29 maggio 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. IL TERREMOTO IN EMILIA
CORRIERE.IT
MILANO - Sono quindici le vittime accertate delle nuove scosse di terremoto in Emilia. Dieci i dispersi e circa 200 i feriti. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Il sottosegretario alla presidenza Antonio Catricalà, ha annunciato per il 4 giugno una giornata di lutto nazionale. «Quello di oggi è un altro sisma. Bisogna ricominciare da capo», ha spiegato Franco Gabrielli, numero uno del Dipartimento nazionale di Protezione civile.
SCOSSE - La terra ha tremato per tutta la mattinata. E per l’Ingv sono prevedibili molte altre repliche nelle prossime ore. Cinque forti scosse sono state avvertite con epicentro tra Carpi, Medolla e Mirandola nel modenese. La prima alle 9 circa, replicata in maniera più leggera alle 10.24 e alle 11.50. Un’altra alle 12.56 è stata di magnitudo 5,8, con epicentro spostato a Nord-Ovest. Poi alle 16.39 l’ultima scossa 3,9 più profonda delle altre nel modenese, a 20.6 km sotto terra. Le previsioni parlano inoltre di almeno 8.000 sfollati, che si aggiungono alle migliaia di sfollati della prima ondata di scosse, per un totale di 14 mila. Le 15 vittime confermate al momento sarebbero tre a Mirandola, tre a San Felice sul Panaro, sei a Medolla, due a Concordia e uno a Novi.
STRAGE DI LAVORATORI - Il terremoto ha mietuto vittime soprattutto nelle fabbriche lesionate nel primo sisma del 20 maggio scorso, dove si era ripreso a lavorare dopo verifiche e rilievi di staticità. Nella ditta Meta di San Felice sul Panaro sono morti in tre, due lavoratori immigrati e un ingegnere, che stava ultimando i rilievi tecnici. Altri tre lavoratori sono morti per il crollo della ditta Bbg di Mirandola (Modena) che aveva ripreso l’attività lunedì, dopo lo stop imposto per le verifiche di agibilità in seguito al sisma del 20. A Medolla si continua a scavare tra le macerie, nel capannone della Haemotronics, dove, a seguito del crollo di stamane, risultano dispersi tre operai, mentre è già stato estratto il cadavere di un altro lavoratore. A Cavezzo, nel crollo del mobilificio Malavasi, è morta una donna. Mentre la diocesi di Modena conferma la morte del parroco di Rovereto sulla Secchia, frazione del comune di Novi di Mantova. Don Ivan Martini, 65 anni, è stato schiacciato da una trave mentre stava verificando i danni delle scosse della mattinata nella chiesa di Santa Caterina.
I DANNI - In vari comuni della Bassa si registrano crolli. A Schivenoglia è crollata la chiesa già danneggiata dalla scossa del 20 maggio e tutta la piazza del paese è stata transennata. Anche a Quistello e Moglia, nel Mantovano, si registrano danni alle chiese. A Sermide crolli alla torre civica. Un cavalcavia sulla A22 tra Moglia e Gonzaga risulta chiuso al traffico per le verifiche sul ponte. Crolli si registrano un po’ ovunque nelle campagne, con le case rurali che hanno subito gravi danni. A Mantova è crollata la cupola del campanile della basilica Palatina di Santa Barbara, a Palazzo Ducale. Mercoledì, per precauzione, le scuole saranno chiuse a Ostiglia, Sermide e Felonica mentre si sta valutando la possibilità di chiuderle anche a Mantova.
NUOVI CROLLI- Si registrano altri crolli nella Rocca estense di Finale Emilia, provincia di Modena, uno dei comuni epicentro del terremoto di questa mattina. La Rocca era già stata danneggiata dal terremoto del 20 maggio, le cui scosse avevano sbriciolato la torre dei modenesi, uno dei simboli della cittadina. Intanto nei comuni del modenese più colpiti dal sisma si sta procedendo all’evacuazione di alcune strutture pubbliche come scuole e ospedali. Problemi sulla rete telefonica cellulare, le celle su Bologna e Modena completamente in tilt.
ANNULLATA AMICHEVOLE ITALA-LUSSEMBURGO- A seguito delle continue scosse è stata annullata l’amichevole di calcio Italia-Lussemburgo che si sarebbe dovuta giocare in serata a Parma. Lo ha deciso la Federcalcio d’intesa con il Comune e la Prefettura di Parma. Mentre in Rete si chiede l’annullamento della parata del 2 giugno.
POLEMICHE - Ripartono le polemiche che investono le autorità per aver dato l’ok a rientrare in scuole e abitazioni. La segretaria della Cgil, Susanna Camusso, accusa la mancanza di messa in sicurezza. Le nuove vittime del sisma che ha colpito l’Emilia sono lavoratori e «questo mi fa pensare che non si è provveduto alla messa in sicurezza degli stabilimenti prima di far tornare le persone al lavoro». Il sisma è stato avvertito con nettezza in tutto il nord Italia, dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia. Anche a Milano e nell’hinterland evacuati decine di uffici, con molte chiamate al 118. La magnitudo della prima scossa (la più forte) è stata del 5,8 scala Richter secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La profondità a 10 chilometri secondo i dati preliminari.
PAURA A CAVEZZO - Sono pesantissimi, secondo le prime notizie, le conseguenze del sisma a Cavezzo, comune in provincia di Modena a pochi chilometri da Medolla. Secondo Twitter «tre quarti del paese è crollato» e crolli ci sono stati anche nella zona industriale. Segnalazioni analoghe arrivano da tutto l’hinterland modenese, in particolare da Mirandola. Anche a Cento, nel ferrarese, il sisma ha danneggiato il teatro.
