILITÀ - Per quanto riguarda i comuni colpiti dal sisma, il governo affida ai sindaci le funzioni di vice commissari. Lo stato d’emergenza è stato poi esteso anche alle Province di Reggio Emilia e Rovigo e in seguito sono stati disposti la deroga del Patto di stabilità, entro un limite che deve essere definito, per le spese per la ricostruzione e il rinvio dei versamenti fiscali e contributivi a settembre (proroga del pagamento delle rate del mutuo e la sospensione degli adempimenti processuali e dei termini per i versamenti tributari e previdenziali, degli sfratti). Verranno concessi «contributi a fondo perduto per la ricostruzione e riparazione delle abitazioni danneggiate dal sisma, per la ricostruzione e la messa in funzione dei servizi pubblici (in particolare le scuole), per gli indennizzi alle imprese e per gli interventi su beni artistici e culturali», riporta una nota di Palazzo Chigi.
RIPRESA DELL’ATTIVITÀ ECONOMICA - Il decreto legge prevede inoltre «l’individuazione di misure per la ripresa dell’attività economica. In particolare sono previsti un credito agevolato sul fondo di rotazione della Cassa depositi e prestiti e sul fondo di garanzia Mediocredito Centrale. Nel decreto sono comprese anche «la delocalizzazione facilitata delle imprese produttive nei territori colpiti dal terremoto».
GLI SFOLLATI - Per quanto riguarda gli sfollati, il Consiglio ha annunciato che saranno installati altri 1.250 posti di letto per accogliere i cittadini nelle strutture già installate, e che se sarà necessario, si farà ricorso agli alberghi della zona. Un nuovo Centro di coordinamento dei soccorsi è stato poi attivato a Bologna.
IL LUTTO NAZIONALE - È stato poi ufficializzata la scelta di indire una giornata di lutto nazionale per lunedì 4 giugno. Gli edifici pubblici di tutto il Paese esporranno bandiere a mezz’asta e nelle scuole verrà osservato un minuto di raccoglimento. Il Consiglio dei ministri auspica, poi, che vi siano iniziative autonome da parte delle associazioni di categoria del commercio per la chiusura degli esercizi durante le esequie degli scomparsi e la modifica dei programmi televisivi nella giornata delle esequie.
ERRANI: «GLI ITALIANI CAPIRANNO» - Il governatore dell’Emilia Romagna, Vasco Errani (da mercoledì commissario straordinario per la ricostruzione), ritiene un fatto positivo l’intervento tempestivo del governo. L’aumento di 2 centesimi delle accise sulla benzina «sta dentro uno sforzo che il Paese doveva fare. Gli italiani capiranno».
ANSA SULL’AUMENTO DELLA BENZINA
ROMA - A copertura degli interventi previsti a seguito del sisma in Emilia è stato deciso l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti per autotrasporto così come l’utilizzo di fondi resi disponibili dalla spending review. L’aumento delle accise sui carburanti, benzina e gasolio, deciso dal consiglio dei ministri, dovrebbe scattare immediatamente, dalla mezzanotte di oggi. Lo si apprende da fonti qualificate.
CODACONS, DA AUMENTO ACCISE +29 EURO L’ANNO - Pur essendo necessario fornire un aiuto concreto ai cittadini colpiti dal terremoto, la decisione del Consiglio dei Ministri di aumentare le accise sulla benzina per 2 centesimi è "inopportuna". Lo afferma il Codacons in una nota, sottolineando che l’aggravio determinerà "una maggiore spesa, solo per i costi diretti di rifornimento, pari a 29 euro annui ad automobilista, facendo incassare allo Stato una cifra complessiva attorno ad 1 miliardo di euro all’anno". "Il rischio poi - prosegue il Codacons - è che l’aumento delle accise possa avere ripercussioni sui prezzi al dettaglio, con un effetto domino in tutti i settori legati ai carburanti. Lo Stato deve aiutare i cittadini colpiti dal sisma, ma in un momento di crisi come quello attuale, in cui i prezzi dei carburanti sono alle stelle, un aumento delle accise appare quanto mai inopportuno, controproducente e dannoso per gli italiani e per l’economia nazionale".
