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 2012  maggio 29 Martedì calendario

STATUA-PROVOCAZIONE A ROMA: BERLUSCONI IN UNA TECA DI FRONTE A PALAZZO CHIGI —

STATUA-PROVOCAZIONE A ROMA: BERLUSCONI IN UNA TECA DI FRONTE A PALAZZO CHIGI — Marcello Veneziani non ha dubbi: «È neorealismo allo stato puro». E chissà se si riferisce anche alle pantofole a forma di Mickey Mouse che calzano i piedi di questa statua in resina e silicone. È adagiata in una teca trasparente. Non c’è nessun esegesi da fare: Silvio Berlusconi lo si può riconoscere in tutto il suo sorriso smagliante e sognante.
E anche il titolo scelto per questa statua non ha bisogno di spiegazioni: «Il sogno degli italiani», il riassunto di una vita.
«Possiamo dire che per una volta Silvio Berlusconi è uscito dalla fiction ed è entrato nella realtà», chiosa Veneziani commentando questa singolare opera d’arte che da ieri è esposta al secondo piano di Palazzo Ferrajoli, proprio in faccia a Palazzo Chigi.
È verso quel palazzo del governo, che fu un tempo il suo regno, che il Silvio Berlusconi fatto in resina e con i capelli di stoffa rivolge il suo sguardo sognante. Nessuna coincidenza, ovviamente.
«Una grande stravaganza sicuramente», rilancia ridendo Giuliano Urbani, incuriosito. Poi aggiunge: «Certo se i due artisti volevano far parlare di sé hanno trovato il modo giusto».
A essere precisi i due autori dell’opera, Antonio Garullo e Mario Ottocento, sono anni che fanno parlare delle loro gesta. Sono loro la prima coppia gay italiana che nel 2002 si è sposata (in Olanda). E sempre loro quelli che, a colpi di ricorsi in tutti i tribunali, sono riusciti a strappare alla Cassazione una sentenza storica sulle famiglie omosessuali.
«Meno male che l’opera l’hanno voluta intitolare il sogno degli italiani e non invece l’incubo», mette le mani avanti Giuliano Urbani, sempre ridendo, sempre incuriosito da questa statua vestita con un serioso doppio petto blu e una camicia celeste d’ordinanza, ma con i pantaloni vistosamente slacciati.
Marcello Veneziani è sicuro, anche in questo caso: «Pure i pantaloni slacciati fanno parte del realismo. Mi sembra che questi autori abbiano fatto una fotografia, senza alcuna interpretazione della realtà. L’arte di solito fa esattamente il contrario, ma in questo caso ci troviamo davanti a un’opera che ricorda l’arte neorealista dei Paesi socialisti».
Le scarpe di Mickey Mouse smitizzano il socialismo reale. «Ma noi la testa gliel’abbiamo voluta reclinare verso sinistra», sorridono i due artisti. E spiegano: «Un contrappasso per la sua avversione verso la politica progressista, da lui sempre indicata come comunista tout court».
Alessandra Arachi