IL CORDOGLIO DEL COLLE - «L’Emilia Romagna e l’Italia supereranno questo momento difficile». A dirlo, dopo la nuova scossa del 29 maggio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Sono certo che supereremo questo momento, un pensiero di solidarietà a quelli coinvolti nei loro affetti, nei loro beni e nelle loro possibilità di lavoro», ha detto arrivando a Udine. Alla dichiarazione del presidente della Repubblica ha immediatamente fatto seguito una conferenza del presidente del Consiglio Mario Monti: «Lo Stato farà tutto il possibile nei tempi più brevi. I cittadini abbiano fiducia, l’impegno dello Stato è garantito», ha detto in diretta tv Mario Monti che dopo il vertice italo-polacco ha aggiunto: «Domani mattina il Consiglio dei ministri delibererà i provvedimenti necessari».
Redazione Online
CORRIERE.IT - BOLOGNA
BOLOGNA - Sono quindici, finora, secondo i dati della protezione civile riferiti dal numero uno Franco Gabrielli, le vittime del nuovo terremoto - così lo definiscono gli esperti - che ha fatto tremare l’Emilia alle 9, con magnitudo 5,8. E altre forti scosse, superiori a 5, hanno colpito le stesse zone alle 13. Alessandro Amato, sismologo, avverte: «Ci saranno altre repliche, dureranno parecchi giorni». A Bologna i telefoni mobili sono andati in tilt, il Comune scrive su Twitter: «Usate i cellulari solo per emergenze reali, la rete è sovraccarica». Per comunicare meglio usare internet: il wifi comunale è stato aperto a tutti. Gli sfollati, intanto, sono 8 mila: 2 mila solo a Crevalcore, nel Bolognese. E mercoledì anche in città le scuole e l’Ateneo resteranno chiuse «per precauzione».
VITTIME - Queste, finora, le vittime accertate nel Modenese: tre a San Felice nel crollo dell’azienda Meta, due a Mirandola e altre due a San Giacomo di Mirandola sotto le macerie della ditta Bbg, una a Concordia (un anziano colpito in strada dal crollo di un cornicione), uno a Finale e due a Cavezzo, di cui una sepolta dalle macerie del Mobilificio Malavasi. Morto anche il parroco di Rovereto di Novi. Finora, secondo i dati della Protezione civile, sarebbero almeno 200 i feriti. Un operaio è stato estratto vivo dalle macerie della ditta Bgd crollata a Mirandola. Ci sono dei dispersi, al momento 7, anche alla azienda biomedicale Haemotronics di Medolla. A rendere noto il triste conto è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà. Il cadavere di un operaio è già stato estratto dalle macerie.
LA SCOSSA DELLE 9 - L’epicentro, anche questa volta, è nel Modenese, vicino a Mirandola, Medolla e San Felice sul Panaro. Il sisma è stato avvertito dalla Lombardia al Trentino alla Toscana e perfino in Austria. Secondo gli esperti della sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) la scossa delle 9 «fa parte della sequenza in atto». La scossa è stata abbastanza superficiale, avvenuta ad una profondità compresa fra 5 e 10 chilometri.
SCIAME SISMICO - Intanto la terra continua a tremare. Dopo la scossa delle 9 lo sciame sismico prosegue con scosse che si ripetono: le prime con intensità tra 3 e 4 e le altre di magnitudo superiore a 4. Lo fa sapere l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Alle 12,55 un’altra scossa di magnitudo 5,3 piuttosto forte è stata avvertita in Emilia. Alle 13 un’altra di magnitudo 5,1. Il sismologo Amato spiega: «le repliche dureranno parecchi giorni. La zona più attiva è quella più occidentale tra Modena, Moglia e Mirandola, ma oggi si sta estendendo verso ovest». Altre scosse, anche se più lievi, sono state registrate anche nel comune di Sasso Marconi, a sud del capoluogo.
NUOVI CROLLI - Crolli di edifici e di capannoni sono segnalati a Mirandola, Medolla, San Felice sul Panaro e si teme una vittima. A Mirandola è crollata la facciata del Duomo e i vigili del fuoco stanno facendo un sopralluogo nella ditta di abbigliamento Gymnasium, alla ricerca di eventuali persone. Stessa situazione alla biomedicale Gambro a Medolla.
GABRIELLI - Dopo il sisma di questa mattina bisogna ricominciare da capo. A dirlo è Franco Gabrielli, numero uno della Protezione civile, all’uscita dal vertice di questo pomeriggio a Marzaglia, in provincia di Modena. Il terremoto di oggi, spiega Gabrielli, «non può essere considerato una scossa di assestamento, ma è un altro terremoto che ha rimesso in discussione tutte le strategie. Per noi le lancette si sono riazzerate». In queste stesse ore, continua Gabrielli, «stiamo cercando di capire le ragioni dei crolli per modulare i comportamenti e dare indicazioni alle popolazioni sulle cose che possono essere sicure».
«CROLLO EDIFICI NON È NORMALE» - «Sono convinto che supereremo presto questo momento, grande solidarietà alle popolazioni colpite» ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «Assicuro che lo Stato farà tutto quello che deve fare nei tempi più brevi» è stato il commento del premier Mario Monti. Più polemico il commento del ministro del Lavoro Elsa Fornero alla Camera: «È naturale che la terra tremi ma non è naturale che crollino edifici. In altri Paesi non succede». A Finale Emilia è arrivato il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri: «La gente deve sapere che siamo con loro. Il popolo emiliano è forte e fiero e vogliamo che ritorni alla normalità».