CONSUMATORI, AUMENTO ACCISE DANNO PER ECONOMIA - "E’ doveroso stanziare tutte le risorse necessarie per la ricostruzione e la ripresa in Emilia, ma non a costo di dare il colpo di grazia all’intera economia nazionale". Lo affermano Adusbef e Federconsumatori, commentando in una nota la decisione del governo di aumentare di 2 centesimi le accise sulla benzina. Il rialzo dei prezzi, che, secondo le associazioni, "già costa agli automobilisti ben 516 euro annui in più rispetto al 2011, agisce da potente moltiplicatore anche su tutti i prezzi di beni e servizi, a partire dai generi alimentari e dai beni di largo consumo che sono trasportati per oltre l’80% su gomma. Questo non potrà che avere effetti disastrosi sull’intera economia nazionale, già segnata da una profonda contrazione dei consumi". Per affrontare l’emergenza del terremoto in Emilia, i consumatori suggeriscono quindi "interventi più equi e strutturali", a partire da un allentamento del patto di stabilità e una maggiore tassazione sui grandi patrimoni.
PASSERA A PETROLIERI, GIU’MARGINE PER COMPENSARE ACCISA - Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha chiesto all’Unione Petrolifera di valutare l’opportunità di ridurre il prezzo industriale dei carburanti (al netto delle imposte) per contribuire a farsi carico dell’aumento dell’accisa deciso dal Governo per finanziare l’emergenza terremoto in Emilia-Romagna.
DI PIETRO, AUMENTO BENZINA SOLITA SCELTA SPICCIA - Aumentare di due centesimi al litro le accise sulla benzina per aiutare le popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto "é la solita scelta spiccia di chi non si assume la responsabilità di andare ad incidere sugli sprechi, la solita tassazione a pioggia". Lo afferma il leader dell’Idv Antonio Di Pietro a commento del provvedimento del Consiglio dei ministri. "Noi non condividiamo la tassazione a pioggia" spiega Di Pietro nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio - anche perché "la benzina la pagano tutti, anche i poveri disperati". E poi "sappiamo che ogni volta che si decide un aumento della benzina per le emergenze, questo non è mai un provvedimento temporaneo ma diventa eterno".
BERSANI, AUMENTO BENZINA? SERVE SOLIDARIETA’ - "Il governo deciderà dove intervenire ma davanti a queste disgrazie deve scattare un minimo di solidarietà nazionale altrimenti smarriamo il concetto di solidarietà civile". Così Pier Luigi Bersani risponde ai giornalisti sull’aumento delle accise della benzina per far fronte ai danni del sisma in Emilia.
CGIL, CISL E UIL, NON CI PIACE AUMENTO ACCISE - Cgil, Cisl e Uil sono contrarie all’aumento delle accise sulla benzina per destinare risorse alle Province colpite dal terremoto. Secondo i segretari generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni, e il segretario federale Uil, Domenico Proietti, sarebbe stato più utile cercare risorse nel recupero dell’evasione fiscale e nella riduzione degli sprechi.
CORRIERE.IT - LA TERRA CONTINUA A TREMARE
MILANO - In Emilia Romagna la terra continua a tremare. Sono state circa 50 scosse di terremoto registrate durante la notte nella zona colpita in dieci giorni da due violenti sismi di magnitudo 5.9 e 5.8, che hanno causato un totale di 23 morti, un disperso e circa 14.000 sfollati. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), delle scosse registrate dalla mezzanotte alle 5:15 di oggi la più forte è stata alle 3:54, con magnitudo 3.4 ed epicentro in prossimità dei comuni modenesi di Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro e di quello mantovano di San Giovanni del Dosso.
