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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

«I greci paghino le tasse», Atene s’offende - Le signore della finanza e del­la politica amano dire ciò che pen­sano

«I greci paghino le tasse», Atene s’offende - Le signore della finanza e del­la politica amano dire ciò che pen­sano. Così Christine Lagarde, di­rettore generale del Fondo mone­tario internazionale, finisce, co­me il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, quando parla di tagli al­la Pubblica amministrazione, nel tricarne. Le sue dichiarazioni, «bi­sogna che i greci si aiutino da soli pagando le tasse» e di avere «mag­giore simpatia per i bambini afri­cani senza istruzione», non sono piaciute, né ai leader politici di Atene, e neppure al governo fran­cese guidato dal neo presidente socialista François Hollande. Per il capo del partito socialista Pa­sok, Evangelos Venizelos, Lagar­de, con le sue dichiarazioni, ha «umiliato e offeso» il popolo gre­co. E la pagina Facebook del diret­tore del Fmi è stata bombardata da oltre 8.500 messaggi di prote­sta. E così, in serata, Lagarde ha re­plicato dal social network specifi­cando di avere molta simpatia per i greci. «Sono molto compren­siva verso il popolo greco e per le sfide che sta affrontando- ha scrit­to - ; l’Fmi sta supportando il Pae­se nel suo sforzo per superare la crisi e ritornare sulla via della cre­scita economica. Una parte im­portante di questo sforzo, tutta­via, sta nel fatto che tutti dovreb­bero portare la propria giusta quo­ta di oneri, soprattutto i più privi­legiati e soprattutto pagando le proprie tasse». Ma il leader di Syria, il partito della sinistra radi­cale greca, Alexis Tsipras, ha di­chiarato che i greci «non cercano l’amicizia» di Lagarde e che i «la­voratori pagano le imposte». Ciò che ha più sorpreso è stata però la reazione del governo francese. Rompendo il tradizionale savoir­faire , il portavoce del nuovo ese­cutivo, Najat Vallaud-Belkacem, ha criticato la visione dei greci of­ferta dal direttore del Fmi sulle co­lonne del Guardian, definendola «un po’caricaturale e schemati­ca ». Aggiungendo, poi, che «non è il momento di dare lezioni ai gre­ci ». Certo è che l’impegno di Ate­ne a restare nell’Eurozona latita. In proposito, anche il presidente di Mps, Alessandro Profumo, ha detto che le probabilità di un’usci­ta­di quel Paese dall’euro sono ele­vate: oltre il 50%. Un’uscita, per la Federazione internazionale del­le banche (Iif), che potrebbe co­stare all’economia internaziona­le probabilmente oltre i mille mi­liardi di euro previsti. «Molti in Eu­ropa pensano davvero che la Gre­cia possa lasciare la moneta uni­ca », ha commentato il presidente della Federazione, Charles Dalla­ra, ricordando che l’esposizione delle Bce verso i debiti greci è due volte più grande del capitale della stessa Banca centrale. E anche i Lloyds di Londra si preparano a un crollo dell’Eurozona. Lo ho ha ammesso, per la prima volta, il ca­po del colosso assicurativo britan­nico al Sunday Telegraph . Nel frattempo la stampa greca ha pubblicato alcune note riserva­te dell’ex primo ministro Lucas Papademos, che nei giorni scorsi aveva parlato dell’uscita di Atene dall’euro,in cui si evidenzia che a partire da fine giugno, «la capaci­tà del governo di rispettare piena­mente i suoi impegni dipenderà dal versamento della nuova tran­che dei prestiti accordati dal fon­do salva- Stati Ue (Efsf) e dal Fmi». Intanto mercoledì l’Ue rivolge­rà le sue «raccomandazioni» al­l’Italia, come alla Spagna e agli al­tri Paesi, in una sorta di pagella in cui valuterà ciò che è stato fatto e quello che resta da fare per rimet­tere in ordine i conti. L’Italia, secondo le prime indi­cazioni, dovrebbe spuntare la suf­ficienza e, quindi, la promozione.