A BOLOGNA - Anche a Bologna città c’è tanta paura. Il sindaco Virginio Merola invita «tutti alla calma e a seguire le disposizioni dell’autorità, tutto è monitorato e sotto controllo». «Aiutateci a gestire un momento che è effettivamente molto, ma molto difficile» è stato il commento del presidente della Regione Vasco Errani. Le scosse della mattinata sono state avvertite in modo distinto: la terra ha tremato per parecchi secondi. Diversi negozi sono stati evacuati, così come le scuole, in via precauzionale. Anche i dipendenti del Comune sono scesi dagli uffici a Palazzo d’Accursio, sono in corso verifiche anche su Sala Borsa (al momento chiusa). Evacuazioni anche in Ateneo e negli uffici comunali di piazza Liber Paradisus. In moltissimi sono scesi in strada spaventati, qualcuno ancora in pigiama. Alcune studentesse delle Aldini Valeriani Sirani hanno denunciato il furto di borse, telefoni e altri effetti persionali durante le manovre di evacuazione. Anche alle 13 Palazzo d’Accursio e Ateneo evacuati. A Crevalcore scuole chiuse. Intanto comincia la conta dei danni in città e in provincia.
SCUOLE CHIUSE - Le scuole di ogni ordine e grado, a Bologna, «saranno chiuse domani (mercoledì, ndr) per precauzione e, per oggi, restano chiusi tutti gli uffici pubblici». Ad annunciarlo è il sindaco di Bologna Virginio Merola che ha emesso un’ordinanza in via precauzionale.
ATENEO CHIUSO - Tutte le attività dell’Alma Mater (didattiche, scientifiche e amministrative) sono sospese per la giornata di domani, mercoledì, per permettere la conclusione dei sopralluoghi in tutte le strutture bolognesi dell’Ateneo e anche in considerazione della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Invece nelle sedi della Romagna (Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini) tutte le attività proseguiranno regolarmente.
CELLULARI IN TILT - Qualche minuto dopo la scossa, i telefoni cellulari sono andati in tilt. Il portale internet Iperbole del Comune di Bologna invita ad aprire le wireless. Più tardi il Comune scrive su Twitter: «Usate i cellulari solo per emergenze reali, la rete è sovraccarica».
WIFI APERTO - Per le comunicazioni meglio usare internet: il sistema wifi del Comune, in via eccezionale, è aperto a tutti senza limiti. Chiunque può accedervi liberamente senza password, «così da migliorare le comunicazioni che risultano essere difficoltose», scrivono appunto da Palazzo d’Accursio.
SFOLLATI - Sono circa 6 mila i «nuovi» sfollati nella nuova giornata di scosse, che si aggiungono ai 7.500 dei giorni scorsi. A quantificare il numero delle persone rimaste senza tetto è il direttore della Protezione civile regionale Demetrio Egidi. Solo dal centro storico di Crevalcore, gli evacuati sono circa duemila.
Il Comune di Bologna ha messo a disposizione della Protezione civile regionale tre aree per la gestione dell’emergenza terremoto: Parco nord, area mercato della Scarpa (via Saliceto) ed eventualmente il parcheggio della Fiera. In più a disposizione circa 70 posti letto in appartamento. Intanto, vicino a Modena, 20 chilometri dall’epicentro del sisma ci si attrezza per affrontare l’emergenza, la gente è in fila da Decathlon per comprare le tende da campo.
TRASPORTI - Sospesa, subito dopo la scossa, la circolazione sulle linee Padova-Bologna, Verona-Bologna, Milano-Bologna, Verona, Mantova e Modena. Poi alcuni treni ripartono, ma le linee ad alta velocità viaggiano rallentate. Riaperte verso le 15 le linee, trasporti regolari ma i treni in partenza dalla stazione hanno fino a 180 minuti di ritardo. L’aeroporto fa sapere che i voli sono regolari. Autostrade fa sapere che non ci sono problemi sulla rete e che in giornata continueranno i controlli.
CORRIERE.IT - TOSCANA
È stata avvertita anche in Toscana la scossa di terremoto avvenuta intorno alle 9 con epicentro a Medolla e Mirandola, nel Modenese. La scossa è stata avvertita a Firenze e anche a Pisa dove per precauzione i dipendenti degli uffici comunali sono usciti dal palazzo del Comune. Poi alle 12.57 la seconda violenta scossa, anche questa distintamente avvertita in Toscana. La scossa è stata avvertita pure lungo la costa da Massa alla Versilia e nel sud della regione fino ad Arezzo.
EVACUATO IL PALAGIUSTIZIA - A Firenze, dopo la seconda scossa di terremoto, per precauzione è stato evacuato il nuovo Palazzo di giustizia che sorge nell’area di Novoli. Tutti fuori davanti all’edificio, giudici, magistrati, avvocati e cittadini che si trovavano in quel momento sia nelle aule di tribunale che negli uffici della procura. Già stamani, dopo la prima scossa, alcune persone presenti nel palazzo di giustizia per paura erano scese in strada.