SCOSSA IN MATTINATA - E una nuova scossa è stata avvertita in mattinata dalla popolazione nelle province di Modena e Mantova. I comuni prossimi all’epicentro sono Novi di Modena e Concordia, in provincia di Modena, e Moglia, in provincia di Mantova. Secondo i rilievi registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento sismico è stato registrato alle 8 con magnitudo 3.8. Sono in corso le verifiche da parte della Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile.
I SOCCORSI - Nonostante le continue scosse non si ferma la macchina dei soccorsi. I vigili del fuoco hanno recuperato il cadavere dell’operaio della azienda di Medolla, la Haematronic, che finora era dato per disperso. Le vittime nella fabbrica sono dunque ufficialmente quattro. Il bilancio delle vittime sale dunque a 17.
NOTTE IN TENDA - Per gli sfollati è stata una lunga notte di ansia e paura. Migliaia le persone rimaste senza un tetto nel modenese, ma anche in provincia di Bologna e nel ferrarese, dove sono attendati gli sfollati del terremoto del 20 maggio. La popolazione dei Comuni di Mirandola, Medolla, Cavezzo, ma anche di Crevalcore e San Felice hanno trascorso la notte nei campi allestiti dalla protezione civile, ma c’è anche chi ha dormito in macchina e chi ha montato una tenda privata non lontano dalla propria casa dichiarata inagibile o crollata. Anche a Modena città c’è chi non ha voluto passare la notte in casa, sebbene non ci fossero controindicazioni. Il sindaco Giorgio Pighi ha deciso di tenere i parchi cittadini aperti e molti ne hanno approfittato, montando tende al parco Ferrari o sistemandosi in auto e camper. A Bologna come a Modena oggi le scuole e l’universitá rimarranno chiuse, per consentire le verifiche tecniche sulla stabilità degli edifici.
Redazione Online
CORRIERE.IT - INCHIESTA SUI CAPANNONI
MILANO - Non si può morire sul posto di lavoro, perché la struttura in cui si opera non è antisismica. Eppure è proprio ciò che è successo in Emilia. Per questa ragione la procura di Modena ha aperto un’inchiesta sul crollo dei capannoni che hanno provocato numerose vittime. «Abbiamo il problema di cambiare i comportamenti anche come politiche pubbliche che dal lato della prevenzione sono state gravemente inadeguate» ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita a Pordenone, parlando del sisma in Emilia.
IL PROCURATORE - Intanto, come detto, il procuratore capo di Modena Vito Zincani ha annunciato l’apertura di un inchiesta relativa alle vittime dei crolli avvenuti in provincia di Modena a causa del sisma. Il procuratore sui crolli dei capannoni ha detto che la «politica industriale a livello nazionale sulla costruzione di questi fabbricati è una politica suicida».
LE ACCISE SULLA BENZINA
MILANO - Due centesimi di euro al litro possono non sembrare una gran cifra, ma l’accisa relativa al terremoto che ha colpito martedì l’Emilia Romagna tra il 20 e il 29 maggio va ad aggiungersi a una lunga serie di imposte sulla fabbricazione e vendita del carburante che datano indietro anche di trent’anni. O Settanta.
QUANT’È IL PESO SUL DISTRIBUTORE - La tassa per la ricostruzione del modenese e del ferrarese si somma, infatti, a quelle di altri sismi e catastrofi. Già a febbraio, prima quindi della recente emergenza, il Senato si era trovato a discutere numerose mozioni riguardanti proprio le accise dei carburanti nelle zone di confine. Una delle mozioni chiedeva al governo di porre in atto agevolazioni per i residenti nelle zone di confine, che preferivano andare all’estero a rifornirsi piuttosto che pagare imposte e Iva (perché un’accisa è anche soggetta a Iva) fino al 65-67 per cento del valore del carburante. Ed elencava nel dettagli i balzelli che affliggono le pompe.
