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 2012  maggio 30 Mercoledì calendario

IL PATTO SCELLERATO TRA I SINDACATI E PONZELLINI


Cannalire chiama la segretaria dell’allora ministro Paolo Romani...: "Mi dice il capo, Ponzellini, finchè c’abbiamo una banca si può invitare stasera Paolo a cena".

A lui la mano libera per finanziare gli amici. Ai sindacati «nomine, assunzioni benefits e politiche salariali privilegiate». È questo il patto scellerato tra le sigle sindacali della Popolare di Milano e l´ex presidente Massimo Ponzellini che ha permesso di creare all´interno della banca una struttura parallela per gestire il credito. Ponzellini spingeva e aggiustava «le pratiche del presidente» in genere dubbie e piene di problematiche secondo il suo tornaconto personale, mentre i sindacati raggruppati nell´associazione "Amici della Popolare di Milano" godevano di alcune garanzie per stipendi e carriere. A lui la mano libera per finanziare gli amici. Ai sindacati «nomine, assunzioni benefits e politiche salariali privilegiate». È questo il patto scellerato tra le sigle sindacali della Popolare di Milano e l´ex presidente Massimo Ponzellini che ha permesso di creare all´interno della banca una struttura parallela per gestire il credito. Ponzellini spingeva e aggiustava «le pratiche del presidente» in genere dubbie e piene di problematiche secondo il suo tornaconto personale, mentre i sindacati raggruppati nell´associazione "Amici della Popolare di Milano" godevano di alcune garanzie per stipendi e carriere.
«L´anello di congiunzione di queste due politiche - scrive il giudice per le indagini preliminari Cristina di Censo nell´ordinanza d´arresto - è rappresentato dal direttore generale Enzo Chiesa, la cui figura è espressione dei soci dipendenti». A muovere le leve del credito sono Ponzellini e il suo braccio destro Antonio Cannalire, legato alla banca da un contratto di consulenza, «con la collaborazione di Enzo Chiesa e di volta in volta, con la condivisione o la tolleranza degli altri dirigenti».
La validità dello schema è confermata dal fatto che sarebbe dovuto sopravvivere anche all´uscita di scena di Ponzellini con l´avvento del nuovo presidente, Andrea Bonomi. È lo stesso Cannalire in una telefonata con Paolo Berlusconi, fratello dell´ex premier e tra i "privilegiati" del credito facile della Bpm, a rassicurarlo. «A lui (Berlusconi ndr) Cannalire promette di presentare Bonomi, spiegando che rappresenterà la continuità con Massimo. Se Bankitalia non fa ulteriore pazzie Bonomi dovrebbe continuare la continuità di Chiesa». Dello stesso tenore, tra ricatti e sottintesi sono le telefonate tra Cannalire e i sindacalisti Sergio Girgenti (Fibacisl), Daniele Ginese (Fabi) e Gallo (Cisl).
Libero e al di sopra della lotta di potere tra le sigle sindacali della banca, Ponzellini ha potuto gestire con tranquillità le sue pratiche. La più importante era relativa ai giochi d´azzardo, con la società Atlantis/BPlus, beneficiaria di un finanziamento da 150 milioni di euro. La banca avrebbe prestato soldi alla Atlantis pur sapendo che, risalendo la catena di controllo, la società faceva capo attraverso una società offshore delle Antille Olandesi a Francesco Corallo, figlio di Gaetano, condannato per reati di criminalità organizzata, e legato al clan di Nitto SantaPaola.
I ricavi della Atlantis, attiva nei giochi d´azzardo e vincitrice di una gara d´appalto con l´Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams), sarebbero inoltre finiti al di fuori dei confini nazionali. Nel settore giochi opera direttamente anche Cannalire, come socio nella Jackpot Game di Marco Dell´Utri, figlio del senatore Marcello, e di altre società tutte con rapporti di credito con la Bpm «caratterizzati da vistose irregolarità». A una di queste, la M2Holding, la Atlantis/BPlus avrebbe versato due bonifici da 500mila euro.
Secondo la ricostruzione dei pm Mauro Clerici e Roberto Pellicano, anche Ponzellini avrebbe ottenuto dei corrispettivi da Corallo, attraverso una società, la Pegasus Bridge. Gli inquirenti hanno scoperto una rimessa da 900mila euro e un contratto con la Atlantis sequestrato allo stesso Ponzellini in cui si parla di pagamenti per altri 3,5 milioni di sterline inglesi in tre anni (a 100mila al mese).
Al mondo del gioco appartengono anche altre società vicine al duo Cannalire - Ponzellini, la Sisal e la Almaviva dell´Imprenditore Alberto Tripi. Tutte erano interessate oltre ai finanziamenti di Bpm anche all´attività di un amico di Cannalire e Ponzellini, l´onorevole Marco Milanese, il parlamentare del Pdl ex braccio destro di Giulio Tremonti.
A Milanese, da tempo ritenuto il referente delle società attive nel settore giochi, sarebbe toccato il compito di far recepire nel cosiddetto decreto Abruzzo del 2009, la normativa relativa alle slot machine di ultima generazione, sulle quali le società erano pronte a investire. Del resto, Tremonti era in cerca di nuove entrate fiscali per far fronte all´emergenza sismica. E il gioco d´azzardo era una buona fonte. La Sisal avrebbe promesso versamenti per 860 mila euro e Almaviva altri 240mila euro.
Il giro di amici di Ponzellini, tuttavia è più ampio e abbraccia un ampio fronte politico e imprenditoriale (da Gavio a Ligresti, alle Generali). Cannalire chiama la segretaria dell´allora ministro Paolo Romani dicendo: «Mi dice il mio capo, Ponzellini, finché c´abbiamo una banca si può invitare stasera Paolo a cena».
In particolare Romani si sarebbe interessato a un finanziamento per Ilaria Sbressa e il suo canale televisivo. Anche Paolo Berlusconi si sarebbe rivolto a Cannalire. La richiesta, però, aveva creato delle perplessità nel capo divisione crediti, il quale, ricorda il gip nell´ordinanza, faceva presente che il cliente «chiede una cosa che fatta così sta un po´ sull´impossibile, nel senso che chiede l´anticipo su utili che ci saranno forse in società».
Ma gli affidamenti arrivano. L´ex ministro Ignazio La Russa avrebbe contattato Ponzellini per spingere una pratica: «quel giorno - scrive ancora il gip - tale Giordano della Quintogest chiamava direttamente Cannalire riferendo di avere spiegato a La Russa che la sua pratica non era di facile trattazione e che questi aveva replicato "allora chiamo io Massimo, vedrai che e´ facile"».
Pure Daniela Santanchè (Pdl) è in confidenza con Cannalire: chiede soldi per Visibilia, una società «non finanziabile». Spunta anche un prestito a Giovanni Acampora, avvocato condannato dalla corte d´appello di Milano per corruzione nella vicenda Imi-Sir. Per lui intercedono il senatore Alfredo Messina e l´onorevole Aldo Brancher.