SCUOLE EVACUATE A FIRENZE - In seguito alla scossa di terremoto, nel fiorentino sono state evacuate, per precauzione, alcune scuole. Lo rende noto la protezione civile di Firenze spiegando che sono stati fatti uscire gli alunni in tutte le scuole comunali di Fiesole, in alcuni istituti di Campi Bisenzio, nel Mugello e a Firenze. Sempre nel capoluogo sono scesi in strada anche alcuni dipendenti della Provincia. In molte scuole fiorentine è scoppiato il panico, sono state interrotte le lezioni e sono stati predisposti i piani di evacuazione. In viale Matteotti il liceo Pascoli, in giardino è sceso lo scientifico Gramsci. Le altre scuole superiori erano in allerta ma sono rimaste in classe. Evacuata la scuola media Pieraccini di viale Spartaco Lavagnini. Come prevede il protocollo, gli alunni della Pieraccini insieme ai professori si sono incamminati verso il punto di raccolta in piazza Indipendenza. Lo stesso hanno fatto gli alunni e il personale delle altre scuole, verso i rispettivi punti di raccolta. In alcune vie, la gente è scesa in strada dalle proprie abitazioni e dagli uffici, in via precauzionale. Tantissime le telefonate arrivate al call center degli enti locali e anche al 118.
IN MUGELLO - In Mugello da un primo giro di controlli la protezione civile non ha rilevato alcun danno a cose e persone. Tanta paura e telefoni impazziti per le segnalazioni. Quasi tutta la popolazione è uscita da case, scuole e uffici. A Borgo San Lorenzo dondolavano i lampioni. L’ufficio di Publiacqua è rimasto chiuso fino alle 10.30, mentre all’Istituto superiore Chino Chini gli studenti sono rientrati in classe dopo mezzora dal sisma. «Ho sentito la panca della chiesa muoversi in maniera evidente ed ho visto dondolare le lampade presenti in chiesa», riferisce una pensionata dopo essere uscita dalla Pieve di San Lorenzo a Borgo San Lorenzo.
LE VERIFICHE NEGLI ISTITUTI - La direzione istruzione del Comune, competente in materia di edilizia scolastica per la scuole materne, elementari e medie, ha intanto inviato un messaggio sms ai presidi invitandoli a effettuare una prima ricognizione visiva indicando eventuali danni agli edifici. Nel corso della giornata, i tecnici del Comune effettueranno un sopralluogo in tutti gli istituti. Lo stesso faranno i tecnici della Provincia per gli istituti superiori.
VICESINDACO BLOCCATO IN TRENO - Il vicesindaco Dario Nardella era partito stamattina alle 8.27 dalla stazione di Venezia, dopo due giorni d’incontri e convegni in Veneto, ma il Freccia Argento su cui viaggiava si è fermato poco dopo mezzora al momento del terremoto. «Ora siamo bloccati da circa due ore e mezzo alla stazione di Terme Euganee - racconta Nardella - è tutto a posto, per noi niente di preoccupante. Sto cercando di spiegare ai turisti, in inglese, cosa sta accadendo. Adesso dovrò trovare un modo per tornare a Firenze». Annullate le due conferenze stampa.
A PISA CHIUSA LA FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA - Il palazzo della Sapienza, sede della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pisa, è stato chiuso con un’ordinanza firmata dal sindaco in seguito al rapporto del comando provinciale dei vigili del fuoco che hanno rilevato, dopo le verifiche effettuate in seguito alle scosse di terremoto di dieci giorni fa, «un carico non sopportabile delle sedi sottostanti al primo piano». L’antico edificio ospita anche la biblioteca universitaria, facente parte del sistema bibliotecario nazionale che fa capo al ministero dei Beni culturali, con oltre 600 mila volumi ed è proprio quella l’ala dell’immobile maggiormente in sofferenza. Dopo l’ordinanza di chiusura del palazzo della Sapienza, l’Università di Pisa ha «disposto la cessazione immediata di tutte le attività all’interno del palazzo e la sua chiusura al pubblico, iniziando a programmare un piano per lo sgombero dell’intero edificio in tempi rapidi». Lo comunica il rettore dell’Ateneo, Massimo Augello. «L’ordinanza del sindaco - prosegue Augello - giunge al termine dell’iter di verifica della vulnerabilità sismica del’edificio, richiesta dall’Università, dopo le scosse di terremoto di questi giorni. A seguito dello sciame sismico che sta interessando il centro-nord dell’Italia, provocando un aggravamento dei problemi esistenti sulla struttura della Sapienza, l’ateneo ha infatti richiesto una verifica sulla sicurezza da parte dei vigili del fuoco, i quali hanno riscontrato diverse e gravi criticità, legate soprattutto all’eccessivo carico costituito dai libri della biblioteca universitaria ospitati ai piani superiori, che nel tempo o in caso di sisma potrebbero compromettere la stabilità dell’intera struttura, oltre a mettere a rischio l’incolumità delle tante persone che ogni giorno la frequentano». Infine, Augello sottolinea che l’amministrazione universitaria «è già al lavoro per limitare i disagi che inevitabilmente si creeranno nelle prossime settimane e per ridurre i tempi che saranno necessari per riaprire l’edificio». Intanto, a Pisa nelle scuole e in tutti gli edifici pubblici sono state adottate le procedure di sicurezza che consistono nell’uscita all’esterno di studenti e insegnanti per consentire di effettuare in sicurezza le verifiche di staticità degli edifici. Solo in pochi casi, tuttora in corso di verifica, si sarebbero evidenziate lievi lesioni. Chiuso invece l’ufficio carte identità elettroniche al piano terra del palazzo comunale dopo una verifica dei vigili del fuoco.
SCUOLE CHIUSE A MASSA E IN VERSILIA - Il sindaco di Massa Roberto Pucci ha firmato un’ordinanza che prevede, in via cautelare, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per due giorni, allo scopo di svolgere sopralluoghi da parte delle autorità competenti all’interno degli edifici scolastici. La decisione è stata presa a seguito della scossa di terremoto, avvertita anche in tutta la provincia di Massa Carrara. In questi due giorni i tecnici del Comune e della Provincia verificheranno le condizioni di agibilità delle strutture scolastiche. Anche se non si sono registrati danni in città, sono state a centinaia le telefonate ai vigili del fuoco, di cittadini spaventati dall’evento sismico e in preda al panico. Anche in Versilia i sindaci hanno emesso ordinanze per la chiusura delle scuole per due giorni, oggi e domani. Interessati i comuni di Camaiore, Stazzema, Massarosa e Forte dei Marmi.