GUERRE COLONIALI E ALLUVIONI - Le tasse sul carburante sono, denunciava la mozione 558, pari a due terzi del totale, e buona parte di esse sono legate a eventi straordinari del passato divenuti poi introiti ordinari: la guerra di Abissinia in epoca coloniale (1935) e le missioni delle truppe italiane in Bosnia e in Libano (1996) tra i finanziamenti straordinari dell’esercito, e la crisi del canale di Suez del 1956 tra gli eventi strettamente legati al mondo petrolifero. Ma anche eventi drammatici della storia italiana: il disastro del Vajont (1963); l’alluvione di Firenze (1966); gli aiuti legati ai terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980). Con l’eccezione poco consolatoria delle missioni all’estero, si tratta di eventi di oltre trent’anni fa, con un picco ai 77 anni della guerra d’Africa, ben più anziana della Repubblica. Queste accise hanno un peso diretto di circa 25 centesimi al litro, e vanno sommate al decreto Salva Italia dello scorso anno (9,9 centesimi) e a imposte regionali come quelle legittimamente inserite, per esempio, da Liguria e Toscana per coprire i costi delle alluvioni di novembre 2011. Più specificamente, lo scorso anno le tasse sul carburante sono aumentate quattro volte: con il fondo per lo spettacolo (0,92 centesimi in due aumenti successivi), con la guerra in Libia (4 centesimi), con la già citata alluvione di Genova e delle Cinque Terre (0,89 centesimi) e appunto con il Salva Italia.
Maria Strada
CORRIERE.IT - LE SCOSSE A GRAPPOLO
Il terremoto scuote di nuovo e per tre volte in un giorno con un livello superiore al quinto grado della scala Richter il cuore della Pianura padana. Erano trascorsi solo nove giorni dal primo sisma (5,9). È normale o c’è qualcosa di anomalo? «Occorre aggiornare la mappa del rischio sismico», sostiene il ministro dell’ambiente Corrado Clini. «Probabilmente è vero», aggiunge Stefano Gresta, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
«Ma in particolare - aggiunge - è necessario aggiornare il modo di leggere le mappe. Non basta considerare un valore di bassa pericolosità per una zona. Ciò che bisogna fare per comprendere meglio il problema è combinare assieme due carte oggi impiegate. Una esprime la probabilità dove si può manifestare un sisma in base ai dati statistici del passato, dalla quale emergono i valori di pericolo considerati dagli ingegneri per costruire; la seconda carta registra i picchi di massima intensità. Dalla loro unione potranno emergere indicazioni utili e più ricche rispetto a oggi».
Ma nella valutazione dei pericoli a cui sono esposte le aree della Penisola in alcuni casi c’è la limitatezza dei dati che rende difficile le indagini. «Nella Pianura padana ripetutamente colpita dal sisma - prosegue il presidente dell’Ingv - mancano informazioni adeguate sulla deformazione del suolo. Per stabilire con certezza se la sequenza dei picchi di una certa intensità, emersa negli ultimi mesi con una certa frequenza, esprima un fenomeno anomalo oppure se rientri in un naturale processo sarebbero necessari dati più precisi. Nella regione soltanto dal Duemila si sta puntualmente rilevando la situazione con continuità e ora abbiamo anche intensificato gli strumenti; ma l’arco di tempo disponibile agli studiosi è ancora troppo ristretto per suggerire indicazioni utili. Occorrono molti più anni per costruire delle statistiche appropriate».
