Interventi&Repliche, Corriere della Sera 29/05/2012, 29 maggio 2012
FINOCCHIARO: QUELLE FOTO CON LA SCORTA
Non sarei tornata sulla vicenda del presunto scandalo «Finocchiaro-Ikea» se il Corriere non avesse domenica, ancora, dedicato alla faccenda un pezzo in prima pagina a firma di Aldo Grasso. Trovo certo interessanti le osservazioni di Aldo Grasso sulla espressività di una istantanea e sulle sue conseguenze. Ma non voglio entrare nel merito della riflessione sulla vita delle fotografie. Voglio solo precisare, tornando alle immagini che mi ritraggono insieme ai due poliziotti assegnati alla mia tutela e ad un’ altra persona, che spingeva un carrello e che non appartiene alle forze dell’ ordine né è dipendente dello Stato o del Senato, che quelle fotografie, effettuate con tutta evidenza con una macchina fotografica professionale, sono molte e compongono un servizio fotografico completo pubblicato dal settimanale Chi, evidentemente non frutto di scatti rapiti o casuali. Osservo che la persona a cui è assegnato un servizio di tutela non può «liberarsene» quando le aggrada. Se così facesse, verrebbe meno ai protocolli del ministero dell’ Interno destinati a chi viene sottoposto a tutela. E quando nel 2006 diventai presidente del gruppo parlamentare del Pd chiesi che la tutela non mi venisse assegnata, così da liberare forze da destinare a compiti di istituto. Così avvenne. Nel 2008 in occasione della mia candidatura alla presidenza della Regione siciliana e della conseguente campagna elettorale, venne disposto un servizio di tutela nei miei confronti. Mesi addietro, con lettera di data certa, ho chiesto la revoca del servizio di tutela che a tutt’ oggi è stato mantenuto. Ho voluto ricostruire questi passaggi perché mi sembrava giusto spiegare. Per il resto mi chiedo cosa ci sia, in questa vicenda, di ostentato da parte mia. Cerco di condurre una vita privata normale. Per il resto lavoro.
Sen. Anna Finocchiaro, Pd