SCOSSA FORTE NEL NORD DELLA TOSCANA - La prima scossa è stata avvertita in modo forte nel nord della Toscana ed è stata sentita fino ad Arezzo e Siena. In particolare, oltre a Pisa e Firenze, Arezzo e Siena, la scossa è stata avvertita nelle province di Massa Carrara, Lucca, Prato e Livorno. Tanta paura ma nessun danno anche se nel Comune di Massa la caduta di qualche calcinaccio ha provocato la chiusura precauzionale di una scuola per le verifiche sismiche del caso.
RIDOTTA L’ALTA VELOCITA’ - Riduzione di velocità per i treni dell’Alta Velocità in transito tra Firenze e Bologna: lo comunica Trenitalia. I disagi maggiori si potrebbero però verificare per le ripercussioni del traffico ferroviario proveniente dal nord, in particolare a Prato dove i treni, causa blocco della stazione di Bologna, non passano più. Le Ferrovie dello Stato fanno saper che alcune linee sono state sospese per accertamenti. In particolare non si viaggia tra Bologna-Padova, Bologna-Verona, Bologna-Piacenza, Verona-Modena. Mentre si viaggia ma, a velocità ridotta, tra Bologna e Prato e tra Bologna e Rimini. Traffico ferroviario regolare in Toscana su tutte le linee regionali ad eccezione della tratta Firenze-Bologna, dove il traffico e’ rallentato. Critica, invece, la situazione del traffico ferroviario nelle regioni del nord Italia. Ritardi anche nei treni di lunga percorrenza diretti a Roma.
CORRIERE.IT - VENETO
TERREMOTO
Forti scosse in Veneto
Crolli e feriti, tutti in strada
La prima alle nove (5,8), la seconda alle 13 (5,3) avvertite in tutta la regione. Scuole evacuate. Statua cade a Venezia, cede un affresco nella basilica del Santo. In Emilia muore operaio polesano di 37 anni
VENEZIA - Nuove, forti scosse di terremoto (magnitudo 5,8 e 5,3) avvertite in tutta le regione. La prima alle nove del mattino con epicentro nel Modenese, la seconda all’ora di pranzo poco prima delle 13. La gente, appena arrivata sui luoghi di lavoro, è subito scesa in strada a Padova, Venezia, Treviso, Vicenza e nelle altre città del Veneto. Gli uffici della Regione in centro storico a Venezia si sono svuotati nell’arco di un paio di minuti. Sempre nel capoluogo veneziano è crollata una statua nella zona dei Tolentini che ha sfiorato un passante. Nella stessa area di Papadopoli sarebbero altre le statue pericolanti. Paura anche nelle scuole con i bambini che sono stati portati in giardino per timore di nuove scosse. Un operaio è stato colpito da un pezzo di cornicione mentre stava allestendo le impalcature per la messa in sicurezza della chiesa di Salara (Rovigo), già lesionata dalla scossa di terremoto di nove giorni fa. L’uomo è stato trasportato all’ospedale per accertamenti, ma non sembra in pericolo di vita. E’ morto invece un altro operaio polesano, in Emilia a Mirandola.
A Padova Nessun danno alla Cappella degli Scrovegni che custodisce gli affreschi di Giotto, in seguito al terremoto di stamane. Lo precisa il sindaco, Flavio Zanonato, sulla base dei primi riscontri effettuati dai tecnici. Danni lievi, per caduta di frammenti di intonaco, sono segnalati però in diversi monumenti del capoluogo euganeo: dalla Basilica del Santo, dove è crollato un paio di metri quadrati di intonaco da una «vela» vicina alla Cappella delle Reliquie, alla Basilica di Santa Giustina, dove un piccolo frammento ha colpito al capo un fedele, rimasto leggermente ferito. Qualche crollo di calcinacci nella Cattedrale del Duomo, mentre il vicino Battistero romanico, con gli affreschi di Giusto de’ Menabuoi - uno dei capolavori medievali di Padova - non presenta alcun danno. A scopo precauzionale è stata chiusa invece al pubblico l’antica chiesa di Santa Lucia, del decimo secolo, dove è stato notato l’allargamento di una fessurazione preesistente. Non desta invece preoccupazione Palazzo Della Ragione, dove la nuova scossa non ha causato danni, se non la caduta di qualche piccola pietra dall’adiacente Volto della Corda. Scuole evacuate per precauzione subito dopo la scossa. Soprattutto nelle elementari bambini e maestre sono usciti nei cortili delle scuole, dopo essersi riparati sotto i banchi, come avevano imparato nelle esercitazioni anti-terremoto, reiterate nei giorni scorsi dopo la prima scossa del 20 maggio. Poco dopo davanti agli istituti si è assistito a scene di corse frenetiche dei genitori che voleva assicurarsi delle condizioni dei figli. Dopo gli iniziali momenti di paura, gli studenti sono in gran parte rientrati subito nelle aule.
