Marco Ansaldo, Repubblica, 29.5.12, 29 maggio 2012
In Vaticano la guerra dello Ior: i big della Chiesa contro Bertone per la scalata alla banca di Dio
In Vaticano la guerra dello Ior: i big della Chiesa contro Bertone per la scalata alla banca di Dio. I corvi svelano: dopo Gotti Tedeschi due cordate in campo. Bagnasco, Scola, Piacenza, Tettamanzi: con la segreteria di Stato è braccio di ferro. Il presidente licenziato: "Mi sento come Cristo nell´orto degli ulivi". Città del Vaticano Una battaglia sotterranea, decisiva tanto per i flussi di danaro che accorrono nella casse dello Stato, quanto per gli equilibri di potere all´interno della Chiesa». Mentre nella Santa Sede le indagini sui "corvi", gli autori della fuoriuscita dei documenti segreti, proseguono, le spie continuano a parlare. E svelano i retroscena dello scontro in atto dopo la cacciata del presidente della banca del Vaticano, l´economista Ettore Gotti Tedeschi. IL LITIGIO SULL´IMU Quando lo scorso anno uscì l´iniziativa di far pagare l´Imu, la nuova tassa ex Ici, anche agli edifici ecclesiastici, in Vaticano si cercò qualcuno che potesse affrontare in modo concreto la questione. Fu individuato il nome di Gotti, e il presidente dello Ior avviò uno studio approfondito. Cominciò a settembre, e l´analisi e stesura del documento durò tre-quattro mesi. Dei dettagli e dei capitoli di questa materia delicata l´economista di Piacenza ne parlò a lungo, e più volte, non solo con il Papa, ma anche con il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti. Bertone e la Cei, la Conferenza episcopale dei vescovi, rimasero però del tutto fuori dalla partita. Alla fine, a dicembre, a studio ultimato, Gotti Tedeschi rimase molto amareggiato dalla bocciatura della sua proposta. Era stato messo a studiare l´argomento, e si riteneva che l´avesse risolto in modo appropriato. Eppure il suo dossier fu accantonato. I rapporti fra il segretario di Stato vaticano e il presidente dello Ior cominciarono ad allentarsi. «Purtroppo c´è qualcuno che non vuole assegnarmi questo piano», disse il capo della banca vaticana, dovendo abbandonare il progetto. I FALLIMENTI Banca del Fucino, Ospedale San Raffaele, Istituto Toniolo, legge antiriciclaggio. Il braccio di ferro tra Bertone e Gotti si consuma su altri dossier ritenuti di importanza rilevantissima per la Santa Sede. E l´asse con il segretario di Stato, pur solido all´inizio, si deteriora e si rompe. Fino a quando Gotti decide di parlare direttamente al Papa, a cui invia anche delle relazioni sulla situazione interna allo Ior. IL MEMORANDUM Da giovedì scorso, da quando Ettore Gotti Tedeschi è stato licenziato da parte del Consiglio di sovrintendenza dell´Istituto, l´ex capo della banca vaticana ha cominciato a stendere un suo memorandum di difesa. Ieri l´economista e banchiere era in ospedale per un´operazione. È rimasto sotto sedativi per tutto il resto della giornata, si è addormentato presto, ma ha fatto in tempo a leggere i giornali e si è informato sulle ultime novità in Vaticano. «Mi sento - ha detto - come Cristo nell´orto degli Ulivi». Un commento l´ha dedicato a Carl Anderson, membro del board dello Ior, autore di una dura critica sulla gestione di Gotti. «Ieri era Pentecoste - ha detto l´ex presidente dello Ior - e ho pregato che lo Spirito Santo possa illuminare anche Carl Anderson, che è una persona che ho sempre stimato». LA SEGRETERIA SOTTO ASSEDIO Bertone ieri ha avuto una serie di incontri interni, ha parlato molto al telefono, ha mandato dei messaggi. Sottoposto a critiche nonostante la sua fedeltà provata a Benedetto XVI, di cui è da tantissimi anni il primo collaboratore, il segretario di Stato sta provando ad arginare l´ondata di polemiche. Il palazzo del governo vaticano appare come un fortino sotto attacco. Il segretario di Stato ha rinserrato le fila dei suoi fedelissimi, tra cui i cardinali Versaldi e Calcagno, e che annoverano anche le eminenze Bertello e Coccopalmerio. Ma Bertone sa di avere contro avversari di grosso calibro, tra cui quattro big. A Roma il cardinale Piacenza è accreditato da più parti come il suo possibile successore. Sono poi note le diversità di approccio con il presidente della Cei, Bagnasco. Ci sono infine i cardinali lombardi Scola e Tettamanzi. E dopodomani, per l´appunto, il Papa andrà per tre giorni in visita a Milano, dove nei conciliaboli a latere degli incontri ufficiali molte questioni saranno affrontate. Lo scenario più probabile è che Bertone, che a dicembre compirà l´età limite di 78 anni, chieda per quella data al Papa il pensionamento, e toccherà quindi a un nuovo segretario di Stato. I CANDIDATI ALLA SUCCESSIONE Tra i successore a Gotti spunta ora l´ex governatore della Bundesbank, Hans Tietmayer. Ha 81 anni, ma ha compiuto da giovane studi di teologia, ed è inoltre tedesco. È il nome che piace di più al Papa e al suo segretario, monsignor Georg Gaenswein. Attenzione anche su Hermann Schmitz, che dalla scorsa settimana ha assunto la presidenza ad interim dell´Istituto. C´è poi l´americano Carl Anderson, e tre nomi italiani di tutto rispetto: il notaio torinese Antonio Maria Marocco, il presidente dell´Abi, Giuseppe Mussari, e il manager dell´Apsa, il patrimonio della sede apostolica, Paolo Mennini. Gotti ormai è il passato per lo Ior. Ma c´è chi, per rammentare l´estrema vicinanza fra lui e il Papa, ricorda oggi episodi come questo: «Gotti Tedeschi staccava la sera dal suo ufficio, chiedeva appuntamento al segretario del Papa padre Georg, e raggiungeva lo studio del Pontefice. Si sedevano insieme a parlare, e il banchiere aiutava Benedetto a stendere la sua Enciclica "Caritas in veritate". Ora alle lacrime di Ratzinger per il suo amico si aggiunge la preoccupazione per chi prenderà il suo posto».