Oggi la valutazione espressa dai geofisici dell’Ingv tende a vedere l’evento di ieri come espressione della norma. «Nessuna sorpresa - nota Warner Marzocchi -. Che si potesse verificare un altro terremoto intorno a sei gradi di magnitudo era stato detto sin dal primo giorno. Rientrava nelle probabilità possibili». «E non si può escludere che altri se ne possano manifestare nei prossimi giorni o settimane - aggiunge Antonio Piersanti -. Sono terremoti a grappolo, come li chiamiamo. Il primo evento genera delle perturbazioni nel sottosuolo da cui nascono altri movimenti tellurici la cui periodicità non è né prevedibile né sempre uguale». Quello che accade nelle profondità non è, purtroppo, facilmente comprensibile e non è detto che le nuove scosse siano sempre inferiori alla prima. «Ci possono essere delle repliche anche più forti - precisa Alessandro Amato - e potrei farle un lungo elenco. Ad esempio nel terremoto del Friuli nel 1976 dopo la prima scossa di maggio ne è seguita un’altra in settembre; nel 1984 in Val Comino nel Parco Nazionale d’Abruzzo i due sismi del 7 e dell’11 maggio erano connessi, di nuovo nel 1997 in Umbria e Marche abbiamo il terremoto di Colfiorito, come è rimasto noto, con la basilica di Assisi gravemente colpita.
La causa che li scatena è sempre la stessa, cioè la compressione esercitata verso nord dalla placca africana sulla placca euroasiatica. Questa genera un’area ad alto rischio nel Sud, Sicilia in particolare, e il pericolo sale poi lungo tutta la Penisola come i movimenti degli Appennini ci ricordano spesso per il loro scontro con le Alpi. La placca africana, frammentata, si insinua anche nella zona dell’Adriatico aumentando il pericolo nel Settentrione orientale. Il terremoto del Friuli ad essa era infatti legato.
La Pianura padana, dunque, è il lembo più settentrionale della placca africana e di conseguenza non può essere immune da questi fenomeni anche se statisticamente meno intensi. La zona interessata dal terremoto del 20 maggio è arrivata a sollevarsi di ben 15 centimetri come hanno scoperto i satelliti CosmoSkymed dell’Agenzia spaziale italiana Asi. La pianura inoltre, essendo stata formata da sedimenti marini, amplifica gli effetti di un sisma. Resta aperta, a questo punto, la domanda posta del presidente dell’Ingv Stefano Gresta: c’è qualcosa di anomalo nei fatti dell’ultimo anno?
Giovanni Caprara
CORRIERE.IT - FRANCO FORESTA MARTIN
MILANO - Stretta in una morsa fra la grande placca euroasiatica e quella africana, si è delineata una placca minore che i geofisici hanno battezzato «blocco siculo-ibleo». Essa comprende gran parte della Sicilia e dei mari circostanti, fa parte della placca africana, ma ha una sua dinamica peculiare, ed è responsabile dei grandi terremoti cui va soggetta la Sicilia. La descrizione di questa unità geodinamica è merito di un numeroso gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e delle università di Catania e Napoli, il cui lavoro sta per essere pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Geophysical Research (Gps velocity and strain fields in Sicily and southern Calabria, Italy: updated geodetic constraints on tectonic block interaction in the central Mediterranean).
MICRO-PLACCA - Il geofisico Mimmo Palano, della sezione di Catania dell’Ingv, primo firmatario del lavoro, ci ha raccontato il lungo studio che ha portato a definire i confini e i movimenti della micro-placca siculo-iblea. «Da diversi anni sono installate sul territorio numerose stazioni Gps, che permettono di ricostruire i lenti movimenti della crosta terrestre dovuti alla dinamica delle placche», premette Palano. «Grazie ai dati raccolti negli ultimi 18 anni dalle reti Gps della Sicilia, delle isole circostanti e della Calabria, e all’analisi dei terremoti verificatisi nella medesima area, abbiamo potuto meglio comprendere i cosiddetti domini deformativi e i blocchi che caratterizzano questa cruciale zona di convergenza fra la placca africana e quella euroasiatica».
UNITÀ MINORI - Quando sui media si legge della convergenza fra la placca africana e quella euroasiatica, precisando che la prima avanza e s’immerge sotto la seconda, sembra che i due grandi blocchi interagiscano in maniera compatta. Invece, nella zona di collisione, si sono create una serie di unità minori, animate da una dinamica più articolata rispetto alla semplificazione della convergenza africana da sud. Lo studio di Palano e collaboratori si è focalizzato nel teatro siciliano dello scontro geologico fra le due grandi placche, in un’area cruciale per la geologia del Mediterraneo centrale.