Nel rodigino La notizia più brutta non arriva dal Polesine ma dall’Emilia. Dove ha perso la vita Paolo Siclari, operaio 37enne di Castelmassa che lascia moglie e due figli. Nella zona di Ficarolo (Rovigo) sono stati registrati dei crolli con danni rilevanti ad alcuni edifici già lesionati dal terremoto di domenica scorsa. Resta in piedi il campanile di Ficarolo, lesionato il 20 maggio, uno dei più alti del Veneto. Secondo la Protezione civile del Veneto, non ci sono segnalazioni di persone ferite o coinvolte dal sisma. Per precauzione le scuole e gli uffici pubblici del rodigino, così come nel padovano, sono stati fatti evacuare su decisione diretta dei responsabili. Per la Protezione civile, nel resto del Veneto non si sono avute segnalazioni di danni particolari o significativi. Forti ritardi invece sulle linee ferroviarie, in particolare sulla tratta Padova-Rovigo, dove sono in corso verifiche tecniche alla funzionalità delle linee.
Il Veronese. Centralini dei Vigili del Fuoco in tilt ma non risultano particolari crolli né feriti in città. Più colpita la Bassa, soprattutto il comune di Gazzo Veronese. Cede il camino della quattrocentesca villa Parolin Poggiani. Numerosi i comuni che hanno emanato l’ordinanza di chiusura anticipata delle scuole, da Nogara a Legnago passando per Sorgà e, appunto, Gazzo Veronese.
Vicenza. Momenti di panico anche a Vicenza. Moltissime persone, che si trovavano a casa e negli uffici, si sono riversate in strada per la paura di crolli. Buona parte delle scuole, in particolare quelle del centro storico, sono state fatte evacuare e i bambini raccolti nei cortili interni degli istituti o nelle strade. Il sindaco: «Andate a prendere i bambini». L’amministrazione di Vicenza, su disposizione dell’assessore alla protezione civile Pierangelo Cangini, ha allertato tecnici comunali che si sono attivati per il controllo «a vista» di tutte le scuole comunali, dai nidi alle scuole medie. Transennata per ulteriori crolli la chiesa di Santo Stefano.
Treviso La gente è scesa in strada anche a Treviso dai piani alti dei palazzi in cui si sono maggiormente avvertite le scosse del terremoto. Oltre 300 le telefonate giunte ai vigili del fuoco della provincia, ma nessun intervento o sopralluogo per verificare lo stato degli edifici. Nella Marca non sono segnalati, al momento, danni a persone o cose. Molte le telefonate giunte al 115 da parte di presidi di scuole, tra cui quelle di Tezze, Castelfranco Veneto, Treviso e Fontanelle. Per precauzione sono state evacuato alcuni istituti della città e di alcuni comuni, come a Preganziol, Roncade e Valdobbiadene. Solo grande spavento tra gli insegnanti e studenti, che poi sono rientrati in aula.
CORRIERE.IT - GLI OPERAI
MILANO - Il terremoto è tornato. Portando a compimento il lavoro cominciato lo scorso 20 maggio. I capannoni di almeno tre fabbriche, che erano stati soltanto danneggiati, sono venuti fragorosamente giù martedì mattina. Uccidendo chi era tornato al lavoro. I titolari di due stabilimenti e gli operai, ad alcuni dei quali era stato chiesto di rientrare in fabbrica nonostante la comprensibile paura per le scosse precedenti. Del resto tutte le fabbriche coinvolte avevano ricevuto l’agibilità. È successo a Mirandola, in provincia di Modena, tre persone sono morte per il crollo della Bbg di San Giacomo Roncole, nel modenese e una quarta è morta sotto le macerie dell’Aries Biomedicale; a Medolla, sempre nel Modenese, vicino all’epicentro di questo nuovo sisma, c’è una vittima accertata e tre dispersi sotto i resti dell’Haemotronic; mentre alla Meta di San Felice al Panaro, Reggio Emilia, è morto l’ingegnere chiamato a fare rilievi sui danni subiti, e due lavoratori stranieri: Mohamad Azaar, marocchino, e Kumar Pawan, indiano del Pujab, 31 anni, padre di due bambini, di due anni e 8 mesi.
LA FOLLA A SAN FELICE AL PANARO - A San Felice sul Panaro, nel piazzale antistante la Meta, si sono radunati molti extracomunitari delle comunità magrebine e indiane. Un gruppo ha improvvisato una preghiera musulmana dedicata ai tre lavoratori scomparsi. «Non volevano tornare a lavorare - hanno raccontato alle agenzie di stampa alcuni amici - perché non si sentivano sicuri, ma sono stati chiamati dal datore di lavoro». Un amico di Kumar Pawan ha raccontato: «Lavorava qua da 5 anni, il suo padrone aveva detto che era tutto a posto e gli ha chiesto di tornare a lavorare ma era un capannone molto vecchio e pericoloso. Dopo il primo terremoto un altro parente gli aveva proposto di andare per un po’ in India con lui, ma Kumar ha preferito restare qui». Altre conferme arrivano dalla comunità indiana di San Felice: «Kumar era stato chiamato dal proprietario perché la ditta doveva andare avanti. E lui - ha detto Singh Jetrindra, rappresentante della comunità Punjab di San Felice - è dovuto andare a lavorare perché non poteva perdere il posto». Lo stabilimento della Meta aveva riaperto proprio ieri e l’attività stava riprendendo gradualmente dopo le verifiche sull’agibilità, che avevano dato esito positivo.
A MIRANDOLA - Sotto le macerie della fabbrica Bbg di Mirandola, che produce componentistica meccanica per il settore biomedicale, sono rimasti uccisi uno dei tre titolari, Enea Grilli, e i due operai Eddi Borghi e Vincenzo Grilli, di 39 anni. Nel crollo dell’Aries Biomedicale è invece morto il titolare, Mario Mantovani, farmacista di 64 anni.
