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 2012  maggio 28 Lunedì calendario

La sfida di Gotti Tedeschi “Commissione d’inchiesta” - Si sente colpito dalla nemesi che in poche ore l’ha trasformato da uomo della trasparenza a nemico della «glasnost» finanziaria della Santa Sede

La sfida di Gotti Tedeschi “Commissione d’inchiesta” - Si sente colpito dalla nemesi che in poche ore l’ha trasformato da uomo della trasparenza a nemico della «glasnost» finanziaria della Santa Sede. Il presidente sfiduciato dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, non ci sta a passare per ostacolo alla «purificazione» delle finanze vaticane e annuncia battaglia. Agli ex collaboratori che nell’Istituto gli sono ancora legati, spiega di attendersi una commissione di inchiesta che lo ascolti e chiarisca le accuse mosse alla sua gestione triennale. A presiederla dovrebbe essere non un esponente dell’attuale dirigenza d’Oltretevere ma una figura indipendente, una «personalità di indiscusse autonomia e autorevolezza» come l’ex cardinale vicario Camillo Ruini, l’arcivescovo di Milano Angelo Scola o il decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano. Un soggetto terzo, quindi, rispetto allo scontro che ha contrapposto il segretario di Stato, Tarcisio Bertone a Gotti Tedeschi, sostenuto dal presidente dell’Autorità d’informazione vaticana (Aif), Attilio Nicora. Alla commissione chiederebbe di comparare le due leggi antiriciclaggio (la sua e quella del board) e di valutare il report del 27 aprile di Moneyval, il gruppo del Consiglio d’Europa che sta vagliando le procedure e le normative della Santa Sede. Prima di entrare ieri pomeriggio in clinica per un intervento al colon, il banchiere piacentino, duramente provato da mesi di tensioni e conflitti, ha espresso profonda amarezza per la pubblicazione del memorandum (un vero e proprio «j’accuse» con una lunga lista di addebiti) attraverso cui il cda della «cassaforte del Papa» gli ha voltato faccia giovedì. E’ combattuto interiormente tra l’ansia di spiegare la sua verità e la volontà di non turbare il Papa. Alle persone a lui vicine assicura che prevale il suo «amore per la Chiesa», soprattutto perché sa che se parlasse pubblicamente alimenterebbe ulteriormente «una vicenda che fa il danno della Chiesa e del Pontefice». Intanto all’interno dell’Ior affiorano vicende e circostanze che proiettano una luce diversa sulla defenestrazione del banchiere piacentino. Alcuni dipendenti, per esempio, raccontano di come non sia solo la JP Morgan ad aver chiuso i rapporti con la banca vaticana in seguito all’inchiesta della procura di Roma per violazione della normativa antiriciclaggio. «Ormai lavoriamo quasi esclusivamente con la Deutsche Bank, da cui proviene l’ex vicepresidente che ha sostituito “ad interim” Gotti Tedeschi», spiega un funzionario. E poi ci sono le causali «improbabili» per i bonifici all’estero, come i 20 mila euro per sante messe in Africa o i 250 mila euro per «vino da messa» in America Latina. A dicembre, durante il pranzo per gli auguri natalizi ai dipendenti, il bertoniano Paolo Cipriani e Gotti Tedeschi fecero due discorsi «praticamente antitetici». Il primo tracciò un quadro estremamente positivo della situazione dell’Istituto, mentre l’allora presidente dello Ior non ne nascose le difficoltà e i punti critici. E, in effetti, si apprende adesso che la strada verso la «white liste» dell’Ocse, cioè la lista dei paesi virtuosi, è tutt’altro che spianata per la Santa Sede. In base al questionario degli esperti europei sulle norme in materia finanziaria e di antiriciclaggio, il Vaticano corrisponde solamente a due dei dieci parametri richiesti dalle autorità internazionali. Ma ciò su cui principalmente Gotti Tedeschi intenderebbe riferire, prove documentali alla mano, ad un «Ombudsman» indipendente della Santa Sede è l’operazione che lo ha portato in rotta di collisione con Bertone. E cioè il gravoso salvataggio dell’ospedale milanese San Raffaele. Il banchiere piacentino ha fatto proprie le critiche all’operazione dei cardinali Nicora, Scola e Bagnasco. Così il San Raffaele è sfuggito al controllo dello Ior ed è andato al miglior offerente, il re delle cliniche, Giuseppe Rotelli. Bertone, che ne voleva fare il fiore all’occhiello della sanità cattolica (con l’ospedale vaticano Bambin Gesù, il polo Gaslini-Galliera di Genova,la Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo e il Policlinico Gemelli di Roma) se l’è legata al dito. Anche per questo Gotti Tedeschi scorge nella defenestrazione «l’ombra di Cesare Geronzi e del suo fidatissimo Marco Simeon». La caduta in disgrazia nelle Sacre Stanze, ritiene, sarebbe iniziata lì. «La commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior si è spaccata sulla gestione della sfiducia a Gotti Tedeschi, quindi i tempi per la nomina del suo successore non saranno brevi - evidenzia uno stretto collaboratore di Benedetto XVI -. E’ una situazione senza precedenti, non esistono regole codificate per uscire da questa crisi. Più è grande la responsabilità che si ha, maggiore deve essere il senso dell’istituzione».