CONFINI - «Sotto il profilo strettamente geografico, i confini del blocco siculo-ibleo si possono così definire», prosegue Palano. «A nord c’è una linea che corre nel mar Tirreno, più o meno parallelamente alla costa settentrionale siciliana, passando sotto Ustica e intercettando le isole Eolie. Al di sopra di questa linea c’è un altro dominio geodinamico, il blocco tirrenico, che fa parte della placca europea. A est il confine del blocco siculo-ibleo va dalle Eolie, passando per il messinese e per la costa ionica siciliana, giù fino al Canale di Sicilia, all’altezza dell’isola di Malta. Lungo questo confine orientale il blocco siculo-ibleo fronteggia un altro dominio geodinamico, chiamato il blocco calabro-ionico, appartenente alla placca africana. A sud, il confine del blocco siculo-ibleo attraversa il Canale di Sicilia, parallelamente alla costa meridionale siciliana, più o meno dall’isola di Malta fino al largo delle isole Egadi. Semplificando, il blocco siculo-ibleo ha la forma di un grande cuneo, con l’apice rivolto a ovest, che ricalca la forma triangolare della Sicilia, includendo tuttavia una consistente fetta dei mari circostanti».
SPOSTAMENTI - Dal punto di vista dinamico, i movimenti del blocco siculo-ibleo variano da zona a zona e sono studiati grazie ai vettori di spostamento annuale forniti dalle stazioni Gps. Considerando questi spostamenti rispetto alla placca euroasiatica, si vede che in Sicilia occidentale la crosta terrestre si sposta verso nord-nord-ovest di circa mezzo centimetro l’anno; tra Palermo e Cefalù lo spostamento è verso nord di circa un centimetro l’anno. Ma a Ustica, alla distanza di appena 60 km dirimpetto a Palermo, il movimento verso nord quasi si annulla, riducendosi ad appena un millimetro. Nella zona Eolie-Peloritani-Messina, la crosta si muove verso nord-nord-est al ritmo di un centimetro l’anno. Infine, tra l’Etna e i monti Iblei, e poi più giù fino a Malta, si registrano spostamenti di circa un centimetro l’anno in direzione nord-nord-ovest.
TENSIONI - Tutti questi movimenti, così differenziati nei tassi annuali e negli orientamenti, sono all’origine di quelle strutture tettoniche che si esprimono in corrugamenti, faglie (o fratture) della crosta terrestre, oltre che in accumuli di tensioni generatrici di terremoti. Lungo il confine usticese del blocco siculo-ibleo c’è un prevalente regime compressivo, con la formazione di faglie responsabili di frequenti terremoti che, in genere, hanno magnitudo moderata. Sul versante messinese e ionico il quadro peggiora nettamente. Qui gli studiosi avevano da tempo individuato una grande faglia denominata Eolie-Tindari-Letojanni ritenuta come la linea di «strappo» del blocco calabro-ionico, al di sotto del quale si consuma la subduzione (sprofondamento) della placca africana sotto a quella euroasiatica.
DINAMICA - Ora Palano e collaboratori avanzano l’ipotesi che questa faglia non si fermi a Letojanni (sulla costa ionica) ma prosegua in mare, raccordandosi a un altro sistema di fratture sottomarine noto come la scarpata ibleo-maltese. All’interazione fra i due blocchi siculo-ibleo e calabro-ionico si possono attribuire sia la genesi dei vulcani eoliani che i grandi terremoti storici della Sicilia orientale, come quelli della val di Noto del 1693 e di Messina del 1908. «Mettendo tutto insieme», riassumono Palano e Luigi Ferranti, «il blocco siculo-ibleo appare intrappolato nella dinamica di collisione tra la placca africana e quella euroasiatica e soggetto a un movimento complessivo laterale verso nord-pvest, con il risultato che lungo tutti e tre i sui confini si originano zone esposte al rischio sismico. Ma non c’è dubbio che i terremoti più forti di tutta l’area siciliana avvengano lungo il bordo orientale dell’area Iblea.