LE POLEMICHE - Secondo Antonio Mattioli, responsabile delle politiche industriali della Cgil Emilia Romagna, sarebbero addirittura 20 i lavoratori dispersi sotto le macerie tra Medolla, Cavezzo e San Felice sul Panaro. «Un bilancio provvisorio e ancora da accertare compiutamente», specifica il sindacalista. Oltre che all’Aries, la Meta e l’Haemotronic, crolli si sono registrati negli stabilimenti delle società Gambro e Arnes a Mirandola, Menu a Medolla, Vam a Cavezzo, e al caseificio razionale novese (tra i maggiori dell’Emilia Romagna). Quasi l’80% dei capannoni di Mirandola, dove è attivo uno dei principali distretti biomedicali d’Italia, è gravemente danneggiato.
Antonio Castaldo
CONFINDUSTRIA-SINDACATI
MILANO - Le macerie sono ancora fumanti, ma già gli effetti delle nuove scosse di terremoto che hanno colpito il modenese fanno discutere. Anche in questo caso infatti come a seguito della scossa del 20 maggio scorso in Emilia si sono avute vittime fra gli operai al lavoro a seguito dei capannoni crollati. Con l’aggravante che questa volta il terremoto c’era già stato ed era noto a tutti che la zona era decisamente definibile come sismica.
CAMUSSO - Le nuove vittime del sisma che ha colpito l’Emilia sono lavoratori e «questo mi fa pensare che non si è provveduto alla messa in sicurezza degli stabilimenti prima di far tornare le persone al lavoro» ha detto Susanna Camusso, leader della Cgil, che ha porto poi le condoglianze ai familiari delle vittime.
BONANNI - «Stavolta la tragedia e la morte di questi operai si sarebbe potuta evitare» ha aggiunto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. «È inconcepibile - aggiunge Bonanni - che a distanza di così pochi giorni dal precedente sisma, non si sia agito per accertare la reale stabilità e la sicurezza dei capannoni. Quei lavoratori, non sarebbero dovuti essere lì stamattina».
SQUINZI - «Non è vero che sono crollati capannoni di carta velina, quelli nel settore della ceramica erano signori capannoni, costruiti con tutti i crismi. Quindi mi sembra che i crolli siano da attribuire alla fatalità» replica il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, rispondendo ai giornalisti che chiedevano se si dovesse riflettere sulle condizioni di sicurezza sul lavoro alla luce dei danni inflitti dal terremoto. «La situazione è estremamente seria - ha aggiunto Squinzi - Si parla di ormai una decina di morti. Un sacco di fabbriche ha interrotto l’attività per la paura che siano inagibili e quindi, se ci fosse un’altra scossa, che possa succedere di peggio». Rilevando che il sisma di oggi ha colpito «una delle zone più industrializzate d’Italia», Squinzi ha ricordato di aver parlato con Elio Manuzzi, titolare della Ceramiche Sant’Agostino: «Mi diceva che era dal 1570 che non c’erano terremoti, quindi era una cosa imprevedibile».
CLINI - Il crollo dei capannoni sottolinea invece il ministro dell’Ambiente Corrado Clini: «Pone dei problemi di sicurezza sui criteri di costruzione. Sicuramente hanno tenuto conto delle norme sismiche ma su dati di rischio inferiore. Occorre aggiornare la mappa del rischio sismico e alle norme per costruire in sicurezza in quelle aree».
FERRERO - Nella polemica interviene anche il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero che in una nota spiega: «Nell’esprimere la vicinanza alle famiglie delle persone morte a causa dei crolli, un pensiero particolare va ai lavoratori uccisi mentre lavoravano nei capannoni, sempre tra i più deboli, sempre i primi a pagare. La prima urgenza consiste nell’evitare ulteriori morti: tutti i lavoratori emiliani debbono stare fuori dalle fabbriche, oggi, e nei prossimi giorni. I capannoni industriali si sono rivelati delle vere e proprie trappole».
CAPANNONI AGRICOLI - Preoccupazione è stata espressa anche dal presidente nazionale della Confeuro Rocco Tiso, per lo stato di salute dei capannoni agricoli. Per Tiso «la magnitudo di 5,8 ha provocato numerosi crolli, aggiungendosi alle molteplici lesioni provocate dall’identica scossa della scorsa settimana, che ha fatto contare 200 milioni di euro di danni nel solo settore primario».
CORRIERE.IT - MILANO
MILANO - Hanno destato allarme anche a Milano le nuove forti scosse di terremoto che hanno colpito l’Emilia con epicentro tra Carpi e Medolla- Alle 9 la prima, di magnitudo 5,8. Dopo numerose repliche, alle 12,56 un altro sisma di 5,6. A Milano e hinterland alcuni palazzi, sede prevalentemente di uffici, sono stati fatti evacuare per motivi di sicurezza. Evacuati anche, come da protocollo, gli uffici comunali di Palazzo Marino e della Tesoreria, quelli regionali del Pirellone e quelli della Fiera a Rho. Solo qualche chiamata al 118 di Milano, per chiedere informazioni. Nessuna segnalazione di danni a persone o cose, ma spavento, soprattutto per chi abita ai piani alti. Controlli in scuole e in diversi palazzi e stabili sono stati eseguiti dai vigili del fuoco per verificarne le condizioni di stabilità, anche per la caduta di parti di cornicioni.
LE SCUOLE - La Provincia di Milano ha comunicato che sono state evacuate otto scuole, fra cui l’istituto di istruzione superiore «Nicola Moreschi» e il «Carlo Cattaneo» in città. Ci sono stati anche controlli alla chiesa di San Lorenzo. Il Comune fa sapere che fin dai primissimi minuti sono scattate le operazioni di monitoraggio nelle oltre 400 scuole cittadine (nidi, materne, elementari e medie). Gli istituti hanno seguito le procedure di messa in sicurezza dei bambini e del personale, inviando le informazioni agli uffici dei settori Educazione e Lavori pubblici del Comune. La centrale operativa della Protezione civile del Comune (02/88465001) è stata potenziata per far fronte alle segnalazioni dei cittadini. Dopo la scossa delle 12.56 anche l’Accademia di Brera è stata chiusa. Evacuata, in seguito alla seconda scossa di terremoto delle 13, una scuola elementare in via Gabbro 6, nel quartiere Bovisasca di Milano. Si tratta dell’istituto primario elementare «Sorelle Agazzi». I bambini sono stati accompagnati in giardino fino alla dichiarazione di agibilità da parte dei vigili del fuoco. Si sono registrate diverse crepe e cadute di intonaco nella mensa, nella segreteria e nell’aula riservata agli insegnanti. Lievi danni anche alla scuola media che si trova nello stesso complesso: una crepa su una colonna non portante di un’aula. I vigili del fuoco, dopo aver controllato i due edifici, ne hanno dichiarato l’agibilità e i ragazzi sono rientrati in classe.
In strada anche i dipendenti delle Poste di piazza Cordusio (Vaglia)In strada anche i dipendenti delle Poste di piazza Cordusio (Vaglia)
I TRENI - La circolazione dei treni delle tre linee metropolitane è stata interrotta per alcuni minuti intorno alle 9 per consentire le verifiche agli impianti, sulla base delle procedure di sicurezza previste. La circolazione ha necessariamente subìto rallentamenti a seguito dei controlli ed è ripresa con le normali frequenze dalle 10.15 circa. Sulla linea Milano-Bologna i treni delle Ferrovie dello Stato, in applicazione dei protocolli di sicurezza a causa del terremoto, hanno ridotto la velocità di tutti i treni a non più di 100 chilometri all’ora. È stata invece temporaneamente interrotta la circolazione fra Piacenza e Bologna - secondo quanto spiegato dalla società di trasporti - per consentire ai tecnici di controllare il perfetto funzionamento delle infrastrutture.
«DANNI GRAVI A MANTOVA» - In Lombardia «per fortuna non abbiamo segnalazioni di vittime, ma i danni sono forse più gravi della scorsa volta», in provincia di Mantova. Lo ha detto il presidente della Regione, Roberto Formigoni. «Ci arrivano cattive notizie dove ci sono stati crolli e contusi - ha aggiunto -, segnalazioni di allarme che stiamo monitorando». Invece «a Milano e nelle altre province all’infuori di quella di Mantova c’è stato solo molto spavento».
LA VISITA DEL PAPA - Non risulta «che ci siano cambiamenti al programma della visita del Papa a Milano. La situazione è molto dolorosa e molto seria ma non mi pare che interessi Milano, fino a nuovo ordine non ho nessuna informazione che ci possa essere un cambio del programma», ha riferito il direttore della Sala stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi, in merito all’ipotesi che il terremoto possa avere conseguenze sul previsto viaggio del Papa a Milano, in programma dal primo al 3 giugno.
CORRIERE.IT - ANNULLARE LA PARATA?
MILANO - «Annullate la parata militare del 2 giugno e usate quei soldi per la ricostruzione del terremoto». L’appello arriva da Facebook e da Twitter, con gli utenti che da ore postano appelli alla presidenza della Repubblica affinché eviti questo spreco di denaro. Il passaparola pare dunque incessante e su Twitter l’hashtag #no2giugno è già secondo nei Trend topic. E tanti sono i politici italiani che si sono espressi in merito. Da Antonio Di Pietro, passando per Nichi Vendola che per primo ha lanciato la proposta, fino a Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero, la proposta è unanime. D’altro avviso il sindaco di Roma Gianni Alemanno che chiede sia il presidente Napolitano a esprimersi in merito.
MANIFESTAZIONI CANCELLATE - E se la parata per la Festa della Repubblica appare al momento in forse, tante sono le manifestazioni pubbliche annullate per solidarietà con le vittime del terremoto. Tra queste, è stata cancellata la protesta dei sindaci a Venezia. «Solidarietà alle popolazioni, alle famiglie delle vittime e agli Amministratori locali e Sindaci dei Comuni coinvolti». Così Graziano Delrio. sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci ha comunicato l’annullamento della manifestazione in programma per giovedì 31 a Venezia.
CORRIERE.IT - CELLULARI ECC.
MILANO- Linee telefoniche nel caos. In tutta la zona tra Modena e Mantova, subito dopo il terremoto, i cellulari hanno smesso di funzionare. Per questo su Twitter gira l’appello: «Togliete le password alle reti wi-fi». Problemi anche per le ferrovie. Trenitalia dice che la situazione va verso la normalità, anche se i passeggeri lamentano «forti ritardi e nessuna informazione», soprattutto nelle aree colpite dal sisma. L’azienda fa sapere che tutti gli aggiornamenti sulla situazione reale sono disponibili al sito www.fsnews.it.
Nessun problema, invece, sulla rete autostradale.
I TRENI - Le Ferrovie dello Stato hanno diramato una comunicazione in cui parla di problemi sulle linee. Dopo oltre tre ore, «la situazione va verso la normalità», anche se nelle stazioni, raccontano di «molti disagi».
I CELLULARI- Gli appelli: «Usate internet». Pochi minuti dopo la scossa di terremoto, in tutta la zona tra Modena e Mantova, i cellulare hanno smesso di funzionare. Problemi di rete, con probabilità sovraccarica. Le celle su Bologna e Modena completamente in tilt.