TERREMOTI E TSUNAMI - Ricordiamo che il terremoto del 1693, e prima ancora un altro avvenuto nel 1169, sono considerati tra i più violenti e distruttivi della storia sismica italiana. In particolare le due scosse del 9 e 11 gennaio 1693 furono talmente violente da devastare l’intera Sicilia sud-orientale, radendo al suolo molti centri abitati. A posteriori si è valutato che la magnitudo massima raggiunse i 7,5 gradi Richter. I danni si estesero sino a Palermo, alla Calabria meridionale e a Malta e la scossa maggiore fu fortemente avvertita anche in Tunisia. Fonti storiche e ricerche recenti sul campo, condotte dal team del professor Carmelo Monaco (Università degli studi di Catania), evidenziano come entrambi gli eventi siano stati accompagnati da un imponente tsunami che flagellò le aree costiere di tutta la Sicilia sud-orientale. Da non dimenticare che, in tempi più recenti, nella stessa parte della Sicilia, esattamente a Carlentini, il 13 dicembre 1990 si è abbattuto un terremoto di magnitudo 5,6 che ha provocato 17 morti e oltre 15 mila senza tetto. Un monito per gli amministratori locali che non devono mai perdere di vista l’applicazione rigorosa delle norme antisismiche, unica difesa preventiva dagli effetti devastanti dei terremoti.
Franco Foresta Martin
CORRIERE.IT ELOGIO DI FORLANI
MILANO – Mai il più grigio tra i politici italiani avrebbe immaginato che un giorno sarebbe stato citato ad esempio dalla fetta più colorata dell’opinione pubblica, quella che affolla la Rete. Proprio su Internet si è levato forte il grido: «Annulliamo la parata del 2 giugno in segno di solidarietà con la gente dell’Emilia colpita dal terremoto». E sui Social Network l’ex leader democristiano, il «coniglio mannaro», viene citato addirittura ad esempio. Su Twitter l’Hashtag Forlani in poche ore è diventato uno dei più cliccati e partecipati. E di riflesso si sprecano i commenti contro la decisione del governo Monti di confermare la parata militare ai Fori Imperiali nonostante la tragedia che ha messo in ginocchio la gente dell’Emilia Romagna.
TRIONFO POSTUMO - Per Forlani è una sorta di trionfo (politicamente) postumo: dopo essere stato sbeffeggiato nelle piazze ora viene riabilitato su quelle virtuali. Il Web ha infatti recuperato, facendolo rimbalzare su blog e siti internet, il testo del comunicato col quale l’allora ministro della difesa Forlani annullò la parata del 2 giugno dopo il disastroso terremoto in Friuli. «La parata militare quest’anno, non si svolgerà –recita il testo- lo ha comunicato il ministro della difesa Arnaldo Forlani, con una nota ufficiale. La decisione è stata presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far sì che i militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali». Se lo ha fatto un politico come Forlani perché non può farlo un tecnico come Monti? E soprattutto: perché non lo fa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? Questo il punto di approdo di tutti i commenti che girano in queste ore. Già, perché non possono farlo?
FESTA SOBRIA - Napolitano ha tenuto a precisare che quella di quest’anno sarà una festa sobria ma non sarà annullata perché la Repubblica «va comunque celebrata». Concetto ribadito dal ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri: «I valori della nazione vanno salvaguardati e ricordati. Ovviamente con sobrietà». Ma una parte del mondo politico concorda con i commenti che circolano in Rete. Fa poi un certo effetto leggere che simpatizzanti della Lega o dell’Idv dell’ex pm Antonio Di Pietro finiscano per citare ad esempio il grigio e plurinquisito Arnaldo Forlani. E dunque perchè non si può annullare del tutto la parata del 2 giugno? La replica che arrivava da ambienti vicini al governo e dai partiti di maggioranza suona più o meno così: «La polemica sulla parata è strumentale visto che i fondi per la parata (circa 2,5 milioni di euro) sono già stati spesi». Dunque non si risparmierebbe nulla. Spiegazione razionale e magari convincente. Ma forse la Rete chiede che, una volta tanto, non tutto si riduca ad una questione numeri.
Alfio Sciacca
CORRIERE.IT - LA PROFEZIA DEI MAYA
MILANO - Non siamo ancora al Mel Gibson di «Ipotesi di complotto» che credeva di essere al centro di una congiura ordita dal governo. Ma ci siamo vicini. Il fatto stesso che ci possa essere stato un terremoto che abbia origini naturali in una zona d’Italia che non ne vedeva di forti da tempo, solo perché fino a qualche anno fa non era stata inserita tra quelle a rischio sismico, ad alcuni non va proprio giù. Così anche sul tragico sisma che ha colpito in due distinti momenti l’Emilia, c’è chi in rete si sbizzarrisce a prospettare scenari che di scientifico hanno proprio poco. Ma in compenso alimentano le ipotesi più fantasiose.
GRILLO - Il più moderato, in questa caccia alla causa nascosta del sisma, per una volta è Beppe Grillo che sul suo blog rilancia le tesi di Giampaolo Giuliani sulla possibile prevedibilità dei terremoti. Tesi che finora non hanno avuto riscontro nella comunità scientifica, ma che al di là del dibattito accademico fanno sorgere una domanda: se i terremoti sono prevedibili a chi giova non dare l’allarme? Che anche i sismi facciano parte della strategia della tensione?
FRACKING - Ma sul web c’è anche chi va oltre. E su YouTube annuncia: «Il terremoto in Emilia è stato provocato dalle prospezioni geologiche condotte nel sottosuolo dove vengono fatte brillare delle cariche alla ricerca di idrocarburi. Il governo di M. M. ha stipulato un accordo con multinazionali texane per queste prospezioni». Qui siamo al complotto delle multinazionali come negli anni ’70. Solo con una spruzzata di ecologismo. Sotto accusa la tecnica del fracking o fratturazione. La fratturazione consiste nell’immissione di un fluido in uno strato roccioso per creare un varco all’interno. Lo si utilizza per aumentare l’estrazione e il tasso di recupero del petrolio e del gas naturale contenuti nel giacimento. Nella pianura padana ci sono centinaia di milioni di barili di petrolio e non ce ne siamo mai accorti? E il petrolio come verrebbe trasportato a destinazione in maniera che nessuno se ne accorga? Con un oleodotto segreto? Nelle forme di parmigiano rottamate?
HAARP - Se fino ad adesso eravamo ancora rimasti al movente economico c’è però chi ipotizza scenari degni di Clive Cussler con un pizzico (per chi se lo ricorda) dell’indimenticabile Peter Kolosimo. E così c’è chi attribuisce il sisma ad Haarp l’impianto segretissimo (ma se è così segreto perché tutti lo conoscono?) che gli Stati Uniti avrebbero in Alaska e che sarebbe in grado di influenzare la Terra attraverso onde elettromagnetiche, scatenando terremoti a comando. Prove scientifiche? Inesistenti. Ma soprattutto: perché colpire l’Emilia? Perché è una nota terra di comunisti?
INFLUENZE CELESTI - C’è, infine chi per spiegare il sisma lascia decisamente la terra per avventurarsi nel più alto dei cieli. Così nell’ordine, c’è chi dà la colpa agli allineamenti planetari, alla Superluna e infine, ai Maya. Che se non spiegavano la fine del mondo almeno, secondo i credenti, l’avevano prevista.
Marco Letizia